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‘ZiFonso’ al Nouveau Théâtre de Poche

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'ZiFonso'


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Il secondo appuntamento della rassegna ‘Effetto farfalla’ in scena il 27 e 28 gennaio nella suggestiva sala teatrale partenopea

Dopo l’ottimo debutto della stagione teatrale ‘Effetto farfalla’ del Nouveau Théâtre de Poche di Napoli, direzione artistica di Massimo De Matteo, Sergio Di Paola e Peppe Miale, con lo spettacolo ‘Matrioska’, testo e regia di Cinzia Cordella, andato in scena dal 1° al 3 dicembre 2023, si prosegue sabato 27 gennaio 2024, ore 21:00, e domenica 28 gennaio, ore 19:00, con la pièce ‘ZiFonso’ di e con Pierluigi Tortora.

Sinossi

‘ZiFonso’ racconta la storia di Don Alfonso Alfano, un grandissimo salesiano degno erede di Don Bosco. Nato nel 1936 in provincia di Napoli, ZiFonso, così chiamato da tutti i suoi ragazzi nella sua lunga vita di salesiano, ha lasciato tantissime opere a favore dei suoi giovani più deboli ed emarginati, creando così le condizioni per il loro inserimento nella vita di ogni giorno.

La sua semplicità, l’ostinata ricerca degli ultimi senza lasciare indietro nessuno ne hanno fatto una specie di santo in terra. Le sue tracce sono presenti a Caserta, Soverato, in Africa, a Roma, a Napoli e in tantissimi altri luoghi.

Ogni sera racconto con gioia la storia di un uomo semplicemente straordinario.

Grafica Daniele Giampaolo

Per info e prenotazioni:
Nouveau Théâtre de Poche
Via Salvatore Tommasi 15/16
Napoli
081-5490928 / 331-2714592
theatre.depoche@libero.it

I prossimi spettacoli in rassegna

'Effetto farfalla'

23, 24 e 25 febbraio
‘Il modello di Rodin – La costruzione di un perdente’
testo e regia di Antonio Mocciola
Con Giordano Bassetti
Aiuto regia Barbara Lafratta

Sinossi

Fermare il tempo, frenare lo sfacelo del corpo e della mente: l’ossessione di Rodin coinvolge, e infine plagia, il suo modello preferito, l’ignaro soldato Neyt, chiamato a posare, nudo e soprattutto disarmato, per impersonare ‘Il perdente’, ovvero la Francia umiliata dalla Prussia.

In un torbido gioco sadomasochistico, si scolpisce per sempre – assieme a una statua di spaventosa verità, che farà scandalo – il rapporto umano, e un po’ divino, tra creatore e creatura.

Bruxelles, 1877. Auguste Neyt, il modello dell’opera più celebre e controversa di Auguste Rodin, rivive attraverso un monologo lancinante e scabroso di Antonio Mocciola, in cui si rincorrono le ombre di una  dipendenza materiale e affettiva, che diventa abuso, deriva, ipnosi, droga, dolore, buio e infine rigenerazione.

8, 9 e 10 marzo
‘La legge non ammette Serafini’
un progetto di T.S.O. (Teatro Sotto Osservazione)
testo e regia di Salvatore Testa
Regia Salvatore Testa
Aiuto Regia Gennaro Madonna
Assistente alla regia Alessandro Berlino
costumi Maria Carmen Falanga
con: Pasquale Aprile, Giulia Piscitelli, Salvatore Testa, Marica Nicolai

Sinossi

‘La legge non ammette Serafini’ è la storia di quattro vite al margine, ognuna per motivi diversi, ma uguali nell’esito, ovvero quello di essere esclusi dalla società.

Nancy Star: una speaker che non accetta il suo corpo, sta per essere licenziata dalla radio locale in cui lavora.

Lino: un ex carcerato che dopo diversi tentativi falliti di reinserimento in società, è alla ricerca di un suicidio plateale.

Veronica: una donna moldava, da anni in Italia, nel suo complesso adattamento in un paese feroce.

Serafino: un timido matto, che gira portando con se una cassa di legno, unico tesoro in una vita senza affetti e senza pensieri «normali».

Sono le vite di questi quattro angeli senza ali, serafini appunto, che intrecciandosi danno corpo ad una storia che ambisce a riscattare almeno un principio di umanità in queste esistenze disgregate.

