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Sei Nazioni dietro l’angolo, l’Italia tornerà a vincere una partita?

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Rugby Sei Nazioni


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L’interrogativo pressante nelle scommesse online sul mondo del rugby

È un po’ quello che si stanno chiedendo tutti gli appassionati, tutti coloro che tifano Italia oppure che amano le scommesse online sul mondo del rugby.

Quando si parla di un torneo come il Sei Nazioni, in effetti, è molto difficile fare un pronostico che possa essere veritiero perché ci sono fattori esterni che possono ribaltare anche match che, da pronostico, avrebbero avuto ben altra fine.

Sul blog sportivo L’insider è stata pubblicata un’intervista interessante con Maxime Mbanda, terza linea della selezione azzurra che scenderà in campo nel corso dell’edizione 2021 del Sei Nazioni.

Un torneo che ogni bambino che ama la palla ovale sogna di giocare, esattamente come Mbanda che, fin da quando era piccolo, ha sempre viaggiato con l’immaginazione, sognando di poter prendere parte a simili partite e vestire la maglia azzurra.

Una fase di ricambio generazionale per l’Italia

Se indossare la maglia dell’Italia rappresenta uno di quei sogni per cui Mbanda ha combattuto fin da quando era un bambino, adesso gli obiettivi sono altri. Ad esempio, provare a guidare l’Italia verso la vittoria di una partita nel torneo Sei Nazioni che manca addirittura da febbraio 2015.

Tanto, troppo tempo è passato da quella data e sono numerosi anche i dubbi che hanno accompagnato tutti gli appassionati della palla ovale e della selezione azzurra fino a questo momento. Chiaramente, le principali domande, da tifosi, riguardano un’epoca in cui un po’ tutti si aspettavano un salto di qualità che, però, nei fatti, non è mai arrivato.

Tante belle parole, ma poi in campo nel corso degli ultimi anni di soddisfazioni se ne sono viste veramente poche. Mbanda ha provato a dare vita comunque ad una speranza in merito al futuro, mettendo in evidenza come, durante gli ultimi anni, la Nazionale ha fatto dei buoni passi in avanti, crescendo come hanno fatto anche altre selezioni degli altri Paesi. La sensazione, seconda l’attuale terza linea delle Zebre, è quella che il gap si sta assottigliando sempre di più.

La testa al Sei Nazioni

In vista del torneo più bello al mondo nel mondo della palla ovale, Mbanda ha voluto chiarire come l’Italia scenderà in campo sempre come se fosse l’ultima partita. Un atteggiamento che non può e non deve mancare, in modo particolare con una squadra dall’età media così bassa, pari a soli 24,5 anni, praticamente un record, considerando anche come il capitano di anni ne ha solo 29.

E pare che non ci sia allenatore migliore per guidare questo gruppo di giovani verso un successo che manca da sei anni al Sei Nazioni. Franco Smith, per quanto possa essere duro negli allenamenti e nel modo di intendere le regole di gruppo e la disciplina da seguire nello stesso, sembra essere la persona giusta al momento giusto, come ha evidenziato anche Mbanda.

La voglia di riscatto è abbastanza facile da notare per gli azzurri, ma nel rugby il talento non è mai fine a sé stesso e deve essere sempre accompagnato da impegno, tenacia e sacrifici, altrimenti non si va da nessuna parte.

Il Sei Nazioni sarà ricco di insidie, tenendo conto di come Francia e Inghilterra, in modo particolare, sembrano essere lontane dalla portata degli azzurri. L’Irlanda, invece, ha tutte le carte in regola per dare filo da torcere anche alle prime due big, mentre gli azzurri potrebbero giocarsela nelle sfide con Scozia e Galles, che almeno fino ad ora sono da considerarsi delle vere e proprie incognite.

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