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Pulcinella e Fabio Da’ath: viaggio esoterico attraverso i Mondi

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Pulcinella


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Pulcinella – Cari amici, nonostante i miei natali siano acerrani, sono e mi sento una maschera partenopea, meridionale, nazionale e internazionale. Cogliendo l’invito rivoltomi dal Discepolo Kremmerziano, dall’amico Fabio Da’ath, con grande piacere, mi trovo assieme a lui, qui in uno dei comuni del Parco Nazionale del Vesuvio, per incontrare il Divino Sebeto.

Ci imbattiamo, con piacevole ma inattesa sorpresa in una divinità diversa dal nostro amato e divino Sebeto, in altre parole, incappiamo nel Dio Nilo, la divinità fluviale, non meno importante di quella nostrana.

Buongiorno Divino Nilo, siamo qui, Fabio ed io, per ristorarci bevendo la fresca e limpida acqua del Sebeto, direttamente mentre sgorga da questa sorgente, magnificamente irrorata dalla tua sapienza. Divino Nilo, come mai sei qui, perché una divinità egizia irrora con la sua sapienza questa sorgente?

Nilo – Cari miei, mi indicate divinità egizia giacché i più mi definiscono così, ma lasciatemi precisare che come scrive, in un suo articolo, un vostro conterraneo, il saggio Avvocato Giustiniano Lebano, che vive da queste parti, “il termine Egitto, in arcano, oltre a non sottintendere il puro e semplice riferimento geografico, è primandrio di Aig-Ipt-Os, in altre parole, è un modo per spiegare il Mondo arcano”.

Ascoltando queste parole Fabio intona una preghiera.

O dolce Nilo, tu che porti vita nelle terre Vesuviane,
che flutti verso il mare calmo e cheto
fa che il tuo corso scorra fino all’infinito
così come defluisce tuo figlio, il Divin Sebeto.

Dai Campi Elisi, la tua rugiada scende
per irrorar di buona sorte i campi.
O Nilo, prendi in mano i nostri cuori
e rendi forte il nostro intelletto.

La preghiera sembra giungere del divino, giacché, pur apparendo scosso ed emozionato, lascia uscire dalla sua bocca parole intese a deliziare le nostre orecchie.

Nilo – Caro Fabio, diletto Pulcinella, come racconta il vostro conterraneo, il poeta Jacopo Sannazaro, le acque del Sebeto, soavemente e senza provocare alcun rumore, giungono al mare, tra le braccia della sirena Partenope. Pensate che siano acque irrorate dalla mia sapienza e ne sono contento, ma, ad onor del vero, desidero dirvi che sono distribuite dalla divinità fluviale denominata Sebeto. Divinità che sgorga dalle viscere del monte Somma e del Vesuvio.

Cari miei, come racconta Virgilio, l’amore tra la Sirena Partenope e Sebeto, procrea la ninfa Sebetide, moglie del Re di Capri e madre di quello di Palepoli. Il vostro mitico e placido Sebeto, fiume dalle acque chete e prive d’onde, oltre a essere venerato dal popolo, è caro agli dei e ai poeti. Sì, cari miei, avete compreso bene, il vostro Sebeto è pregno di storia, d’armonia e di ancestrali vibrazioni. I greci, ritenendo il Sebeto idoneo allo scopo, fondano sulle sue sponde il primo nucleo urbano e lo denominano Parthenope.

Si narra che Eumelo Favelo, re di Fera in Tessaglia, alla ricerca di una fertile terra, partito da Calcide, armò una flotta e navigò fin nei pressi di quella costa impreziosita dalla foce del vostro fiume. Che una tempesta causò la morte di sua figlia, l’amata principessa Partenope, e che la sua tomba risieda sulle sponde del Sebeto perché è lì che oltre a poter riposare, può godere della vista della vostra splendida divinità.

Diletti amici miei, il vostro caro Sebeto è da collocare tra i fiumi che scorrono verso su, ossia, in direzione di quella sorgente che molti definiscono conoscenza.
Il vostro amato Avvocato ed ermetista Giustiniano Lebano, seduto, qui, nei pressi di questa sorgente di limpida conoscenza, riflettendo sulla sua personale visita alla terra interiore, scrive il testo ‘Dell’Inferno – Cristo vi discese colla sola anima o anche col corpo’?

Fabio, colpito sia dalle parole della divinità fluviale, afferma una cosa che oltre ad apparire interessante, pare essere veritiera.

Fabio – Caro Nilo, diletto Pulcinella, penso che l’uomo, oltre a rappresentare l’immagine di Dio, gli somigli anche. Credo, inoltre, che il Pimandro, il Nous assoluto, sia il fulcro centrale, la scintilla, la purezza e la perfezione che dà il la ad ogni cosa. Penso, anche, che da questo fulcro centrale si procrei il Nous demiurgo, la suprema divinità che crea il mondo.

