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Camera: ok al decreto sulla Pubblica Amministrazione

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Dopo tanto parlare è arrivato il si della Camera al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione. 303 voti favorevoli, 163 i contrari e 9 gli astenuti.

Il decreto prevede: abolizione del trattamento in servizio: nessun dipendente pubblico dalla fine di ottobre potrà restare a lavoro dopo aver raggiunto i requisiti pensionistici; questo vale anche per i magistrati anche se per loro la norma entrerà in vigore solo nel 2016. Pensionamento d’ufficio a 62 anni: le pubbliche amministrazioni potranno decidere, motivando la scelta, di mandare in pensione i loro dipendenti a 62 anni, purchè abbiano l’anzianità massima. La soglia d’età cambia,però, in base ai lavoratori, ad esempio si alza a 65 anni per i medici e non riguarda i magistrati, i professori universitari ed i primari. Turnover: le amministrazioni possono assumere nuovi lavoratori per un massimo del 20% rispetto alle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014. Accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco e per la polizia che contano di assumere 1000 persone. Stop ad incarichi una volta in pensione ed inoltre si cerca di fare ordine sulle Authority. Il personale deve essere concentrato nella sede centrale per evitare ulteriori costi ed inoltre chi ha occupato incarichi dirigenziali  in organi controllati nei due anni successivi non può ricoprire incarichi in uno di questi. Dimezzamento delle somme che le attività pagano alle Camere di commercio: -35% nel 2015, -40% nel 2016 fino ad arrivare alla completa abolizione. Semplificazione: è prevista la creazione di moduli, uguali a livello nazionali e presenti in rete, per l’edilizia e  l’avvio di attività produttive.

Il testo, che al Senato aveva ottenuto la fiducia, ora passa alla Camera per essere convertito in legge entro il 23 agosto. Non sono mancate le polemiche, arrivate da parte dei parlamentari Sel e che hanno riguardato la  cancellazione dal decreto della cosiddetta “quota96”, ovvero il pensionamento di 4000 insegnanti. Il ministro della Pa, Madia ha spiegato che non saranno fatti passi indietro rispetto alla decisione presa, la quale ha “diverse ragioni”; anche perché, come ha sottolineato l’esecutivo, entro agosto sarà fatto un intervento strutturale sulla scuola nella quale si affronterà il problema della precarietà e dell’entrata  degli insegnanti e del suo rinnovamento. Il decreto che riforma la pubblica amministrazione è legato alla parola cambiamento in quanto servirà  ha dichiarato  Madia ” a far uscire il Paese dalla rappresentazione che oggi travolge la nostra amministrazione pubblica, travolgendo anche il tanto di buono che c’è” .

Monica De Lucia

 

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Autore Monica De Lucia

Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.