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Intervento notturno per ripulire la grande Mano del Vega

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Mano Vega prima e dopo intervento


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L’opera dello scultore Mario Irraràzabal, realizzata per la Biennale del ’95, parcheggiata tra le auto, ritorna a vivere grazie a un gruppo di cittadini anonimi

Riceviamo e pubblichiamo.

Se ne stava lì, alla fine del Vega, quasi a salutare stancamente le persone che, ogni giorno, escono dal polo scientifico e tecnologico di Marghera, Venezia, dalla parte di via delle Industrie.

Un flash mob notturno, fatto di figure silenziose, ha riportato “in vita” la grande Mano, opera dello scultore Mario Irraràzabal, realizzata a Venezia in occasione della Biennale del ’95, donata dall’artista alla città e ospitata, o per meglio dire “parcheggiata” tra le auto, dal lontano 1996.

L’intervento notturno ha lo scopo di portare all’attenzione le precarie condizioni di conservazione in cui versa l’opera.

Durante il fine settimana, un gruppo anonimo di cittadini e lavoratori del complesso ha deciso di cogliere l’opportunità lanciata dalla pagina Angoli di Vega, comunità nata su Instagram per fotografare la quotidianità dei lavoratori del Vega e immortalare con tono ironico ma propositivo, le situazioni di disagio degli spazi.

Attraverso la call FridaysForVega, il profilo social invita a compiere piccole azioni per riqualificare il Parco Tecnologico, come la pulizia di ambiti o zone interessate dalla presenza di rifiuti.

Questa volta è toccato alla grande Mano, di cui probabilmente pochi in città sono a conoscenza, ma che rappresenta comunque parte del patrimonio culturale del territorio. L’azione flash si è focalizzata sulla rimozione dei rifiuti intorno alla base della scultura, alla

potatura delle fronde circostanti, per chiudersi con l’installazione di un delimitatore per musei, con tanto di targhetta che riporta le informazioni sull’opera.

Riferisce Angoli di Vega:

L’operazione di ripulitura è stata possibile grazie all’opera di un gruppo di persone comuni, che ritengono che la riqualificazione degli spazi del Vega debba muovere dal basso e dalla buona volontà di coloro che di questi spazi usufruiscono.

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