In merito al libro di cui parla il divino Nilo, penso che l’amatissimo Avvocato intenda sia dimostrare l’aspetto esoterico del messaggio di Cristo, sia sottintendere che la Gehenna non debba essere necessariamente identificata con l’inferno, bensì, con un luogo, nei pressi di Gerusalemme, dove sono ricevuti gli iniziati ai misteri di Baal.

Pulcinella – Caro Fabio, divino Nilo, circa i misteri di Baal, desidero dirvi che mi fanno pensare alla religione arcaica d’Israele, a Gerusalemme, a quella città crocevia di culture, saperi e conoscenze diverse.

Fabio – Caro Pulcinella, in merito ai misteri i Baal concordo pienamente con lei. Ritornando, però, all’amato avvocato Lebano, penso che intenda dire, mediante i suoi scritti, che il mondo che circonda l’uomo sia da considerarsi illusorio. Credo che voglia far comprendere che l’uomo non si rende conto di essere attorniato da un mondo che riflette quello degli dei. Possiamo affermare che il buon Giustiniano voglia farci comprendere, mediante il suo ragionamento e la sua conoscenza per intuizione, che l’uomo somigli a Dio e ne rifletta l’immagine.

Credo, inoltre, che il mondo arcaico persista nella natura dell’uomo senza soluzione di sorta; che egli rivesta un ruolo centrale giacché simbolizza il Microcosmo che riflette il Macrocosmo; che l’uomo oltre a essere sintesi tra il mondo celeste e quello terrestre, adatti al piano umano, le verità divine; che rappresenti l’immagine sensibile di quel semidio che raffigura l’emanazione della sapienza, della conoscenza, ovvero, di quell’Eone Sophia che genera il creatore di questo mondo, il semidio che nei testi gnostici è definito Yaldabaoth, ossia, Padre dei generatori.

Pulcinella – Cari miei, lo so, le parole di Fabio oltre a incuriosire, richiedono un chiarimento appropriato che spero di essere in grado di fornire. Gli Eoni, secondo le dottrine gnostiche, traggono origine dalla Radice Divina, ne ritraggono l’emanazione e sono forze vitali che fungono da intermediari tra Dio e il mondo. Valentino, gnostico e noto predicatore egiziano, narra di un Mondo Divino composto di ben trenta Eoni, che, seppur differenti tra loro, si emanano l’un l’altro, in sequenza e sono equiparabili agli Dei Ipercosmici risiedenti nei Mondi superiori.

Diletti miei amici, secondo lo gnosticismo cristiano, la Sophia è l’Eone più importante dopo Cristo, riveste una funzione centrale atta a consentire la comprensione cosmologica dell’Universo, è la parte femminile di Dio, rappresenta lo Spirito Santo e, sotto forma di Scintilla Divina, è una figura cosmica risiedente in ogni uomo.

Fabio – Caro Pulcinella, la ringrazio per le spiegazioni fornite e continuo il mio discorso per dire semplicemente che il Dio dei cristiani genera l’uomo, mentre il demiurgo lo organizza, lo plasma e modella dal “fango primordiale”. Il Demiurgo, denominato Yaldabaoth, nei testi gnostici, è il creatore, colui che infonda il soffio vitale, il Ruah, alla materia e ne fa scaturire la forma.

Si ritiene che questa materia, appartenga al Pleroma, sia priva di forma e pre-esista già prima della nascita del Demiurgo. Caro mio, i rabbini, a tutt’oggi, con il termine “Golem” definiscono l’iniziale materia organizzata, in altre parole, chiamano così la prima creatura con sembianze umane.

Il Pleroma, il Nous assoluto, invece, è il fulcro centrale, la scintilla, la purezza, la perfezione che dà origine a ogni cosa. Dal Pleroma, definibile anche come Regione della Luce, è generato il Mondo degli Eoni e, uno di questi, la Sophia, per Sua emanazione, crea l’Artefice di questi Mondi Materiali, ossia, il Demiurgo.

Mediante i suoi scritti, Lebano intende dire che l’uomo è circondato da un Mondo Illusorio, denominato Malkuth e identificato dai cabalisti come Mondo Inferiore o dei Rami; che l’essere umano non sia capace di comprendere il Kether, ossia, l’Intelligenza occulta, la realtà della Radice, la tangibilità dei Mondi Superiori; che egli sia somigliante al biblico Yahweh e rifletta sia la sua immagine che il Mondo cui è legato.

