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La ricerca dell’Archè

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La ricerca dell'Archè


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Come ogni cosa umana il nostro lavoro è imperfetto, come a volte, imperfetti sono i rapporti che si riescono a stabilire fra l’universo femminile, con la capacità intuitiva ed il sentire cosiddetto lunare, e l’universo maschile, con la razionalità tipica del cammino solare.

Ma siamo tutti perfettamente in accordo nel rilevare le profonde ingiustizie, le persecuzioni, le discriminazioni e gli sfruttamenti che affliggono molto più le donne nel mondo e nella nostra stessa civile e progredita società.

Dalle disquisizioni intorno all’argomento se le donne avessero un’anima, alle discriminazioni sociali generate oggi da una collettività distorta da ideali esclusivamente di carattere economico rispetto a quelli realmente fondamentali per la vita, poco è cambiato ed in poche persone.

Un complesso legislativo ci garantisce parità di diritti, riserva quote di partecipazione e di condivisione scelte ma, dentro di noi, rimangono le stigmate della nostra natura di donne, spose, madri.

Siamo parti distinte di un Uno, eppure sembra che la quella maschile, per sua natura, debba godere di maggiore libertà e capacità speculativa, più diritti effettivi; saremmo uguali se e solo se, rinunciando alla nostra natura di donne e madri, riuscissimo a mascolinizzare le nostre azioni.

In realtà, però, finiremmo per comportarci, in tutte le situazioni, peggio di come potrebbe farlo un uomo e quei lati del nostro io che abbiamo trascurato, dalla femminilità alla maternità ed alla capacità di accompagnare oltre la materia, finirebbero per consumare la nostra anima e con essa l’anima del mondo.

Noi che viviamo nel raffinato e progredito Occidente, siamo quelle che si ritengono fortunate, così come privilegiate si reputano molte che vivono protette contro le barbarie maschili dalle regole dell’Islam, o di tante altre religioni che, solo con i tabù, riescono a frenare quel tratto di violenza che alberga nell’animo maschile e che, se liberato, finisce con lo schiacciare e sopprimere la delicata essenza del femminile, mortificando ed eliminando l’anima femminile. Ma in fondo, non è forse vero che le donne non hanno l’anima?

Utopia è ancora una Società dove i due sessi possano trovare senza incompatibilità la loro strada, il loro valore sociale, il loro peso specifico e distinto della definizione dei ruoli e degli obiettivi della vita: eppure, senza il nostro apporto naturale, il ricco e progredito Occidente ha smarrito i propri valori, percorre inesorabilmente la strada della decadenza mentre energie vigorose e giovani, ma crudeli come solo i ragazzi sanno essere, si preparano a sostituirci.

In questo divenire sono evidenti, forti e costanti i soprusi sul sesso debole, che appare ancora meno rilevante per raggiungere gli obiettivi, anzi è spesso solo un mezzo per ottenerli.

Se, guidati da quella saggezza che solo il tempo sa dare, non saremo noi a trovare gli elementi di bilanciamento e contrappasso da rendere equivalenti i ruoli delle donne e degli uomini, senza alcun sacrificio né dell’una né dell’altra specificità, e non solo nel cammino iniziatico, il futuro potrà solo continuare a sprofondare nella palude dell’inerzia e dell’ignavia. Non solo la parola, ma l’umanità stessa sarà perduta.

Ma forse tutti noi conosciamo qual sia la giusta strada e quali siano le scelte da farsi: dite voi la prima e vi suggerirò la seconda. Solo insieme potremo risvegliare il sentimento che è in grado di rinnovare i mondi. Solo insieme potremo far prevalere sulla viltà il coraggio, sulla morte la vita e sull’odio l’Amore. Solo insieme l’Uno potrà essere letto nella simbologia binaria della materia e forma.

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Autore Rosy Guastafierro

Rosy Guastafierro, giornalista pubblicista, esperta di economia e comunicazione, imprenditrice nel campo discografico e immobiliare, entra giovanissima nell'Ordine della Stella d'Oriente, nel Capitolo Mediterranean One di Napoli. Ha ricoperto le massime cariche a livello nazionale, compreso quello di Worthy Grand Matron del Gran Capitolo Italiano.