22, 23 e 24 marzo
‘Io sono Plurale’
Produzione RI.TE.NA. Teatro
Regia e adattamento testuale Maria Claudia Pesapane
con Daria D’Amore, Chiara Di Bernardo, Mariano Di Palo
Scene Maria Teresa D’Alessio
Costumi Rosario Martone
Luci Fabio Di Gesto

Sinossi

‘Io sono Plurale’ è il flusso di coscienza di chi non si ritrova più nella vita, di chi ha bisogno di esorcizzare ricordi che ossessionano e impediscono di perdonare e perdonarsi, per sentirsi ancora una volta liberi di vivere.

Io sono Plurale’ è la storia di una rinascita da un grande dolore, dalla
fine di una relazione travolgente, che ha abbandonato Graciela, la protagonista del nostro spettacolo, in un vortice nero dal quale ha creduto non sarebbe stata più in grado di rialzarsi.

Note di regia

‘Niente somiglia all’inferno, più di una storia d’amore felice’.
E se un giorno, ti accorgessi di esserti creato un’illusione attorno a te, qualcosa in cui eri il solo a credere?

Se un giorno ti rendessi conto che il tempo ti ha cambiato e ha distrutto quel paradiso che ti eri costruito dove credevi che tutto fosse possibile?

È la crisi… è il senso di vuoto, e al nostro interno la sterile eco della nostra voce che ci mette di fronte alla solitudine di noi stessi.

Ci invade la rabbia, la delusione, e la paura di doversi ricostruire da capo è cosi forte da spingerci all’inazione.

Ma tutti al nostro interno possediamo un luogo in cui sono custoditi i nostri sogni, un’energia vitale ricca di stimoli e scopi, come un ‘Pozzo dei Desideri’. Ecco che allora parte la ribellione, la voglia di ritrovare la felicità e l’identità perduta.

Ma per poterci riscattare, per poterci rialzare abbiamo bisogno di ‘vomitare’ il nostro male, di restituirgli una forma, di averlo lì davanti a nostri occhi, guardarlo, riviverlo e comprendere che è fatto di una sostanza distruttibile.

‘Io sono Plurale’ è il flusso di coscienza di chi non si ritrova più
nella vita, di chi ha bisogno di esorcizzare ricordi che ossessionano e impediscono di perdonare e perdonarsi, per sentirsi ancora una volta liberi di vivere.
Maria Claudia Pesapane

6 e 7 aprile
‘Il cavalieRE’
Interprete: Andrea Colangelo
Arrangiamenti ed esecuzione: Raphaël Dumas
Ideazione e direzione: Igor Geat

Sinossi

Il Cavaliere – Compagnie Les Voix Inpopulaires. L’opera appartiene alla ‘Trilogia della libertà’, della quale fanno parte: ‘Il ServitoRE’, ‘Il CavalieRE’ e ‘Il RE’ di Igor Geat, che vuole indagare le dinamiche filosofiche della dialettica hegeliana ‘servo – padrone’, fino ad arrivare al più ampio concetto di rapporto di forza tra servaggio e schiavitù.

‘Il CavalieRE’ è un’opera teatrale originale, scritta e diretta da Igor Geat con musiche originali, eseguite dal vivo, composte da Andrea Colangelo e Raphaël Dumas.

L’opera indaga sulla genesi del personaggio di Don Chisciotte a partire dalla biografia del suo autore, Miguel de Cervantes. Una biografia ricca di eventi
sorprendenti, un viaggio teso tra misticismo e militanza, tra umiliazione e celebrazione.

L’opera muove da un fatto storico, la Grande battaglia navale di Lepanto, la battaglia che vide il mondo occidentale e quello orientale scontrarsi nell’eterna lotta per l’affermazione dei propri principi.

Battaglia che, nel 1571, coinvolse l’intero scacchiere d’Europa e vide Cervantes arruolato sulle galee della Santa Lega, che muovevano alla volta di Lepanto, per annientare, sotto il segno della croce cristiana, i musulmani dell’Impero ottomano.

Sedotto dalla guerra, irretito dalla fede, pronto a combattere nel nome di un ideale, fatto prigioniero, umiliato e poi celebrato come intellettuale, letterato e uomo di teatro, Cervantes ha saputo esorcizzare la follia della Guerra Santa dando origine a una delle più celebri maschere che la storia della letteratura mondiale possa ricordare: il Don Chisciotte.

