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Il figlio maschio, di Giuseppina Torregrossa

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Titolo: Il figlio maschio
Autore: Giuseppina Torregrossa
Editore: Rizzoli
Collana: Narrativa Moderna e Contemporanea
Prezzo: 18,50 Euro

Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno.
Giuseppina TorregrossaNel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’assaggiatrice, e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Presso Mondadori ha pubblicato Il conto delle minne (2009), tradotto in dieci lingue, e Manna e miele, ferro e fuoco (2011) e Panza e prisenza (2013). Nel 2015 è stata insignita del Premio Baccante.

Siamo in Sicilia, in quella Sicilia bella, operosa attiva creatrice di eccellenze. Il figlio maschio di Giuseppina Torregrossa è un gioiello, un libro da leggere e goderne. Si respirano gli odori della Sicilia. Anche la scelta dell’autrice di parlare spesso in dialetto è superba, ti permette di vivere più profondamente l’anima dei suoi protagonisti. E sembra di tornare ai racconti familiari delle nostre nonne.

Narra la nascita delle librerie ed editori Cavallotti, una realtà ancora esistente e viva in Sicilia con le figlie, sì figlie, perché il figlio maschio in questa dinastia era rarissimo, ne conosciamo appena due in generazioni diverse. Filippo inizia a vendere libri su una bancarella a Palermo, per poi aprire la prima libreria e man mano arrivare all’editoria. Non è Filippo il figlio maschio che cambierà le sorti della famiglia, ma suo nipote Vito, figlio della sua amata sorella Concettina. Uomini dediti al lavoro e capaci con la caparbietà, il talento ed il duro lavoro a creare in Sicilia una realtà che ancora esiste. Tradizione continuata dalle figlie di Vito, perché anche lui ha solo figlie femmine.

E da qui si dipana tutta la storia di questa gloriosa famiglia, tra gioie dolori, ma anche tanto amore e sostegno vicendevole, nei momenti buoni ma anche in quelli duri.
È una storia bella, d’altri tempi quasi. Inizia con Don Turiddu uomo rozzo e dedito alla terra, sposato con Concetta, donna volitiva. Mentre lui si aspetta che almeno un figlio maschio erediti la sua terra, sua moglie vuole che studino e vadano oltre educandoli ai libri da subito, soprattutto Filippo, che, del resto, è l’unico figlio maschio rimasto, visto che gli altri tre sono emigrati all’estero. Ma Filippo muore durante la guerra impegnato nella resistenza italiana al fascismo. Sarà Vito a creare la prima libreria self service d’Italia, con poltrone e spazi di lettura per i clienti.

Si respira l’amore per i libri e la gioia della lettura come fonte di arricchimento.

Io avrei fatto la libraia comunque rispose Cetti con sicurezza. Adoro i libri specie se antichi. Mi piace la carta, le copertine di cuoio, le incisioni.
Io invece non è che ho proprio tutta questa passione per i libri in sé. Mi piacciono le storie, le vite degli altri, i viaggi avventurosi, gli amori, quelli proibiti e quelli benedetti dio, le amicizie e tutte le passioni in genere. Dietro i dorsi nervosi e gli spigoli smussi ci sono vite intere. Esistenze che possono cambiare con un tratto di penna; ragazzacci che si redimono grazie ad un capitolo in più. Insomma, i romanzi li adoro e anche le fiabe e le novelle illustrate. Poi se le copertine sono belle, dure, morbide, colorate non me ne importa niente disse Luisa […]

Un libro da leggere. Io mi sono innamorata di questa famiglia, ho parteggiato apertamente per Concettina, che attraverso suo figlio Vito, si prende la rivincita per una vita ed un matrimonio non voluto, imposto dalla famiglia, come a quei tempi spesso succedeva.
I personaggi sono bellissimi, non perfetti ma umani fino in fondo.

La Torregrossa è riuscita nel suo intento, far conoscere la Sicilia che vive.

Trama
Sicilia, 1923. Don Turiddu è un uomo ruvido, forte, che tocca, allo stesso modo, il corpo di sua moglie e la terra del feudo di Testasecca. Concetta è irruenta, passionale, sa quando obbedire e sa, all’occorrenza, come farsi ascoltare: tra le lenzuola. Dei loro tredici figli, solo quattro sono maschi e tre, ormai grandi, hanno cercato fortuna lontano da casa. Tocca a Filippo, allora, subire le aspettative dei genitori: quelle di Concetta che lo vorrebbe uomo di cultura e quelle del padre che lo reclama con sé in campagna, “perché la poesia minchiata è”.

Eppure non sarà lui il tanto atteso “figlio maschio”, quello prescelto dal destino a determinare le sorti della famiglia…

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Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.