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Massoneria: l’ora della scelta

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Massoneria


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Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa.
Matteo, 13

Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale…
Rituale di apertura dei lavori

La Massoneria non impone alcun limite alla ricerca della verità.
Principio massonico

Caro lettore, oggi ti propongo un gioco. Una “finzione”, per dirla con il vecchio Borges. Ti chiedo solo di provare a rispondere il più sinceramente possibile.

Poniamo il caso che tu faccia parte di un’Obbedienza strutturata e numericamente importante, composta da centinaia di Logge, con sedi dislocate su tutto il territorio nazionale. Ed estesi rapporti internazionali. Un’associazione massonica dotata di un forte appeal sociale. E di un millantato o reale alone di “potere”. Una Massoneria dove, nelle Officine, salvo rare eccezioni, si parla prevalentemente, o peggio, si fa sfoggio, di erudizione iniziatica. E si pratica, poco o pochissimo, l’autentico esoterismo. Solo quel tanto che basta.

E quando lo si fa, certi temi simbolici, iniziatici vengono trattati per lo più in termini “culturali” o totalmente teorici e razionali. E, dove, senza voler generalizzare, la rappresentazione di sé è spesso dissociata dalla coerenza con i propri comportamenti personali. Insomma, come si suol dire, un luogo dove “si predica bene ma sovente, fuori e dentro il Tempio, si razzola male”.

Poi un bel giorno, per caso, ma il caso come è noto non esiste, ti capita di entrare in contatto con una piccola Comunione massonica “libera”, una sparuta comunità di iniziati, da anni “alla ricerca del Graal”, per usare un’antica metafora.

Un Gruppo dove si pratica una fratellanza austera quanto gioiosa, semplice e senza orpelli. Dove l’universalismo è un principio applicato e non solo enunciato. Qui un bel giorno, sempre a seguito di circostanze apparentemente “casuali”, sei accolto come ospite ad una Tornata e scopri, con somma meraviglia, che la Loggia è davvero quello spazio di Silenzio e di Lavoro, vibrante come un diapason, che avevi sempre cercato.

Un cantiere formativo, operativo e meditativo sempre in moto. Dove la potenza di Rituali rinnovati e restaurati a regola d’Arte, riportati al primigenio splendore come certi antichi mosaici bizantini, spezza la liturgia ormai vieta e dogmatica di antiche ed incomplete formule, finora ripetute senza alcun senso e consapevolezza. Parole viventi capaci di tracciare nuove strade di Luce nelle tenebre del Cuore.

Improvvisamente ti rendi conto di aver fatto capolino in una Comunità iniziatica dove non contano i grembiuli verdi, blu o azzurri. Dove l’unico salario che si percepisce è quello del dovere e della perseveranza. Dove, a livello di “lobby”, si conta poco o nulla nella società civile quanto a potere o influenza. Dove ci si spoglia con gioia dei propri orpelli profani per cercare di brillare solo grazie alle scintille che scaturiscono dai colpi di martello, da noi stessi sferrati, per cercare di sgrossare la pietra del nostro cuore malato ed imprigionato.

A questo punto, ed è qui il nucleo di questo apologo, se tu capissi, o meglio ancora, “sentissi” la sensazione viva, profonda, inequivocabile, di essere finalmente tornato a casa, cosa sceglieresti, nel caso fossi posto, tuo malgrado dalla tua Istituzione di appartenenza (termine non potrebbe essere più appropriato), nella condizione di scegliere dove stare (o qui o là), pur sapendo di doverti allontanare, perlomeno ritualmente, da tanti cari Fratelli e Sorelle che ami profondamente?

Riusciresti a scegliere? Ad uscire, ad evadere dalla prigione della contraddizione e della possessività da parte dell’altro o dalle spire di un senso d’appartenenza narcisistico? Riusciresti, senza rimuoverla o scacciarla nell’oscurità del tuo inconscio, a concepire l’idea o solo l’ipotesi di abbandonare una zona di comfort fatta di apparenza e prestigio?
La rassicurante comodità di sedi ben organizzate, ben arredate e logisticamente ben distribuite sul territorio? Dimmi, tu che faresti?

Ma sii sincero/a fino in fondo.

Prendi il mio quesito, necessariamente estremizzato ed inevitabilmente tranchant, come un sondaggio socratico fatto a te stesso, utile forse a conoscerti meglio.

Se ti va, puoi anche rispondermi in privato. Resterà tutto tra squadra e compasso. Ci puoi contare.

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Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.