Home Rubriche Napoli nel Cinema ‘Rosa pietra stella’ di Marcello Sannino nelle sale virtuali

‘Rosa pietra stella’ di Marcello Sannino nelle sale virtuali

2097
'Rosa pietra stella'


Download PDF

L’esordio alla regia di Marcello Sannino nei cinema ‘virtuali’ di #IoRestoInSala

Dopo la presentazione all’International Film Festival di Rotterdam e l’uscita fugace nelle sale cinematografiche nell’agosto 2020, comincia una nuova vita per Rosa pietra stella, titolo ispirato da un verso di ‘Carmela’ la magnifica canzone scritta da Salvatore Palomba.

L’esordio alla regia in un lungometraggio di fiction per il documentarista Marcello Sannino, ‘Corde‘, ‘La seconda natura‘, ‘L’ultima Treves‘, ‘Porta Capuana‘, dal 19 gennaio 2021, sarà distribuito nelle sale virtuali di alcuni cinema italiani che aderiscono all’iniziativa #IoRestoInSala.

Non è paragonabile alla visione su grande schermo ma è un’opportunità per continuare a ‘vivere’ il Cinema in un periodo in cui le sale sono chiuse a causa della pandemia da Covid-19 che sta colpendo il mondo da circa un anno.

Una possibilità di aiutare gli esercenti, in un momento di ‘eccezionale’ crisi economica, acquistando il biglietto per vedere un film come se si entrasse nelle loro sale.

Nel caso di ‘Rosa pietra stella’, poi, c’è l’occasione di vedere un ottimo film; girato bene, nel solco del migliore Cinema d’autore europeo degli ultimi anni, dai Dardenne a Ken Loach.

Marcello Sannino, nel passaggio dal documentario al film, non abbandona l’idea stilistica della narrazione emozionale attraverso i luoghi.

L’occhio della sua macchina da presa trova il giusto equilibrio tra la sofferenza e la spigolosità neorealistica dei primi piani e l’emblematica sensazione di fuga impellente che esprimono i campi lunghi in spazi aperti, siano essi claustrofobici come in piazza Garibaldi a Napoli o di un’ampiezza liberatoria come al Bosco e al Granatello di Portici.

Scelte tecnico – narrative fondamentali, quelle del regista, per evitare il manierismo che ‘colpisce’ molti degli esordi del Cinema italiano contemporaneo.

Prodotto da Antonella Di Nocera, Pier Francesco Aiello, Gaetano Di Vaio per Parallelo 41, PFA film e Bronx Film, ‘Rosa pietra stella’ è stato scritto da Marcello Sannino con Guido Lombardi e Giorgio Caruso su un soggetto sviluppato dagli sceneggiatori con lo scrittore Massimiliano Virgilio.

Un plauso va fatto ai protagonisti della pellicola: bravissime Ivana Lotito e Ludovica Nasti nei ruoli di Carmela e Maria, madre e figlia, intense negli sguardi, realistiche nelle discussioni e negli scontri, commoventi nell’umanità dei loro personaggi; di notevole livello l’interpretazione di Fabrizio Rongione nei panni dell’algerino Tarek, una sorta di metronomo morale della vicenda delle due donne, per un attore che da oltre vent’anni ‘frequenta’ il Cinema d’autore europeo.

La trama del film

Rosa pietra stella‘ è la storia di Carmela, una trentenne bella e ribelle che cerca di trovare da sola il modo per tirare avanti, giorno per giorno, con mille lavori precari, finché non le capita l’occasione di fare affari con gli immigrati che popolano il dedalo di vicoli del centro antico di Napoli.
Un girone infernale in cui, pur di avere un permesso di soggiorno, si è disposti a pagare per lavorare.

Carmela ha una figlia di undici anni, Maria. Vivono insieme ad Anna, sua madre, a Portici, una cittadina sul mare nell’immediata provincia di Napoli. Il loro rapporto non è facile: Anna avrebbe voluto una vita più semplice e regolare per la ragazzina che invece sta commettendo i suoi stessi errori. Carmela, dal canto suo, è stata una sorella più che una madre per Maria che irrimediabilmente ne soffre ed è da tempo monitorata dai servizi sociali.