Cari miei, penso che per l’amato Giustiniano, il Demiurgo, sia il Dio del Mondo Minore, mentre quello di cui parla Cristo provenga dal Pleroma e sia l’origine di ogni cosa.
Il Mondo arcaico, quello del Pleroma, persiste nella natura dell’uomo e ne è parte centrale. L’uomo, per sua divina natura, rappresenta il Microcosmo, riflette il Macrocosmo del Pimandro di Hermete ed è la chiave della porta che divide il Mondo Superiore da quello Inferiore.

Pulcinella – Caro Fabio, divino Nilo, può l’uomo comprendere i misteri del Mondo della Radice? È possibile, in qualche modo, rendere comprensibile ai lettori la differenza tra mondi superiori e inferiori?

Fabio – Bene, non è cosa semplice, tuttavia ci provo… Per tentare di renderli comprensibili, sembra ragionevole far riferimento a Baal HaSulam e a suo figlio Rabash, due famosi cabalisti della cosìddetta “stirpe dorata”. Il Rabbino Yehuda Leib Ha-Levi Ashlag, conosciuto come Baal HaSulam, “l’autore della scala” distaccandosi dal Mondo Sensibile, riesce in qualche modo a discernere il Mondo Superiore, ovvero, l’Ein Sof, che nella kabbala ebraica è inteso come Dio prima della sua auto manifestazione.

Il Rabbino Baruch Shalom Halevi Ashlag, noto come Rabash, trascrive su di un prezioso quaderno le conversazioni intercorse con suo padre, ormai vecchio e quasi cieco.
Il professore e cabalista Michael Laitman, senza modificarne né il titolo né il testo, pubblica, in seguito, il quaderno che contiene gli Shamati, ossia, i concetti atti ad interpretare i mondi superiori, mediante algoritmi dalla consistente bellezza e profondità.

Rabash intitola Shamati, “Ho udito”, il suo quaderno giacché intende sia rilevare che il contenuto è una trascrizione di ciò che ode dal padre, sia che le parole ascoltate sono filtrate dall’udito.

Pulcinella – Caro Fabio, se ho ben capito, lei intende dire che l’ascolto non sempre è attivo, talune volte può scemare l’attenzione e la comprensione perché ascoltare, richiede un consistente sforzo?

Fabio – Diletto amico mio, la sua domanda è pertinente, tant’è che il Rabbino Baal HaSulam dice che i concetti che esprime, se dal figlio fossero mal interpretati, potrebbero non essere attendibili.

Per concludere, amici miei, desidero dirvi che una lettura intesa alla comprensione del Mondo delle Radici, attraverso quello dei Rami del nostro Mondo, non sia l’unica via percorribile, giacché penso che l’uomo debba realizzare idonei discernimenti, mediante i quali, anche un semplice granello di sabbia, possa essere concepito come un deserto da attraversare. Ogni individuo si deve porre in tale condizione affinché possa implementare il desiderio incondizionato d’amore per la Creazione e per il Sublime Artefice dei Mondi Infiniti, ossia, per la Prima Luce, per il Vero Padre.

Divino Nilo, amici che leggete, penso che l’unicità del quaderno citato dal buon Fabio sia rappresentata dal suo contenuto, giacché sembra ragionevole ritenere che tra le righe di questo scritto vi siano conservati considerevoli poteri di trasformazione.

Penso, inoltre, che l’uomo, mediante la lettura dello Shamati, riesca a esprimere un lavoro interiore atto a comprendere quella “Rivelazione” del Creatore, del Mondo Superiore e di quelli Spirituali, espressa da Baal HaSulam e trascritta da Rabash.

Tenendo conto che gli uomini sono diversi tra loro, è verosimile credere che alcuni, oltre a vivere il bisogno di apprendere il significato dell’esistenza, siano desiderosi di perseguire la conoscenza e la saggezza spirituale.

Sì, cari miei, appare veramente plausibile pensare che chi desideri perseguire la saggezza spirituale, sia in grado di comprendere che la conoscenza rappresenta il sentiero che porta alla sapienza. Sembra, inoltre, ragionevole pensare che chi persegua la saggezza spirituale riesca sia a percepire che l’universo e tutti mondi esistano all’interno dell’uomo, sia ad intuire che la meta finale debba essere l’unione con il Creatore.

Giandomenico Tiepolo, La partenza di Pulcinella, 1797, affresco. Ca' Rezzonico, Venezia

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Autore Domenico Esposito

Domenico Esposito, nato ad Acerra (NA) il 13/10/1958, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali, Master in Ingegneria della Sicurezza Prevenzione e Protezione dai Rischi, Master in Scienze Ambientali, Corso di Specializzazione in Prevenzione Incendi. Pensionato Aeronautica Militare Italiana.