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Commemorazione annuale del pio transito di Don Giuseppe Ambrosio

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Don Giuseppe Ambrosio


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Il 16 gennaio Santa Messa al Santuario di San Giuseppe a San Giuseppe Vesuviano (NA)

Riceviamo e pubblichiamo dalla Real Commissione per l’Italia Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Anche quest’anno i Padri Giuseppini di San Giuseppe Vesuviano (NA), tramite Padre Angelo Catapano , C.S.I. e il Superiore Padre Rosario Avino, C.S.I., hanno invitato la Rappresentanza di Nola – Terra di Lavoro della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano a presenziare alle ore 18:30 di giovedì 16 gennaio 2020 alla Santa Messa di commemorazione annuale per il 63° anniversario del pio transito di Don Giuseppe Ambrosio, fondatore del Santuario di San Giuseppe e morto in odore di santità, per impetrarne la causa di beatificazione.

Don Peppino è legato all’Ordine Costantiniano, in quanto nominato all’epoca Cappellano di Merito da S.A.R. il Principe Don Alfonso di Borbone delle Due Sicilie, Conte di Caserta, Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie e Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, fratello minore e successore di S.M. Francesco II di Borbone.

Alla costruzione del Santuario dedicato a S. Giuseppe, si aggiungono anche le opere pie costruite ed istituite da Don Peppino – orfanotrofio, scuola di formazione, ospizio, ecc. – sulla stessa linea di quelle opere istituite a Pompei dal suo fraterno amico, il Beato Bartolo Longo, con il quale condivise le aspettative, le finalità e le ansie.

Il Santuario di San Giuseppe a San Giuseppe Vesuviano è tra i più importanti santuari dedicati a San Giuseppe, nella città metropolitana di Napoli, a oriente del Vesuvio e del monte Somma, a 10 km da Pompei (NA).

La sua storia risale al 1622, quando viene donato il terreno per la costruzione di una chiesetta intitolata a San Giuseppe, che comincia a dare il nome alla località ed è situata nella piazza centrale.

Nel 1683 diventa parrocchia e nel corso del Settecento si edifica una chiesa più grande per l’aumentata popolazione. Solo all’inizio del Novecento si pensa ad un santuario monumentale nel nome del Patrono sulla scia di quello di Pompei. Il progetto, ideato dall’Ing. Francesco Foschini, è di impianto classico – basilicale, a croce latina e tre navate. Don Giuseppe Ambrosio, chiamato popolarmente ‘Don Peppino’, pio e ardimentoso sacerdote del luogo, ne diventa l’artefice, il fondatore e l’anima. Dal 1928 la chiesa è affidata ai padri della Congregazione di San Giuseppe, detti comunemente Giuseppini del Murialdo, che gestiscono anche la casa parrocchiale, il centro giovanile e l’accoglienza.

Don Giuseppe Ambrosio è da annoverare nella storia tra i più insigni apostoli di San Giuseppe. Chiaramente della devozione verso il santo, che è il Patrono universale della Chiesa, ma anche di quel paese che ai piedi del Vesuvio ne porta il nome dal Seicento, in particolare di quel santuario ivi innalzato grazie alla sua dedizione tenace per oltre cinquant’anni.

Nacque a San Giuseppe Vesuviano il 24 marzo 1871 e morì ivi il 16 gennaio 1957. Le tappe della sua vita, dopo la consacrazione sacerdotale nel 1895 a Nola e l’assunzione della direzione dei lavori per la chiesa parrocchiale del paese natio nel 1899, vengono scandite dalle successive inaugurazioni: le colonne, 1905, la cupola, 1908, la facciata, 1926, l’interno, 1935, l’organo, 1948, l’altare maggiore, 1955.

Azione che si estende pure alla realizzazione di un centro per i minori nel 1909 ed uno per gli anziani nel 1935, nonché della ‘casa del pellegrino’ nel 1937. Fonda il periodico “La voce di San Giuseppe” per la diffusione nel mondo del culto verso lo Sposo di Maria, 1902. Innumerevoli i suoi viaggi, specialmente per la Campania e la Puglia, ma un po’ in tutte le regioni d’Italia e all’estero, nell’America del nord, 1929, e del sud, 1934.

La sua missione è coinvolgere i benefattori nella costruzione del santuario, che deve essere ‘monumentale’, degno del Custode del Redentore, sulla scia di quello elevato alla sua Sposa nella vicina Pompei. Indubbiamente però il suo compito più profondo è quello di trasmettere l’amore per San Giuseppe, la fiducia agli ammalati, il conforto ai tribolati, la fede ai lontani.

Non si contano le grazie e le guarigioni ottenute tramite il suo intervento nel nome del Patrono. Cresce dunque attorno a lui una ‘famiglia spirituale’, una vasta cerchia di amici, devoti e ammiratori. Conta sulla fede, sull’aiuto di tanti piccoli offerenti, sull’appoggio della povera gente e degli emigrati. Tra i suoi grandi sostenitori si segnalano San Pio X e il beato Bartolo Longo.

Questi i titoli, che già da soli tratteggiano la figura di Don Peppino:
L’uomo giusto al posto giusto – Personaggio carismatico e coinvolgente – Nunzio del santuario di San Giuseppe – Sacerdote con un voto in più – Amico degli orfani e dei sofferenti – Angelo con le ali al cuore e ai piedi – Un secondo Bartolo Longo – Padre e pastore del suo popolo – Pellegrino in mezzo mondo – L’ombra di san Giuseppe – Ospite graditissimo e desideratissimo – Un’anima ardente e ardita – Operatore instancabile di carità – Insigne apostolo di San Giuseppe.

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