Home Territorio Avvincente ‘Dux in scatola’ di Daniele Timpano

Avvincente ‘Dux in scatola’ di Daniele Timpano

1363
Dux in scatola foto di Massimo Avenali


Download PDF

L’opera riprende il martirio della salma del duce e il momento storico che segue la caduta del fascismo.

Ieri 11 novembre, ore 21:00 presso il TRAM, Via Port’Alba, 30, Napoli, la Compagnia Frosini/Timpano è andata in scena con ‘Dux in scatola – autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito’, drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano, collaborazione artistica Valentina Cannizzaro e Gabriele Linari, produzione amnesiA vivacE, in collaborazione con Rialto Santambrogio, Consorzio Ubusettete.

L’opera di Timpano non è né l’apologia del fascismo, né l’esaltazione della resistenza italiana. È il racconto di una salma martoriata, che ha subito ogni tipo di violazione e vilipendio, sbattuta da una parte all’altra d’Italia per i motivi più biechi: dalla strumentalizzazione, al possesso della reliquia quasi fosse un feticcio. Con il dato di non poco conto che il cadavere in questione è quello del Duce.

E Daniele Timpano in scena si muove proprio come ci si immagina i morti viventi, attaccati ai brandelli di carne e ai piccoli mucchi di ossa, con una loquacità sagace ed incalzante, a tratti ossessivo-compulsiva, a sottolineare sensazioni e stati d’animo inquietanti e turpi.

Durante la narrazione dei fatti storici, dall’uccisione di Benito Mussolini e dell’amante Claretta Petacci da parte dei partigiani, alla messa in mostra delle loro spoglie in Piazzale Loreto a Milano, fanno da sfondo i conflitti politici e ideologici di quegli anni a cavallo e successivi al secondo conflitto mondiale, arricchiti da aneddoti e cronache degli uomini del tempo. E non fa molta differenza che a parlare fossero uomini di destra o sinistra, partigiani o fascisti.

È morto quel cane tignoso

affermeranno i partigiani Luigi Longo e Sandro Pertini.

Con i negri non si fraternizza

Indro Montanelli a proposito della missione italiana in Etiopia.

Dalle osservazioni dei resti di Mussolini non viene alcun tipo di esaltazione per fazione politica o ideologica, né tantomeno trasalimento per essere stato in vita il corpo del leader fascista

Il più bello degli italiani.

Piuttosto empaticamente ci si trova a solidarizzare con un corpo torturato e che per anni non troverà pace dilaniato tra un loculo e l’altro d’Italia.

Mi hanno sparato, preso a calci, pisciato addosso, pestato, calpestato, messo in un furgone, fatto l’autopsia.

Il mio cervello è stato diviso in tre parti. Attualmente una di queste è a Washington.

E attenzione, non si tratta certo di simpatizzare per un dittatore, bensì di ritrovarsi a riflettere sul diritto naturale di rispettare i cadaveri, indipendentemente dal tipo di vita condotta.

Assolutamente acuta la difficoltà della salma di pronunciare la parola Repubblica, a sottolineare l’incapacità ancora attualissima degli italiani di vivere un sistema repubblicano; e l’affermazione

L’Italia è il Duce e il Duce è tutta l’Italia.

a rimarcare che i vertici di un sistema politico non sono altro che lo specchio stesso del popolo che quei vertici emana.

Magistrale, ironica e brillante sia la scrittura che l’interpretazione. Daniele Timpano è da solo in scena per tutta la durata dello spettacolo con la sola compagnia di un baule.

Intense le citazioni e i riferimenti agli esponenti del panorama culturale di quegli anni: Gadda e Marinetti.

Ben studiate le luci e perfetta le regia nel tenere insieme tutte le parti, ritmicamente complesse, dello spettacolo. Belli i colori anarco-comunisti della mise di Daniele Timpano, in doppiopetto nero e cravatta rossa.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.