Oggi, che il sordido rumore bianco della guerra scuote ancora la nostra esistenza e solca la nostra madreterra falcidiando migliaia di vite innocenti, l’antieroe per eccellenza, ‘il tristo cavaliere’ che rovina nelle folli imprese, scagliando la sua lancia nelle pale dei mulini a vento, è forse il monito più alto ad ogni demagogia e sete di potere.

12, 13 14 aprile
‘Charlie Chaplin – L’uomo dietro la maschera’
Drammaturgia e regia Franco Nappi
Con: Mario Autore Franco Nappi Chiara Vitiello

Sinossi

In un lungo flashback, la travagliata storia intima del genio del cinema muto. Con il suo personaggio più famoso, Charlot il vagabondo, Chaplin resiste, dopo più di un secolo, come simbolo di una teatralità fatta solo di sguardi e di azioni e mai di parole.

In un’orbita semi onirica viene ripercorsa tutta la vita dell’attore, a cominciare dalla sua infanzia e l’amore incondizionato per sua madre, il successo e il rapporto con suo fratello Sidney, i matrimoni e i divorzi, fino all’esilio in vecchiaia, circondato dall’amore della quarta moglie Oona e dei numerosi figli, nipoti e pronipoti, in quel Natale del 1977.

Note di regia

Il Demiurgo racconta il genio di Charlie Chaplin in uno spettacolo ambizioso e originale, già portato in scena nel parco di Villa d’Ayala – Valva e al Maschio Angioino di Napoli, per raccontare la storia di uno dei cineasti più straordinari, influenti e completi della storia.

Lo spettacolo miscela l’ironia e la malinconia, la creatività onirica e il realismo ammiccando al linguaggio cinematografico scandendo temi e argomenti con tecniche cinematografiche.

Ma è soprattutto l’ambizioso tentativo di portare in scena l’uomo dietro la maschera: Chaplin non è stato solo un artista impareggiabile. È stato un uomo incredibilmente interessante e discusso: una vita privata fatta di leggende e miti mai confermati, di amori impossibili, di potentissime e complesse relazioni familiari.

Chaplin, dietro la maschera comica di Charlot, ebbe una storia incredibile, che conobbe i morsi della povertà e della fame, il dolore dell’abbandono, l’epica della rinascita e della scalata al successo.

La storia di Chaplin è anche la storia del ‘900: la depressione e il boom economico, la nascita dell’industria creativa, l’esplosione di Hollywood, il nazismo e l’antisemitismo, il maccartismo e l’anticomunismo, la guerra fredda, tutto attraversato da assoluto protagonista.

In scena, a vestire i panni di Chaplin, Mario Autore, candidato ai Nastri d’argento 2021 con ‘I Fratelli De Filippo’ di Sergio Rubini. Con lui Franco Nappi, Sidney Chaplin, e Chiara Vitiello, che interpreterà tutte le donne della sua vita, dalla madre alle mogli.
Franco Nappi

3, 4 e 5 maggio
‘Art’
di Yasmina Reza
regia di Salvatore Scotto D’Apollonia
con Andrea Cioffi Davide Mazzella Simone Mazzella
aiuto regia Mario Cangiano

Note di regia

Serge ha acquistato un quadro, totalmente dipinto di bianco, per la modica cifra di duecentomila euro, e ne va fiero.

Marc non si capacita: come può il suo migliore amico essere impazzito al punto tale da spendere uno sproposito per ‘quella merda’?

Yvan non sa che pesci prendere: meglio non schierarsi, è già abbastanza depresso a causa del suo matrimonio imminente e vorrebbe solo che Serge e Marc si dessero una calmata e lo abbracciassero forte forte.

Ma date le premesse, quella che doveva essere una tranquilla serata da amici diventa uno scontro sul ring; il campo per un regolamento di conti tra maschi talmente ineducati emotivamente e razionalmente da traboccare di egoismo, meschinità ed ipocrisia.

La malinconia per il passato, il mancato riconoscimento di se stessi e le insolute difficoltà della vita adulta, si fanno strada in un inarrestabile divenire che solo un’insperata forza di volontà può riuscire ad arginare.
Salvatore Scotto D’Apollonia

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