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Marzio Honorato si racconta ad ExPartibus

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Marzio Honorato


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Il Renato Poggi di UPAS intervistato in occasione del ventennale

Incontriamo il grande Marzio Honorato nel Centro di Produzione Rai di Napoli in occasione dei festeggiamenti per il ventennale della lunga serialità Un Posto al Sole. Siamo negli studi di registrazione ed esattamente di fianco al tavolo da biliardo di “Caffè Vulcano”.

Inutile dire che lui e gli altri attori sono bersagliati da giornalisti, blogger e ammiratori accorsi per celebrare questa importante ricorrenza, tutti in attesa di poter finalmente avvicinare coloro che, in qualche modo, fanno da sempre parte della nostra quotidianità, accompagnando tutte le nostre serate.

Non ci era stato comunicato chi del cast sarebbe stato presente, forse per non guastare l’effetto sorpresa, per cui è stata una piacevolissima sorpresa scorgerlo tra la folla, considerando che era un bel po’ che mi sarebbe piaciuto conoscerlo.
In più, papà, anche lui fan del real drama fin dalla prima puntata, si era particolarmente raccomandato che nel caso Honorato ci fosse stato, avrei dovuto sì intervistarlo, ma soprattutto fargli i complimenti da parte sua per l’immensa bravura.

A colpirmi in lui sono, innanzitutto, il calore del sorriso, la sincerità dello sguardo e l’estremo garbo con cui si porge. Poco prima l’ho visto scherzare con uno dei colleghi in un divertente scambio di battute relativo a chi dei due dovesse mangiare un’invitante pizzetta del buffet generosamente offerto dal Dott. Pinto, Direttore del Centro di Produzione.

La prima curiosità che mi viene da porgli è, ovviamente, sull’evoluzione del suo personaggio, Renato Poggi, presente nel cast dalla prima puntata.
Per anni, il commercialista è stato un importante dirigente d’azienda che ha fatto della correttezza professionale e della lealtà umana i suoi punti di forza. Ora, in pensione da un po’, sembra a tratti spaesato da questa forzata inattività e riversa, ancor più di sempre, sui figli le proprie aspettative risultando, a volte, anche troppo premuroso.

Nel corso di questi vent’anni Renato ha affrontato una serie di cambiamenti che credo possano rispettare concretamente la realtà. Il rapporto di un professionista medio-alto, classe borghese appunto, che vive poi tutti i problemi che un personaggio del genere può affrontare dai 45 ai 65 anni circa.
Gli scrittori sono stati molto bravi ad attenersi ad una certa verosimiglianza di quello che accade in un lasso di tempo così lungo. Era impensabile che Renato affrontasse ogni situazione allo stesso modo come se il tempo non scorresse affatto.
L’età matura gli ha dato una caratterizzazione ancor più profonda, con le immancabili preoccupazioni verso i figli che, crescendo, si sono affacciati alla vita con scelte che in parte non ha condiviso. Eppure, anche a volte brontolando, non ha mai fatto mancare loro il suo sostegno e il suo amore.

Anche con l’ex moglie, Giulia, è riuscito a conservare un rapporto che, paradossalmente, dopo il divorzio li ha avvicinati rendendoli più complici. Dopo di lei ha avuto altre storie, una veramente importante con Adriana, ma la sua insicurezza di fondo, unita al timore di invecchiare, sembra renderlo cauto nell’abbandonarsi totalmente a storie d’amore trascinanti.
Vedremo che piega prenderà il suo legame con Nadia.

Il rapporto cameratesco con il cognato Raffaele e con l’amico Otello, condito da spassose gag, lo rende molto divertente e contribuisce ad alleggerirne il carattere riflessivo.
Il fatto poi che con Patrizio Rispo e Lucio Allocca ci lasciamo anche andare a momenti di improvvisazione, fatta sempre con serietà e seguendo regole precise, rende tutto più spontaneo e naturale, ma siamo noi stessi, prima di tutto, a divertirci.

L’omaggio all’immensa tradizione partenopea, soprattutto a Totò e Peppino De Filippo, è palese.

Quanta libertà vi viene generalmente lasciata dai registi nel vostro modo di approcciarvi alle scene?

È un discorso che diventa molto delicato e personale.
In Un Posto al Sole recitiamo noi “anziani” con una carriera significativa alle spalle, avendo avuto la fortuna di lavorare accanto a grandi artisti e diretti da registi importanti, e ci permettiamo di avere più autonomia rispetto ai “giovani” talentuosi, che hanno iniziato con noi e sono più o meno alle prime armi. Loro non avrebbero l’esperienza e la capacità di gestire in maniera autonoma determinate situazioni che non siano “solo” le battute.
Per quanto riguarda me personalmente, sono fortunato; gli autori sono molto buoni, mi danno ampio margine di libertà e flessibilità.
Naturalmente ognuno di noi, come attore, sulla base di indicazioni specifiche, “condisce” il suo personaggio con le “proprie spezie”, con riferimenti più o meno diretti al proprio vissuto e alla propria interiorità per rendere “teatrale” questa realtà.

Ed eccoci arrivare al teatro. Avremo presto l’onore di vederla recitare sul palco?

Al momento non credo accadrà. Archiviata la mia importante ed indimenticabile esperienza con Eduardo De Filippo che mi ha insegnato praticamente tutto, iniziandomi ai segreti dell’arte teatrale, alla semplicità ed essenza della parola, ho fatto altri spettacoli, l’ultimo dei quali, “Ferdinando”, con Isa Danieli e Luisa Amatucci.
Per ora, non sento la necessità di cimentarmi direttamente in quell’ambito… poi si vedrà…
Il mio secondo maestro, per il cinema, è stato Nino Manfredi e anche con lui ho avuto un ottimo rapporto, seppur diverso, data la differenza caratteriale tra i due grandiosi Artisti. Mi ha insegnato pazientemente i tempi del grande schermo, dissimili da quelli sul palcoscenico, sottolineando la differenza di linguaggi e metodi di recitazione di tv e cinema rispetto al teatro. Sono loro i due Maestri cui devo ogni mio successo.

Qualche progetto nell’immediato di cui ci può parlare?

Tanti i progetti in campo, da un punto di vista più societario che attoriale.
Con il mio amico e collega Germano Bellavia abbiamo una produzione cinematografica, la Maxima Film, con la quale abbiamo prodotto un film “Sodoma… l’altra faccia di Gomorra” e ora abbiamo in cantiere una serie per il web sullo stesse tematiche del film.

A Natale mi divertirò a fare il Direttore Artistico di una manifestazione cui tengo molto, a Boscoreale, che sarà incentrata su film, musica e teatro sul tema del Vesuvio e dei vulcani in generale. Dato il mio ruolo, mi occuperò di scegliere direttamente gli artisti e i film.
Al momento non posso aggiungere di più, ma se pazienterai ne parleremo approfonditamente più in là quando avrò a disposizione maggiori dettagli da poter divulgare.

Nel salutarlo gli porgo i complimenti di papà e lui, sorridendo compiaciuto, risponde, con estrema simpatia

ringrazialo e salutamelo tanto.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.