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Firenze, Saccardi a forum sui percorsi della cronicità

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Stefania. Saccardi


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‘I valori fondanti di questo sistema sempre attuali’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

L’occasione dei quarant’anni del Servizio Sanitario Nazionale ci dà l’opportunità di fare il punto della situazione, capire se oggi questo sistema ha ancora un senso, oppure come possiamo cambiarlo o declinarlo diversamente.

Tutti i valori fondanti di questo sistema sono sempre attuali, hanno un filo culturale che li lega, e ancora oggi devono essere asse portante di un sistema che vede al centro i diritti del cittadino, qualunque sia la sua condizione, il colore della sua pelle, la sua religione, il suo permesso di soggiorno.

Con queste parole l’Assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi ha chiuso la prima mattinata di lavori del convegno ‘I percorsi della cronicità’, organizzato al Grand Hotel Mediterraneo da Motore Sanità, con il patrocinio della Regione Toscana, in occasione dei quarant’anni della legge 833 che ha istituito il Servizio sanitario nazionale.

Ha proseguito Saccardi:

Quelli su cui si fonda il SSN sono ancora principi da conservare, da non dimenticare mai. Magari, da declinare meglio. Ed è necessario ribadire che quei principi sono ancora validi, perché segnali di arretramento purtroppo ci sono. Diceva il sindaco La Pira che la cultura è un progetto di uomo.

Oggi esiste un problema culturale, in una comunità che pare arrendersi a una visione sempre più individualista, che costruisce muri anziché ponti.

E la legge 833, che afferma principi di solidarietà e uguaglianza nell’accesso alle prestazioni, oggi vive momenti di grande difficoltà.

Oggi abbiamo un Paese che va a diverse velocità, e l’autonomia differenziata che anche la Toscana si sta avviando a chiedere è il segnale di una grandissimo fallimento politico: una scelta sbagliata, ma per certi versi obbligata.
Perché le Regioni devono essere lasciate a scannarsi tutte le volte che si discute del riparto del Fondo sanitario nazionale o della mobilità? Le Regioni vengono lasciate sole e aumenta l’aspirazione all’autonomia differenziata.

Io cerco di avere uno sguardo più largo: si sta meglio in una regione se si sta meglio nel Paese. Su questo il Governo potrebbe riappropriarsi di un ruolo, come anche potrebbe esercitare un ruolo nel mettere sanità e politiche sociali in un unico grande contenitore.
E, invece, si immagina di mettere 9 miliardi sul reddito di cittadinanza: una filosofia che abbatte il senso di responsabilità dell’individuo e depotenzia i servizi. Assistenzialismo allo stato puro.

Un sistema equo, sia sanitario che sociale, risponde in base al bisogno. E se non faccio un lavoro sull’appropriatezza, tra qualche anno sono punto e a capo. Dobbiamo lavorare sull’idea di sistema e di presa in carico delle persone, l’idea delle reti. Questo è un sistema che ha un valore assoluto, che non possiamo permetterci di far scricchiolare neppure per un secondo. Ma dobbiamo governarlo, la sfida la vinceremo se la vinceremo tutti insieme.

È fondamentale l’alleanza auspicata dal presidente Rossi nel suo discorso di apertura. Dobbiamo sentirci tutti responsabili del buon andamento e del mantenimento del sistema, ognuno – amministratore, operatore, cittadino – deve sentirsi un pezzo del sistema. Sono principi che dobbiamo sempre ricordare e riaffermare nel nostro lavoro di tutti i giorni.

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