Home Territorio Estero Cooperazione: attivista Zroug denuncia violazioni nel sud dell’Algeria

Cooperazione: attivista Zroug denuncia violazioni nel sud dell’Algeria

1978
Campi Tinduf


Download PDF

Discorso alla Commissione dei diritti umani di Ginevra

L’attivista sahrawi Lemaadla Zroug ha svelato, parlando a Ginevra davanti al Consiglio dei diritti umani, CDH, il calvario delle famiglie dei scomparse nelle carceri del ‘Polisario’, nel sud-ovest dell’Algeria.

Nel suo discorso alla 43sessione dell’HRC, l’attivista ha denunciato gli atti di rappresaglia e le punizioni inflitte agli oppositori nei campi di Tindouf, sostenendo che si compiono sistematicamente ad atti di rapimento, maltrattamenti e esecuzione contro avversari saharawi.

Ha osservato che le milizie dei separatisti sono incoraggiate nelle loro azioni dall’arbitrio che regna in questi campi, tenendo conto del rifiuto del paese ospitante di assumere le sue responsabilità legali e morali in violazione delle carte internazionali.

In questo senso, i sahrawi hanno protestato contro il silenzio e la mancanza di reattività degli organismi internazionali, in particolare l’Alta Commissione per i rifugiati, HCR, e il CHR, di fronte a questi crimini. Lemaadla Zroug ha ricordato, a questo proposito, il caso di suo padre, rapito dalle milizie, pochi mesi prima della sua nascita, e torturato a morte.

I leader del fronte rifiutano ancora di far sapere alla famiglia dove è stato sepolto suo padre, ha detto. Questa testimonianza è simile a quella di Fadel Breika nonché degli attivisti Moulay Abba Bouzeid e Mahmoud Zeidan, che hanno parlato venerdì 6 marzo per indicare la responsabilità dell’Algeria nel suo arresto. Ha rivelato per la prima volta che agenti algerini lo hanno interrogato durante il periodo della sua prigionia.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.