Home Rubriche Il viaggio è un'impresa L’isola di Visovac e il Krka

L’isola di Visovac e il Krka

2946
Visovac


Download PDF

Croazia, Agosto 2014
I kilometri che separano Omis dal Parco Naturale del Krka li abbiamo percorsi in un paio d’ore. È stato il mio regalo per l’onomastico di Helen. Desiderava vedere le cascate immerse nei boschi tra le montagne croate.
Arriviamo al parco in prima mattinata. Il parcheggio è già fitto di macchine e camper.
Di persone che, come te, si autoconvincono di essere le uniche a conoscere quel luogo. Famiglie organizzate in tenuta da trekking. Il costume da mare è d’obbligo!

All’ingresso un autobus ci aspetta per portarci al punto d’inizio delle escursioni.
Il quarto d’ora trascorso in autobus è stato un viaggio a sé. La strada costeggia la collina rocciosa. Dall’alto si scorge il fiume Krka avvicinarsi costeggiato da boschi rocciosi, quasi brulli. Sembra un nastro di luce lasciato cadere.

In quel momento nessuno parla. I compagni di viaggio sembrano, noi tutti sembriamo, ipnotizzati da quel quadro naturale. Un dipinto di cielo, di acqua, di roccia e di chiazze d’alberi.

Arrivati decidiamo di cominciare dal battello, una barca a due piani il primo dei quali coperto. Noi stiamo sopra. Ellie è estasiata. Presa dalla natura che vedeva, il suo “waw” era continuo.

La prima tappa è stata l’isola di Visovac. Piccolissima ospita dal XV secolo unicamente il convento francescano e i monaci che lo abitano. I primi a stabilirsi sull’isola furono un piccolo gruppo di monaci agostiniani nel ‘300 che, oltre a un monastero, fondarono la piccola chiesa di San Paolo Apostolo. Nel 1445, fuggendo l’invasione turca della Bosnia, alcuni monaci francescani si stabilirono sull’isola ingrandendola facendo arrivare i materiali dai villaggi posti tra le colline che costeggiano il Krka.

Il monastero della Madre Misericordiosa e la chiesa della Madonna di Visovac oggi ospitano, oltre a pochissimi monaci e ad un piccolo museo con un’interessante collezione di reperti archeologici, quadri, arredi e paramenti sacri, un’importante biblioteca che conserva una serie di incunaboli tra i quali uno dei libri più piccoli al mondo con il Padre Nostro scritto in sette lingue diverse.
La particolarità della chiesa è di avere due altari principali. La guida sostiene sia l’unica al mondo ad avere questa caratteristica, non avrà visto la cappella del castello di Limatola.

Orti coltivati con erbe e verdure riescono a soddisfare in parte la comunità.
La guida si emoziona quando in una stanza del monastero ci mostra le foto dell’isola durante la guerra degli anni ’90. Racconta la distruzione e la sofferenza.

Ho avuto l’impressione di guardare delle immagini di una guerra in atto con la voce del “narratore” dal fronte.
Vent’anni fa su quelle montagne si combatteva!

Usciamo dal monastero. La pace è soffocante. I monaci non si vedono. Ma senti le loro ombre. Sai che da qualche parte, in qualche stanza, stanno vivendo in silenzio.
L’isola ci lascia con il suo negozietto di souvenir al piccolo attracco.

Il viaggio in battello prosegue fino alle Roški Slap. Le cascate sono piccole.
Di fianco il complesso di un antico mulino è stato trasformato in un ristorante, un negozio di souvenir. Il mulino vero e proprio è stato restaurato per mostrarne il funzionamento.

La piccola radura ospita dei bagnanti. Purtroppo il tempo ci ha scoraggiato dal tuffarci.
Un sentiero ci conduce ad un ponte di legno che attraversa le rapide che si trasformano più giù nelle cascate.

Il ritorno è pessimo! Pioggia e vento cercano di fermare il battello. La luce che emana il cielo rendeva il Krka un luogo surreale. Davanti il fiume si fonde con il cielo, le colline di pietra grigia deviano il suo corso, le piantagioni sulle sponde ondeggiano seguendo il vento, la pioggia trafigge l’acqua riflettendo la luce in una miriade di direzioni diverse.
Noi, stretti l’uno all’altra, zuppi e infreddoliti, ci godiamo quello spettacolo.

Arrivati di nuovo a riva nel primo pomeriggio, iniziamo la seconda parte del parco del Krka.
Sentieri di legno attraversano i boschi che circondano il fiume e i vari torrenti e corsi d’acqua.

Un mondo in quiete dinamica disturbato solo da noi turisti, affascinati dalla quella natura viva, stanchi per la giornata, ora accaldati, ora infreddoliti dal tempo, impressionati dai serpenti d’acqua o dalle rane, dagli uccelli e dagli strani richiami che sentiamo.

Ellie è immersa nel suo silenzio. È presa ed estasiata.
Ascolta le fate che si nascondono tra gli alberi e nelle acque fredde.

Una zona del bosco si apre e fa posto alle cascate Skradinski buk, una delle più belle d’Europa, dove centinaia di persone nuotano e si ritemprano nelle sue acque.
Un luogo con l’incantesimo rotto. Un luogo magico, ma rovinato dalla nostra presenza.

La luce e l’ombra si alternano tra le fronde degli alberi. Boschi fitti che improvvisamente si aprono a spettacolari cascate.

A malincuore lasciamo il parco e le sua magia.

Salutiamo le fate che hanno fatto compagnia a Ellie, facendola sospirare e sognare.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Fabio Picolli

Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!