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Massoneria e nazione. Il caso della Romania

1817
Massoneria


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È noto che nel IX secolo la maggior parte dell’élite intellettuale rumena si formò nell’Europa occidentale, soprattutto a Parigi.

I protagonisti della rivoluzione del 1848 nei Principati romeni frequentarono i corsi del noto Collège de France, dove incontrarono un ambiente culturale dominato dalle idee liberali e massoniche.

Parallelamente ai loro studi, molti allievi rumeni entrarono a Parigi nelle logge massoniche, le più famose a questo riguardo furono L’Athenée des Étrangers e Rose du parfait silence.

Il gruppo di intellettuali rumeni avviato nel periodo prerivoluzionario nella capitale francese era composto da Nicolae Bălcescu, C. A. Rosetti, Mihail Kogălniceanu, Costache Negruzzi, Gh. Magheru, Alecu Russo e molti altri.

Le idee promosse dai massoni Jules Michele ed Edgar Quinet ebbero una grande risonanza nel cuore della diaspora rumena in Francia e i leader degli studenti rumeni lì beneficiarono della grande simpatia dell’opinione pubblica parigina per la loro causa nazionale.

La campagna di promozione della Romania è stata condotta attraverso i quotidiani L’Étoile du Danube e Le journal du peuple. L’obiettivo era quello di sensibilizzare il fattore politico francese e l’opinione pubblica a sostenere gli obiettivi nazionali rumeni.

Internamente, nei Principati romeni, la loggia massonica Frația fu fondata nel 1843 da tre figure di spicco, i rivoluzionari Nicolae Bălcescu, Christian Tell e Ion Ghica.

Si trattava, infatti, di un’organizzazione che agiva secondo i principi del carbonarismo adattati alle realtà rumene.

Il segreto era la parola d’ordine:

ciascun frate conosce solo il suo immediato superiore, diacono, sacerdote o vescovo, colui che lo ha iniziato, dal quale ha ricevuto ordini e istruzioni e al quale doveva obbedienza anche a rischio della vita e del patrimonio, mantenendo assoluta segretezza.

In realtà la loggia della Confraternita, Frăţia, era un’organizzazione segreta di tipo militare, che, per ragioni legate ad obiettivi nazionali, si allontanava dalla vera, autentica Massoneria.

È un indubbio esempio in cui la Libera Muratoria era subordinata agli ideali nazionali, quindi i rituali e i meccanismi massonici furono adattati alle specificità rumene.

Gli influssi dell’ideologia mazziniana si ritrovano anche nel caso della massoneria rumena intorno alla rivoluzione del 1848. Gli interessi massonici europei coincidevano, in gran parte, con le aspirazioni delle nazioni del continente.

Non è un caso che il momento dello scoppio della rivoluzione nel Principato di Romania – il 9 giugno 1848 – sia stato deciso a Parigi e trasmesso segretamente dal francese Lamartine.

I massoni rivoluzionari rumeni furono sostenuti anche dopo la sconfitta della rivoluzione dai rappresentanti della massoneria francese e italiana a sostegno degli ideali nazionali. Un esempio conclusivo è l’inclusione dei leader rumeni nel Comitato Democratico Centro Europeo, fondato nel 1850 da Giuseppe Mazzini.

Gli sforzi rivoluzionari presero forma nell’unione dei Principati rumeni nel 1859 e, successivamente, nella creazione della moderna Romania.

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Autore Antoniu Martin

Antoniu Martin, storico e analista politico rumeno, specializzato nella storia recente e geopolitica. Ha pubblicato diversi libri sul comunismo rumeno e dell'Europa Orientale, nonché studi e articoli su argomenti di attualità nel campo delle relazioni internazionali.