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L’altro me

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L'altro me


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Gli occhi raccontano molto più di quanto un’espressione del volto o un vortice di parole possono dire.
Il silenzio poi, ingiustificato e immeritato, origina pensieri che discendono nello sguardo, già, nello sguardo di chi resta soltanto un flebile e vago “non ricordo”, lontano da ciò che poteva essere e non è stato.

A volte è indispensabile allontanarsi, per ritornare maggiormente convinti di ciò che si è; la quotidianità molto spesso se non è ben gestita, dilania la purezza del pensiero critico, scalfisce o addirittura graffia quella percezione dell’anima che erroneamente denominiamo Spirito; e così accade che ci si smarrisce in pensieri e sensazioni vacui che nulla hanno a che fare con la consapevolezza.

Mi insegnarono a essere me stesso e a lottare affinché la mia personale riscoperta fosse ogni giorno feconda. Non bisogna mai accontentarsi di una riproduzione sbiadita della propria immagine, il senso di te lo cogli nel mentre prendi una decisione, ti assumi una responsabilità, oppure nel preciso instante in cui vai oltre il tuo stesso cammino e ti spingi laddove non sei ancora stato.

L’Amore non si spiega, ma lo si insegna, manifestandolo soltanto con l’esempio. Tanto le parole quanto il silenzio possono in realtà edulcorare ciò che è scritto da sempre nella coscienza universale del cuore. La risposta, ogni risposta in realtà, si può trarre da noi stessi, ma a una sola condizione: avere finestre e porte aperte che colleghino anima, cuore e mente.

Sono due i momenti in cui il cielo e la terra si saldano nell’esistenza di un individuo: quando nasce e quando muore. Due istanti in cui egli è veramente solo; e quand’anche si tratti di due rappresentazioni speculari della sua breve esistenza umana, innestatasi nel ventre della Ruota del Tempo fisico, egli sa che sta mutando nuovamente forma: non c’entra l’inizio o la fine, non si tratta di Alpha o Omega, bensì di continuità, già, esattamente continuità.

Così come la Vita si rinnova, anche la Morte è feconda, ed entrambe non sono altro che sorelle universali separate temporalmente dalla materia umana e dall’ingannevolezza del trascorrere del tempo fisico.

Il concetto di segreto appartiene alla parte umana, fisica dell’Uomo che in realtà, non si rende conto che la materia non cela alcun mistero, ma è l’individuo stesso che ordisce una fitta trama di ombre e luci, rendendo criptico e misterico ciò che di genuino esiste in natura da millenni.

Lo Spirito, invece, la parte divina dell’Essere consapevole, non possiede alcun segreto che non gli possa essere rivelato, se non per mezzo della determinazione e la volontà con cui sperimenta ogni incarnazione fisica che decide di espletare.

Tutti, e dico scientemente tutti, siamo figli di un preciso “Programma Spirituale” che non deve essere confuso col destino o peggio ancora il fato.

Esso non è altro che la legenda di ciò che ci siamo ripromessi nella dimensione sottile, decidendo di sperimentare per mezzo della fisicità di un corpo, in un contesto di materia.

Se le tenebre non avvolgessero la Luce, e se questa non diradasse le prime, l’Uomo sarebbe una creatura monca della capacità e della possibilità di capire e di comprendere; questo accadrebbe perché sarebbe privo di quello strumento fondamentale indispensabile che noi chiamiamo intuizione. Senza di lei, nulla sarebbe rivelato, alla Luce o nelle tenebre di sé!

È nell’altro che rifletti la tua immagine reale, ed è nell’altro “me” che io riscopro la veridicità dell’immenso che ho lasciato, decidendo di tornare tra le pieghe del mondo, ma non per esserne divorato, bensì per cavalcarle, dominarle, subirle e coglierne il misterico senso universale.

Se non vai via, non ritorni; se non sperimenti non conosci; se non alimenti l’Amore sei privo di determinazione; se decidi, non devi far altro che agire secondo coscienza: nell’altro me, scopro la tua reale collocazione e riesco così a cogliere il senso di ristoro che doni alla mia Anima.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".