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Ciclo di conferenze sui castelli napoletani: ‘Il castello del Carmine’

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Il 16 ottobre a Castel dell’Ovo

Riceviamo e pubblichiamo.

Martedì 16 ottobre, ore 16:00, presso l’Antisala delle Colonne, terrazze inferiori di Castel dell’Ovo – adiacenze Sala Compagna, si terrà la Conferenza di Lanfranco Longobardi ‘Il castello del Carmine’, ciclo di conferenze sui castelli napoletani a cura di Luigi Maglio e Maria Utili, Istituto Italiano dei Castelli – Segretariato regionale del MiBAC.
Il castello del Carmine, la cui costruzione risale al 1382 per volere di Carlo di Durazzo, venne eretto per consolidare ad oriente il sistema difensivo della città. Nato esclusivamente con scopi militari, il castello fu inizialmente dotato di un elevato torrione e di merlate mura perimetrali costituite da robusti blocchi di piperno. Notevolmente ampliato durante il periodo vicereale fu espugnato dal popolo durante la rivolta di Masaniello, nel corso della quale il Castello giocò un ruolo determinante.

Nel periodo 1740-49, con la definizione dei nuovi assi di comunicazione verso i paesi vesuviani ed il rifacimento della zona portuale, fu costruita lungo il litorale napoletano, dal Molo Piccolo al Carmine, la “Strada Nuova”,oggi via Nuova Marina, cosa che implicò l’abbattimento di tutte le mura verso il mare; la strada consentì un più agevole collegamento lungo tutta la fascia costiera orientale della città.

Nel 1799 il Castello venne occupato dalle truppe francesi quindi assalito da turbe dei popolari che issarono la bandiera borbonica, riconquistato dai francesi e ripreso definitivamente dal cardinale Ruffo. Subito dopo fu trasformato in carcere e per primi vi furono imprigionati molti dei martiri della repressione della Rivoluzione; l’edificio mantenne la funzione di penitenziario per tutto il periodo borbonico, rimangono ancora le cancellate alle finestre nel tratto aragonese rimasto.

Nel 1860 il castello cambiò solo leggermente la sua funzione, diventando carcere militare; da questa data si assiste al suo progressivo smantellamento. Nel 1864 fu demolita la porta del Carmine, unitamente alle torri che la fiancheggiavano, per la decisione del Municipio di operare lavori di ampliamento della sede viaria dell’attuale corso Garibaldi, e per allargare il passaggio tra quest’ultimo e la piazza del Mercato.

Nel 1906, passato miracolosamente indenne il Risanamento, fu invece quasi completamente abbattuto ancora per far posto al rettilineo di Corso Garibaldi, nonché per essere sostituito dal panificio militare, l’attuale caserma G. Sani. L’ultimo intervento, pochi decenni dopo, per l’allargamento della via Nuova Marina, comportò un ulteriore taglio al chiostro del complesso del Carmine, oltre al panificio e lo spostamento del Vado del Carmine sullo spartitraffico che divide le corsie della strada, a tener tristemente compagnia alle altre due ultime reliquie del castello oggi rimaste, cioè le torri Brava e Spinella, ormai assolutamente estranee al contesto urbano.

La conferenza propone di ripercorrere la storia del castello e le sanguinose vicende dei moti masanielliani attraverso una lettura dei luoghi in cui si svolsero. Ciò permetterà di conoscere meglio una significativa pagina della storia napoletana e riavvicinare il pubblico ad un monumento dimenticato.

Info:
castellicampania@virgilio.it

Il castello del Carmine, Napoli

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