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Non è detto

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Non è detto


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Tornato al bivio originario, affondo la mia essenza spirituale nelle tenebre più oscure e tetre. Innanzi a me vedo soltanto i due pilastri granitici che sorreggono il mondo: Bene e Male che si antepongono a me uomo, solitario e ramingo, senza meta, privo dei miei ricordi, a digiuno del mio presente.

Il buio in cui fui concepito, ha mutato improvvisamente la sua funzione protettiva; egli mi ha restituito alla solitudine ed è già pronto per me il dirupo della disperazione.

Non intravedo altre strade: o l’una o l’altra; nessun altra alternativa, nessun altro sentiero da poter perseguire.

Eppure, chiudendo gli occhi, innanzi all’eterna visione della conoscenza, ascolto il mio respiro. Percepisco nuovamente i miei battiti e, lentamente, il mio ciclo naturale torna a scandire i ritmi vitali.

Nella dimensione spirituale, Bene e Male si fondono in un unico atanor di sapiente saggezza: l’uno contiene l’altro; l’uno è nell’altro; entrambi si fondono nell’Uno universale.

Ma per la materia, le cose sono ben diverse: Bene e Male sono in completa antitesi; opposti e contrapposti, e influenzano l’Uomo per mezzo dell’antica legge del due.

Eppure, l’Uomo, nel proprio microcosmo, altro non è che un riverbero di vibrato del macrocosmo dell’Universo e, per questa sua “divina” natura, possiede, in sé, i misterici segreti dell’antica sapienza. Egli proviene dal pensiero di Dio; egli può farsi simile a Dio; e nella consapevolezza di non essere Dio, ma vibrato di una sua scintilla, in una goccia infinitesimale di sé, può riscoprire la vera “Luce”.

E, così, ritrovando in me la smarrita maestria del mio intuito spirituale, intuisco che la recta via, in realtà, possiede in essa altrettante strade che possono intraprendersi ed essere percorse. Lentamente sento risalire il flusso del mio equilibrio interiore, smarrito per qualche istante, dall’ennesimo segno sul cuore che lo ha scosso, terribilmente ferito.

Colui che crede nell’Amore; colui che vive in Amicizia è esposto oltremodo alle forze avverse, e ogni volta rischia; ogni volta cade; eppure, altrettante volte ha la forza di rialzarsi.

Avverto, in modo quasi impercettibile, un sussulto dell’anima; essa, come un fiore di loto, si è naturalmente riaperta al proprio spirito, che le parla e la istruisce su come proseguire il suo percorso, nel presente dell’esperienza umana in cui si è racchiusa.

E, così, come sabbia disciolta nelle acque del mare, le granitiche colonne, che innanzi a me apparivano imponenti, austere, invalicabili, mutano la loro sostanza, e la dura pietra si trasforma in fusto d’albero. Poi, per antica e misterica legge della natura, i due fusti si intrecciano, formandone uno, da cui discendono nella bruna terra possenti radici, e si innalza verso l’aere, una chioma folta e fluente di ricca vegetazione.

Ecco risorto l’albero dell’antica conoscenza innanzi ai miei occhi, in armonia con la mia anima, in completa sinergia col mio spirito.

La conoscenza ti sboccia dentro quando la nutri di consapevolezza.

E di quel bene, e di quel male, finché sarai legato alla materia, non potrai farne a meno, perché soltanto per mezzo di loro, acquisirai il segreto che non sarai mai in grado di rivelare.

E ciò di cui crederai essere certo, non farne un dogma, né una verità assoluta.

Continua nella vita; e non pensare mai che la morte sia la tua ultima tappa:
non è detto!

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".