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GOI: Napoli porte aperte, ultimo sabato dell’iniziativa

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Casa Massonica


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Domani, sabato 3 giugno, dalle ore 10:00, ultima giornata per la visita della Casa Massonica napoletana del GOI

Giunge al termine l’iniziativa del Collegio dei Maestri Venerabili del Collegio Campania – Lucania, del Grande Oriente d’Italia, ‘Napoli porte aperte – Maggio 2017’, che ha riscosso un successo che è andato oltre le già positive previsioni.

Dopo la presentazione del libro di Sigfrido E. F. HöbelIl Dio del Silenzio – Permanenze della tradizione esoterica egizia a Napoli, edito dalla Stamperia del Valentino, di sabato 27 maggio, resta a disposizione solo la giornata di domani per chi vorrà visitare i locali siti al secondo piano di Galleria Umberto I, 27, e quindi di poter partecipare alla visita guidata dei sei Templi, tra cui quello storico di legno.

Di seguito riportiamo i testi presenti sulla brochure realizzata dal Collegio dei Maestri Venerabili della Campania e Lucania per pubblicizzare l’iniziativa ‘Napoli porte aperte – Maggio 2017’.

La Massoneria a Napoli

A voler correre dietro alle origini dei Liberi Muratori c’è da perder la testa

scriveva nel 1897 Michelangelo D’Ayala.

La Luce Massonica fu introdotta a Napoli dagli ufficiali dell’esercito austriaco nel periodo del vicereame asburgico (1707 – 1734) e dai mercanti francesi, olandesi ed inglesi che operavano in città.

Dopo un periodo iniziale di scetticismo, l’aristocrazia si avvicinò alla Loggia napoletana a partire dal luglio 1750, quando vi aderì e successivamente ne fu eletto Gran Maestro il Principe di Sansevero Raimondo de’ Sangro.

Questi riuscì a ricomporre i dissidi interni sorti tra gli adepti, ma anche ad incrementare nuove adesioni, tanto da essere costretto a suddividere la Muratoria napoletana in diverse Logge.

La repressione della Massoneria, fu perseguitata da inchieste ed arresti non solo nel Regno borbonico, ma in tutta Italia; ciononostante, il fuoco continuò a covare sotto le ceneri molto più di quanto comunemente si creda.

A Napoli nacque la Repubblica Napoletana una e indivisibile

Siam liberi, ed è giunto anche per noi il giorno, in cui possiamo pronunciare i sacri nomi di libertà, e di uguaglianza, ed annunciare alla Repubblica Madre, che siamo suoi degni figliuoli.

A rimettere in luce la forza dell’unica rivoluzione che l’Italia ha vissuto, quella di Napoli, due secoli fa, nel 1799, che aveva cercato e creato la Repubblica Napoletana, con leggi molto avanzate e ancora oggi valide, tra il genio di Filangieri, il Montesquieu italiano e quello dei grandi intellettuali napoletani, discendenti di Vico.

Si pensi che il loro motto era “l’Italia è una e indivisibile” ciò che ancora oggi, due secoli dopo, disperatamente si cerca di fare accettare nella nostra Costituzione.

Scriveva Eleonora De Fonseca Pimentel:

Noi non abbiamo più visto tanto eroismo italiano, tanto amor di patria, tanta capacità di unione tra nord e sud, come all’epoca di questa rivoluzione e della nascita di un pensiero che si proiettava sull’Italia intera e verso l’Europa.

Voglio aggiungere un’altra motivazione: un personale senso di ammirazione per quanti si adoperano, sempre, per la democrazia e per la libertà dei popoli e un senso di naturale ripugnanza per qualsiasi tentazione totalitaria, di qualunque provenienza.

Forsan et haec olim meminisse juvabit

(Forse un giorno gioverà ricordare tutto questo).

La Casa Massonica

Quando si parla di casa massonica, siamo portati ad immaginare strutture simili a quelle odierne, ovvero a case che contengono più locali, con più templi, se si tratta di locali facenti capo ad un Collegio Circoscrizionale, o con un solo Tempio se ci si riferisce al luogo di riunione di una Loggia o di più Logge che condividono lo stesso Tempio. L’attuale casa massonica della Galleria Umberto I al civico 27, fu acquistata nel 1916 per iniziativa del Fratello Vincenzo Vigorita.

L’atto d’acquisto del 27.2.1916 reca la firma di 9 altri Fratelli intestatari. Pochi sanno che la splendida Galleria Umberto I è stata progettata e costruita da un Fratello: l’ingegnere Emanuele Rocco, cui il comune di Napoli volle rendere omaggio incastonando, nel lato destro dell’arco di uscita in via Santa Brigida, il busto e la targa ricordo riprodotti a lato.

È pregevole la struttura di ferro, (la dedica a Rocco recita: all’opera monumentale di questa Galleria Emanuele Rocco, Ingegnere napoletano, diede la potenza della mente e la passione dell’anima. Il Comune pose XXII maggio MCMXXVII.) con la grande cupola centrale e le quattro navate che si innalzano dai quattro ampi edifici che la compongono.

Di grande effetto e significato, è il rosone centrale del pavimento in marmo contornato dai dodici segni zodiacali.
La sede, nonostante il presidio attivo di alcuni Fratelli, fu requisita dai fascisti ed assegnata ad un dopolavoro ferroviario e ci fu restituita nel 1943, grazie all’interessamento di alcuni Fratelli con l’aiuto del Fratello Italo Americano colonnello Charles Poletti.

La sede subì una prima ristrutturazione alla fine degli anni 50, in particolare nel 1959 il Fratello Ugo Guerra edificò il “Tempio di Legno” nella sua attuale versione.

Negli anni 1972/1973 per iniziativa del Presidente del Collegio Circoscrizionale Fr. Ottavio Rotondo, ci fu una vera ristrutturazione. Oggi grazie a questa iniziativa di Maggio 2017 si vuole rispondere alla gente semplice:

Un massone non è qualcuno che coltiva segreti o prende parte a complotti.
È una persona che cerca di fare del bene, di contribuire con una pietra alla costruzione del tempio dell’umanità: la pietra è la persona stessa, la sua professione.
Ognuno di noi cerca di ricoprire nel modo migliore il proprio ruolo in famiglia, al lavoro, nel mondo che lo circonda.

Grazie per la Vostra Visita

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