Per la donna è tempo ormai di assumersi le responsabilità di madre. Vuole conquistare la fiducia della figlia. Ci prova. Conosce Tarek, un quarantenne algerino che vive a Napoli da vent’anni. L’uomo prova attrazione per Carmela e tanta tenerezza. Questa fragile impalcatura sulla quale sta fondando la sua vita man mano si sgretola.

Sullo sfondo una città – metafora della contemporaneità, multiculturale e polverosa, sensuale e squilibrata, con sporadici raggi di sole a coltivare le illusioni di ognuno. Un luogo in cui arrivare e mai più riuscire a ripartire.

Il regista Marcello Sannino così ha spiegato il suo ‘Rosa pietra stella’:

L’ispirazione a raccontare questa storia viene da una persona reale, un’amica conosciuta anni fa e che mi ha spesso coinvolto in giornate senza fine, passate ad inseguire persone da incontrare, commissioni da fare all’ultimo momento, illusioni quotidiane per non tornare a casa e in fondo fuggire al destino di una vita segnata dalla nascita. Partendo da questo rapporto ho immaginato il personaggio di Carmela.

Il film racconta il momento in cui Carmela deve, per necessità ed inconsapevole desiderio, uscire dalla sua solitudine, dal suo orgoglio, dalla sua chiusura al mondo, ed incontra l’altro. Un ‘nuovo’ altro, sconosciuto, disperato anch’esso.

In un mondo dove la lotta di classe è stata sostituita da una lotta interna tra coloro che vivono nella marginalità e nella clandestinità, Carmela usa le poche armi che ha a disposizione per la sua sopravvivenza. Questo è l’ambito sociale e politico nel quale si svolge la storia.

Il punto è: parlare delle persone o dei problemi sociali?
In realtà, secondo me, non esiste nessun problema sociale chiaramente delineato. I problemi sono tutti problemi umani. Certo, siamo nel pieno di una fase di decadenza, di ingiustizia sociale, di disumanizzazione ma lo sappiamo tutti e non abbiamo più armi per difenderci.

Quindi ripartiamo dalla persona, dalla gente coinvolta negli argomenti, spinta dalla necessità di sopravvivere e di cercare la vita. Al di là della riflessione sul mondo, ciò che da sempre mi interessa nel mio lavoro è la persona. In questo caso una donna, che ancora oggi, in quanto donna, ha troppo spesso una posizione marginale.

La mia Carmela, oltre ad ispirarsi a una persona reale, ha come riferimento le donne raccontate in ‘Rosetta’ dei fratelli Dardenne, ‘Adua e le compagne’ di Antonio Pietrangeli, ‘Mouchette’ di Robert Bresson, ‘Vivre sa vie’ di J.L. Godard. ma anche in ‘Gloria’ di John Cassavetes, ‘Senza tetto né legge’ di A. Varda, ‘Mamma Roma’ di Pasolini.

Donne sole, molte volte spaesate rispetto al contesto che le circonda. Spesso costrette a prendere decisioni drastiche, a volte crudeli, spinte da una necessità assoluta.

Donne che lottano, che si complicano la vita, che portano dentro di sé un desiderio grande, un sogno ancora confuso ma presente, un sogno in attesa di essere realizzato, forse in un’altra vita.

Gran parte del film è ambientata a Portici, un piccolo ma popoloso paese al confine sud-est di Napoli. Una cittadina benestante e conformista dove la figura di Carmela, con il suo carattere e le sue difficoltà a gestire la vita e la maternità, risaltano molto più che in una città come Napoli, dove la sua condizione è comune a moltissime donne, a moltissime famiglie.

Per lei, la contigua metropoli rappresenta il luogo delle maggiori opportunità, della fuga, un luogo dove ti conoscono in pochi e ti giudicano meno, ma anche il luogo dove ci si perde come in un magma in cui è difficilissimo muoversi e dal quale è impossibile uscirne illesi.

Le riprese girate a Portici sono più descrittive dei luoghi, dei contesti che Carmela vive ed ha vissuto, dei luoghi anche di una certa bellezza dal punto di vista artistico e paesaggistico ma che le trasmettono un forte senso di solitudine.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.