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Un colpo di stato di coscienza

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coscienza


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Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi

E mentre marciavi con l’anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore

Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Fino a che tu non lo vedrai esangue
Cadere in terra a coprire il suo sangue
Fabrizio De André – La Guerra di Piero

La democrazia è una superstizione basata sulla statistica
Jorge Luis Borges

Il 1° marzo, nella Chiesa di San Vito in Pasquirolo a Milano, punto di riferimento della Comunità ortodossa ucraina frequentata anche da numerosissimi russi, c’è stato un forte e caloroso abbraccio tra fedeli russi e ucraini nel corso delle celebrazioni per Sant’Ermogene, patriarca di Mosca.

Racconta all’AGI padre Ambrogio:

Qui la convivenza è perfetta. Siamo tutti una grande famiglia, preghiamo e piangiamo insieme per quello che sta succedendo. Anche oggi abbiamo recitato delle preghiere apposta per la pace.

Poco più di un mese dopo, il 9 aprile, alla Gran Loggia di Rimini, il Gran Maestro del GOI Stefano Bisi è riuscito a mettere insieme le delegazioni massoniche di Russia e Ucraina

perché i massoni sono da sempre costruttori di ponti e archi di pace. La guerra produce lutti e mina le basi della fratellanza universale che è da sempre il disegno e il sogno della Massoneria.

Siamo tutti fratelli e dobbiamo convivere sulla terra creando armonia e amore, condivisione di valori, dialogo costante, tolleranza e solidarietà. L’invito che farò è quello di riempire le trincee di fiori e di alberi che danno frutti, da dividere poi quando siamo seduti allo stesso tavolo.

In risposta all’encomiabile incontro di Rimini sulla pagina Facebook della Gran Loggia di Russia un post recita ‘La fratellanza è fratellanza in ogni momento e non dipende dalle circostanze esterne!’

Non mi addentro volutamente in questioni di censura interna russa, di democrazia vera o presunta, di prudenza o di ‘ragion di Stato’, ma nella Pagina Facebook e nel sito della Gran Loggia di Russia registro contemporaneamente un comunicato meno netto ed apodittico, sia chiaro, per certi versi comprensibile, in cui il Gran Maestro Fr. Andrey Bogdanov esorta a non discutere di temi politici all’interno ed all’esterno delle mura del Tempio, ed invita i Fratelli che ricoprono cariche statali o militari a rileggere la Costituzione di Anderson.

Ecco il comunicato originale reperibile all’indirizzo https://russianmasonry.ru/

Appello del Gran Maestro ai Fratelli
In primo luogo, ritengo doveroso ricordare le verità comuni della Massoneria. Le nostre antiche costituzioni, tutte le nostre regole e il nostro spirito, stabiliscono il più rigoroso divieto alla discussione di questioni politiche e religiose nelle nostre Logge. Avendo un obiettivo approssimativo di prevenire conflitti fraterni, questo divieto ha un carattere morale più profondo, soprattutto in relazione a questioni politiche.

Per un vero massone, per quanto complesso sia il mondo esterno, il senso di armonia interiore, la comunicazione fraterna e la continuità della catena di trasmissione della conoscenza massonica sono gli aspetti prevalenti dell’essere. Tutto passa, e solo la fraternità è concepita come eterna per noi. Pertanto, vi esorto ad astenervi dal discutere di realtà politiche non solo all’interno delle mura dei Templi, ma anche in ragionamenti profani, anche sui social network. Consiglio ai fratelli che ricoprono incarichi statali e militari di rileggere attentamente la Costituzione Andersen, specialmente nella parte “Sul potere civile, supremo e subordinato”. Sii fedele agli obblighi che hai dato e al giuramento alla Patria.

Pur con qualche massonica perplessità, anch’io mi compiaccio vivamente degli “abbracci” di Milano, di quelli della Gran Loggia di Rimini e di tutti gli abbracci che possano rafforzare la pace e la fratellanza tra gli uomini.

Una Massoneria, iniziaticamente consapevole, ha sempre come sua missione fondativa il precetto di “unire ciò che è sparso”. Temo però che questi ed altri abbracci, avvenuti anche sul terreno di guerra tra Russi ed Ucraini, oltre al grande valore simbolico, peraltro mai diffuso e valorizzato a sufficienza dal mainstream, sia alquanto coerente con gran parte della storia di questi due popoli.

Separare gli Ucraini, specie quelli orientali, dai Russi è come voler separare il latte ed il caffè nel caffellatte.

Qualcuno più autorevole di me ha scritto:

Tutti gli ucraini parlano e leggono il russo, mentre non tutti gli ucraini capiscono bene l’ucraino.

Il problema è terribilmente complesso e vischioso, secondo me la vera guerra è tra USA e Russia. Un conflitto consumato sopra il sangue di molteplici ed inermi agnelli sacrificali.

L’Europa di Kant e di Hegel dovrebbe esprimere una posizione più autonoma e coraggiosa rispetto all’attuale assolutamente dualistica. Capisco che Yalta è Yalta. Ma io mi ribello a questo prono e cupo destino di filoatlantismo con il paraocchi senza critica ed autocritica. Dobbiamo sostenere ad ogni costo la causa della pace, l’emergenza umanitaria, ma possibilmente senza ammantarci di vessilli e bandiere.

In esoterismo, oltre ogni logica aristotelica, di “tertium non datur”, è il triangolo che vince, il “tertium datur”, la sintesi avanzata e nuova di una dialettica compositiva. Luogo sacro di sintesi e di mediazione creativa, intesa come unità ed unicità nella differenza che supera e trasfigura la penosa dualità.

La vera Pace, iniziaticamente parlando, comincia da noi stessi. Dalla “guerra” santa (occhio alle virgolette), dallo jihād, lo “sforzo” spirituale e non esternamente guerreggiato della tradizione sufica, contro il nostro ego. Per unificare i nostri “io” difformi e contrastanti, (“Il mio nome è Legione” – Marco 5:1-20). Chi sta veramente al governo di noi stessi? Il vero colpo di stato (di coscienza), ermeticamente parlando, è portare alla guida del carro, come Auriga, il nostro Sé.

Ma il pensiero unico dilaga sinistro risuonando come un cupo bordone.

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Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.