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Anorexia: l’inganno dello specchio

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Una frase banale, un apprezzamento poco cortese, uno sguardo di monito possono condurre la fragile psiche di un’adolescente a varcare la soglia del “buco nero” di se stessa, inoltrandosi per un sentiero oscuro e tortuoso, avendo come “compagno di viaggio” il tormento.
Lo scorso giugno, la Società italiana di Pediatria, durante un congresso ha lanciato un allarme incisivo su cui riflettere: in Italia, i casi di anoressia e bulimia sono in aumento tra le giovani donne ricomprese nella fascia di età fra i 15 ed i 25 anni; ma cosa ancor più grave è che la soglia minima di età di ragazze affette da disturbi alimentari è vertiginosamente scesa ad otto anni!!!

Ciò significa che i soggetti responsabili di acclarare la presenza di tali disturbi, sono inizialmente proprio i pediatri ed i genitori.
Ovviamente, anche i ragazzi possono essere colpiti da tali disagi, ma la percentuale è notevolmente inferiore rispetto a quella femminile.

Non è il corpo l’origine del problema, bensì qualcosa di recondito, di annidato in una parte spirituale di sé che probabilmente ha cominciato a “sanguinare” tempo addietro, molto prima del suo manifestarsi.
Il corpo, o meglio, la gestione del suo peso finalizzata ad una continua e perenne deminutio, è lo strumento con cui la persona tenta di manipolare, di dominare il proprio “male interiore” a cui non sa dar nome, né volto, né identità.

Il tempo lentamente, lascia affiorare i segni di quell’insano malessere che si nutre fra le ombre dell’anima, della mente, del sentire più intimo e profondo. Si impara a mentire, a sminuzzare con cura il cibo nel piatto, cercando di occultarlo tra foglie di insalata o fazzoletti da tavola; si comincia ad eliminare alcuni alimenti; s’impara a vomitare silenziosamente, inghiottendo al contempo il respiro della vita che si tenta di ridurre assieme al corpo.

Lo specchio, quel maledetto “riflesso magico” di sé, diventa, senza volerlo, il peggiore degli ingannatori; una sorta di “Tremotino”, un mentitore con cui si stipula un contratto in cui si combattono fino allo stremo Vita e Morte.
Ci si guarda in quello specchio: ma non si manifesta una “regina”, che per quanto arcigna, è un essere consapevole della sua malignità viscerale; ciò che si presenta invece ai propri occhi è un essere goffo, grasso, disomogeneo, orribilmente privo di armonia corporea.
In tutto ciò, si cela l’“inganno dello specchio”: la chiamano “dismorfofobia”, l’ossessionante paura che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, figlia dell’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea.

La verità è che la fanciulla che viene risucchiata in quest’oscuro vortice di dolore e frustrazione, perde giorno per giorno, attimo dopo attimo, il controllo di sé stessa, preoccupandosi solamente di ingerire minori quantità di cibo, con lo scopo di eliminarlo del tutto: ma non basta!

L’amico specchio è lì di fronte che spudoratamente condanna, accusa, mostra ingannevolmente ciò che la tua mente malata edulcora e ridisegna negativamente: anche se la bilancia ti urla contro il tuo peso reale, annunciandoti che ti stai trascinando verso la morte, lo specchio ti mostra l’immagine di ciò che non sei: non vedi le tue ossa sporgere dalla pelle ingiallita della tua misera e residuale muscolatura, ma noti soltanto che le tue fattezze corporee non corrispondono all’immagine esile che tu hai di te.

Nascondi il tuo vuoto interiore, dietro abiti larghi in cui smarrisci il tuo corpo e te stessa.
Il buio s’impadronisce dei tuoi pensieri e la luce, quella luce oramai, non la cerchi più.
Non esistono farmaci, né cure specifiche per debellare questo male di vivere che fa mattanza di giovani donne nel fiore degli anni.

Si appassisce come fiori privi di linfa; morendo giorno per giorno. Se arrivi in ospedale poi, perché il tuo peso è diventato oggettivamente “indecente” per avere la forza di continuare a vivere, le uniche terapie farmacologiche che vengono effettuate, mirano al ripristino di un peso “normale”, ma non curano il male che ti porti dentro e che ti divora il respiro dell’anima !!!
Esisti soltanto tu ed il vuoto intorno.

Fortunatamente ci sono centri, associazioni, pool di psichiatri, psicologi e nutrizionisti che lavorando in completa sinergia tra di loro, e seguendo dei protocolli mirati, riescono in molti casi a tirar via dal tunnel oscuro decine e decine di giovani donne e, anche ragazzi, che cadono nelle fauci dell’anoressia e della bulimia.
Molti professionisti del settore sostengono che l’aiuto genuino ed amorevole dei familiari e di personale medico specializzato e qualificato, possono, insieme, essere l’unica via d’uscita che porta alla salvezza queste giovani vite.

La risposta è nell’Amore, nella comprensione, nella ricerca interiore, nell’attenzione.
Non ha importanza il tempo, ma come questo tempo e con quali adeguati strumenti è impiegato.

Un sasso, lanciato con volontà di continuare a vivere in quello specchio mentitore, ne frantuma il maleficio dell’inganno, annullandolo per sempre.

Le favole insegnano che, spesso, le streghe più temute e cattive, erano in realtà delle splendide fate o semplici donne tradite dall’umanità dell’Amore: questo stesso Amore, probabilmente, è ciò che può riportare la strega che vedi in quello specchio di dolore e frustrazione alla “fata” o alla donna genuina che eri all’origine.

A volte le ali possono tornare, basta ricordarsi di respirare…

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".