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Trasformiamo Ministero della Difesa in Ministero della Pace

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La proposta del Cardinale Sepe al Ministro Pinotti vincitrice del Premio Napoli Città di Pace 2016

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del SOB.

“Visto che il presidente Renzi è impegnato a fare tante riforme chiedo al Ministro Pinotti di proporgli un cambio di denominazione del Ministero della Difesa, perché secondo il dettato costituzionale e guardando allo spirito delle nostre missioni di pace che portiamo in giro per il mondo con grande impegno sarebbe più giusto chiamarlo Ministero della Pace”.

Non è solo una provocazione lessicale ma una lucida disamina di sostanza geopolitica quella proposta da Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, al Ministro della Difesa Pinotti, nel corso della cerimonia del Premio Napoli Città di Pace, che il Ministro ha ricevuto stamane all’Università Suor Orsola Benincasa.

Una proposta salutata con favore dal Ministro Pinotti che ha spiegato come l’idea del Cardinale Sepe “sia proprio un’interpretazione autentica di quello che sto cercando di portare avanti al Ministero della Difesa, perché la difesa non deve confondersi con la guerra, perché l’Italia non può fare né vuole fare alcuna guerra, ma nel contempo c’è bisogno di proteggersi e difendersi e l’azione delle nostre forze armate è tutta indirizzata a riportare la pace e l’ordine, a riportare la giustizia dove è stata sovvertita, con l’obiettivo di evitare omicidi di innocenti dove vengono perpetrati”.

È per questo, ha evidenziato la Pinotti, che “mi fa molto piacere aver ricevuto questo premio, perché poteva forse sembrare paradossale premiare un Ministro che si occupa delle forze armate con un premio per la pace, ma si è capito che non è affatto paradossale perché le nostre forze armate operano proprio per la pace”.

Le motivazioni del Premio al Ministro Pinotti

“I notevoli primati del suo ruolo strategico e riformatore in materia di difesa nazionale e internazionale, declinati “al femminile” in piena coerenza con un impegno al servizio della politica come forma più alta d’amore, che mette sempre al centro la tutela e la dignità della vita umana” sono le motivazioni del Premio Napoli Città di pace a Roberta Pinotti, prima donna nella storia della Repubblica Italiana a guidare il dicastero della Difesa.

Accanto al Ministro altri tre vincitori di grande prestigio per l’ottava edizione del Premio Napoli Città di Pace: il presidente della Biblioteca-Emeroteca Tucci, Salvatore Maffei, premiato “per la schiva generosità del suo sessantennale impegno di Maestro (involontario) di giornalismo militante e cultore della memoria, da circa mezzo secolo alla guida della Emeroteca-Biblioteca “Vincenzo Tucci”, tempio laico di studiosi e crocevia di incontri internazionali tra ricerca e cronaca, tra attualità e storia”; la regista ed autrice radiotelevisiva Loredana Rotondo, già capostruttura di Rai International e Rai Educational, premiata “per aver dato spazio, voce e visibilità, da veterana del servizio pubblico radiotelevisivo, alle nuove soggettività femminili con una assidua ricerca e una sperimentazione linguistica, tecnologica, contenutistica che ha saputo ‘rivoluzionare’ con un altro sguardo i palinsesti Rai, attraverso una molteplicità di progetti innovativi” e lo scienziato Marco Salvatore, direttore scientifico dell’IRCCS SDN e fondatore de “Il Sabato delle Idee”, premiato “per l’eclettica capacità di intrecciare competenze specialistiche e passioni progettuali ai confini tra medicina, ricerca scientifica, diagnostica, didattica universitaria, alta divulgazione e mecenatismo culturale, sviluppando così una in-formazione ‘in rete’, volta a promuovere il valore delle idee”.

A premiare i diversi vincitori come da tradizione di sono alternati i rappresentanti delle diverse istituzioni organizzatrici del Premio Napoli Città di Pace: Lucio d’Alessandro, Rettore Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Giuseppe Blasi, presidente dell’UCSI Campania, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Donatella Trotta, vicepresidente nazionale dell’UCSI e l’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe.

“La scelta di figure di primo piano in ambiti così diversi, dalla ricerca scientifica alla televisione, dalla medicina alla politica – ha spiegato il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, vicepresidente della Conferenza dei Rettore delle Università Italiane – è la dimostrazione di come lo spirito di questo Premio sia quello di guardare in maniera trasversale a chi sappia operare con un ‘supplemento d’anima’ nel proprio ambito professionale, perché oggi la migliore risposta alla crisi economica e alla paura del terrorismo può essere soltanto quella di moltiplicare impegno e passione civile ciascuno per le proprie competenze, portando la pace e il dialogo nell’esempio dell’azione quotidiana”.

La nuova sezione del Premio: l’oncologa Immacolata Capasso è il Testimone di Misericordia

Il Premio “Napoli Città di Pace” nasce nel 2007, dopo la prima visita di Benedetto XVI in città, con l’obiettivo di radicare in un territorio complesso, contraddittorio e problematico come Napoli – metropoli dalle profonde radici storiche e culturali, intrisa di valori di solidarietà e condivisione multietnica – un riconoscimento non soltanto giornalistico, volto a segnalare l’impegno di testimoni e costruttori di speranza nei più diversi ambiti della comunicazione sociale, con una particolare attenzione ai valori di un umanesimo integrale e alla cultura dell’incontro e del dialogo.

“In tempi di profonda crisi di valori e di senso, di globalizzazione dei conflitti e dell’indifferenza, di terrorismo internazionale e di fondamentalismi stragisti, – spiega il vicepresidente nazionale dell’UCSI, Donatella Totta – rilanciare la pace non significa fare retorica astratta su un sentimento genericamente buonista, ma significa impegnarsi con respiro ‘glocale’, attraverso un’etica condivisa della corresponsabilità, in un’azione di cambiamento concreto, a tutela dei beni comuni e in difesa dei soggetti meno garantiti nei loro diritti fondamentali. 

“Ed in particolare a Napoli, sottolinea la Trotta, “pace deve significare anche ripristinare legalità, vivibilità, sviluppo possibile, andando oltre le continue emergenze e recuperando un’antica tradizione culturale di accoglienza e di dialogo tra civiltà diverse”.

Il Premio è promosso, d’intesa con l’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, da una sinergia tra l’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana) della Campania, l’Ordine dei giornalisti della Campania e l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, che con la sua Scuola di Giornalismo ha sempre coinvolto attivamente i giovani studenti ospitando nella prestigiosa sede dell’Ateneo, le varie edizioni del riconoscimento, strutturate sempre non solo come cerimonia di premiazione, ma anche e soprattutto come confronto pubblico e dialogico con i vincitori su temi “sensibili” della contemporaneità.

Erri De Luca, Andrea Riccardi e Susanna Tamaro nell’Albo d’oro

Nell’Albo d’oro del Premio figurano, tra gli altri, gli scrittori Maria Pia Bonanate, Erri De Luca, Chiara M. e Susanna Tamaro, il fotografo per i diritti umani Francesco Zizola, la regista Cinzia TH Torrini, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, già ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione dal 2011 al 2013, i vaticanisti Angela Ambrogetti, Giovanna Chirri, Miela Fagiolo d’Attilia, Giuseppe De Carli e Raffaele Luise, il fondatore del Giffoni Experience Claudio Gubitosi, il missionario e giornalista Giulio Albanese e il cardiochirurgo impegnato in cause umanitarie Carlo Vosa. L’anno scorso, dopo la tragica scomparsa “sul campo” del giovane e valente videoreporter in Palestina, è stato anche conferito un premio alla memoria di Simone Camilli.

 

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