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L’agape rituale

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Lovis Corinth, Fratelli di loggia, Monaco, 1899
Lovis Corinth, Fratelli di loggia, Monaco, 1899


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In onore di tutti i Massoni, sparsi in due emisferi e sempre uniti nella prospera come avversa sorte.
Rivolgiamo i nostri voti al G.A.D.U. perché si compiaccia soccorrere gli infelici e condurre i viaggiatori in un porto sicuro.

Parto dall’ultimo dei sette brindisi rituali previsto durante le agapi, quello ricolto a tutti noi Fratelli Massoni, di qualsiasi ordine e grado, per sottolineare l’amore che ci unisce.

Agape, non significa altro che “Amore”, ma non il semplice sentimento familiare o amicale, quanto, al contrario, quello più complesso, e forse anche più sfuggente, quasi trascendentale, disinteressato, lontano da qualsiasi forma di egoismo, che è ben noto ai Massoni.

Un amore tra Fratelli, tra persone “illuminate”, vissuto in una forma di “reciprocità”, che diventa banchetto intimo per rinsaldare la nostra fratellanza nelle sue mille sfaccettature.

Non a caso, i Massoni si riuniscono due volte all’anno per celebrare le festività solstiziali: la festa del solstizio d’inverno, dedicata a San Giovanni Evangelista, al quale viene attribuita la faccia del dio Giano, rivolta verso l’aurora, quasi a voler testimoniare la forza vivificatrice della parola, e quella del solstizio d’estate, dedicata a San Giovanni Battista, ritenuto il garante della rinascita della luce.

I solstizi, considerati dei rinnovamenti spirituali, vedono nelle agapi rituali la loro massima espressione, momenti conviviali per la vita massonica e sociale, in cui si rafforzano i legami personali tra i Fratelli e che, agli occhi dei profani altro non sono che un pretesto di giubilo, di grasse abbuffate ed allegre bevute. Quanta superficialità in questi giudizi!

Nessuno, a volte neanche gli stessi Massoni, sa quanto lavoro ci sia dietro l’organizzazione, l’allestimento e la preparazione di un’agape rituale.

Parteciparvi è una condivisione sacralizzata, con un Tempo e uno Spazio anche essi consacrati.

Si preparano determinate pietanze, seguendo specifiche ricette, usando appositi ingredienti, non per saziare il corpo, quanto per nutrire lo spirito, regalando ai presenti un’occasione di profonda riflessione.

La tavola riproduce la volta celeste secondo i cicli astronomici e il capotavola occupa il posto del Sole: in estate la tavola sarà l’emisfero superiore, dove il Venerabile si troverà al Tropico del Cancro, il Primo Sorvegliante in Bilancia, il Secondo Sorvegliante in Ariete, il Segretario in Gemelli e l’Oratore in Leone. Il Venerabile e i Sorveglianti indicano l’inizio delle stagioni e il Segretario e l’Oratore le vere stelle.

Il cibo diventa “simbolo”: pane azimo, vino rosso d’uva, uova sode, verdure fresche di stagione, agnello arrostito su fuoco di legna, frutta fresca di stagione, acqua di fonte. I brindisi fatti, sette, fanno parte di quella ritualità tramandata e da tramandare.

Nello studio del mistero alchemico della trasmutazione del grano e dell’uva in pane e vino, il Massone, in costante ascesa, sa che partecipando ad un’agape non scoprirà di certo la Pietra Filosofale e la formula per tramutare il piombo in oro, ma sa benissimo che quel tesoro è racchiuso nello spirito stesso del Massone; lì c’è la pietra grezza da sgrossare e da rendere cubica.

La forza dei Liberi muratori è presente nella bellezza del loro spirito.
I Massoni, ai quali nulla passa inosservato, hanno avuto in eredità un’antica tradizione: l’obbligo di mantenere viva la fiamma di quella luce che mostra la Bellezza.

I Massoni sono uomini liberi e di buone… abitudini!

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.