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TAR stoppa la ‘Sprecopoli’ dei compensi a commissari di gara privati

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La protesta dei sindaci di Asmel contro l'eccesso di norme


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La battaglia di ASMEL partita da Napoli: l’apertura ai Commissari di gara privati genera costi per 2 miliardi l’anno

Riceviamo e pubblichiamo.

Una grande vittoria dei Comuni contro la ‘Sprecopoli’ del nuovo codice degli appalti pubblici. Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di ASMEL, l’Associazione che raggruppa oltre 2400 Comuni in tutta Italia, contro il decreto del Ministero delle Infrastrutture, entrato in vigore il 16 aprile scorso, sui compensi ai commissari di gara e ha sospeso la parte contestata che ne fissava in €3.000,00 il valore minimo.

Valore chiaramente esorbitante secondo ASMEL, perché determinava oneri di gara aggiuntivi per almeno €11.000,00, tre commissari più trasferte, con spreco di denaro pubblico e rischio del blocco, di fatto, delle gare nella fascia tra €40 ed €500,00, praticamente il 75% di quelle pubblicate dai Comuni.

Una battaglia che era partita a maggio da Napoli con il ricorso di ASMEL, l’associazione nazionale nata dallo storico consorzio napoletano ASMEZ, che affiancava quattro comuni italiani: Carignano (TO), Celle di Bulgheria (SA), Cercola (NA) e Potenza.

Spiega Francesco Pinto, segretario generale ASMEL:

Quel che più ci sorprende di questa nostra ennesima battaglia contro gli sprechi pubblici  è che il decreto era stato approvato nel silenzio assordante di ANCI, che avrebbe dovuto tutelare gli interessi dei Comuni, e con il consenso di ANAC, che avrebbe dovuto garantire il rispetto della legalità, invece di esprimere parere favorevole ad un decreto, chiaramente illegittimo perché in contrasto con il dettato del Codice degli Appalti come ha poi sancito il TAR.

Per non parlare del Ministero delle Finanze, che ha addirittura sottoscritto il decreto senza rilevare il danno erariale.

Due miliardi di spreco all’anno per i commissari di gara privati ASMEL: abbattere il pregiudizio sui dipendenti pubblici

Secondo ASMEL:

Il consueto collaborazionismo di ANCI è questa volta ancora più grave, in quanto dietro questa vicenda si cela un pregiudizio insensato nei riguardi degli Enti locali da parte degli ‘apparati romani’, cui era stata delegata la riscrittura del Codice degli appalti, con risultati sotto gli occhi di tutti.

Dunque, la riforma degli appalti non decolla, non perché scritta male, ma perché gli addetti ai lavori sarebbero inetti o incompetenti ed andrebbero sostituiti nelle Commissioni di gara con professionisti privati, per attrarre i quali occorre fissare compensi minimi adeguati alle parcelle professionali.

ASMEL contesta, invece, proprio questa impostazione ricordando che competenze, professionalità e impegno dei dipendenti pubblici sono più facilmente rinvenibili nei Comuni, in primis quelli piccoli e medi, piuttosto che nei grandi carrozzoni romani.

Insiste Pinto:

Hanno fatto i conti senza l’oste anzi senza ASMEL, da anni attrezzata nello scardinare per via giudiziaria le norme centraliste e dirigiste.

Inoltre, basta moltiplicare il numero di gare annue per i compensi minimi fissati per capire che questa norma costerebbe decisamente caro all’erario: almeno 2 miliardi di euro all’anno per i compensi ai commissari di gara. E soprattutto con questa scelta ‘privata’ si mette in discussione un principio di garanzia ed imparzialità essenziale negli appalti pubblici.

Spiega Pinto:

Nel vecchio Codice degli Appalti era scritto a chiare lettere che solo i dipendenti pubblici potevano partecipare alle Commissioni di gara, salvo eccezioni legate a carenze di organico da documentare adeguatamente ed ora invece il nuovo Codice ha previsto un Albo nazionale dei Commissari a presidio della trasparenza e della imparzialità, nel quale, però, sono posti sullo stesso piano professionisti privati e dipendenti pubblici.

L’ordinanza del TAR ha fissato per il 22 maggio 2019 l’udienza di merito. ANAC, che proprio pochi giorni fa aveva fissato la partenza del nuovo sistema dell’Albo dei Commissari per il prossimo 10 settembre, rinvierà tutto sine die. Un peccato, secondo ASMEL, perché anche senza compensi minimi, l’Albo dei commissari di gara può funzionare perfettamente, come dimostra l’esperienza dell’Albo della Centrale di Committenza dei Comuni ASMEL.

Nelle gare con compensi irrisori, la partecipazione dei Commissari diventa elemento di valutazione per l’assegnazione in gare con compensi alti. Funziona perfettamente da anni. E senza necessità di ricorrere al privato.

Sottolinea Giovanni Caggiano, presidente ASMEL:

I risultati di un’indagine ANAC certificano che i Comuni sanno essere abili e virtuosi quando si tratta di evitare sprechi dimostrando che è il controllo civico che fa la differenza rispetto ai carrozzoni.

Francesco Pinto

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