Home Rubriche Da Oriente a Occidente Ti Amo ma Ti Odio!

Ti Amo ma Ti Odio!

640
Odio


Download PDF

Il fuoco indeciso della passione amorosa

Litigavano, ma poi provavano un gran sollievo a pacificarsi e a fare l’amore subito dopo la tempesta.
Credevano di aver fatto pace per sempre, ma presto tornarono a litigare.

A quanto pare, nella maggior parte delle coppie, l’odio prende periodicamente a braccetto l’amore.

Evitare l’aggressività diventa, quindi, motivo di sopravvivenza dei partner, ma come riuscirci?

Gli evoluzionisti suppongono che la “cattiveria” sia insita nell’essere umano poiché così ha deciso la natura per salvaguardarlo dai nemici, tanto che, se non ci imbattiamo in nemici evidenti, abbiamo la necessità di esprimere la nostra aggressività nel mondo della competizione sportiva.

Rousseau sosteneva, invece, che noi non siamo aggressivi per natura, solo che, in ambito sociale, l’odio ci viene sollecitato in situazioni di povertà, di ingiustizie subite e nelle situazioni in cui non veniamo sufficientemente amati.

Forse, però, non è tanto importante, per quanto concerne l’innamoramento, sapere se l’aggressività sia innata o reattiva, poiché in ambito amoroso la faccenda sembra essere più complicata.

Quando sei avvolto da una situazione amorosa non entra in gioco il successo lavorativo, il potere politico o il denaro, bensì tutto te stesso; la posta in gioco sei tu.

Quando ti innamori diventi vulnerabile giacché la persona amata ha pieni poteri su di te in misura eguale alla “quantità” dell’amore che provi per lei.

La lotta “amore – odio” inizia dalla presa di coscienza di questa sudditanza.

Sei dipendente, non puoi fare a meno dell’altro, dell’altra e, consciamente o inconsciamente, sorge dal di dentro uno stato di ribellione:

Sono in tuo possesso, non posso vivere senza te, ma non ti posso permettere tutto quello che desideri, tutto quello che vorresti da me.

Ogni volta che un confine viene superato nasce l’esigenza di proteggerlo, così come per chi ama esercitare il potere sul partner diventa inevitabile urlare, far sentire la propria voce:

siccome non posso fare a meno di te, devi sottometterti a me, non ti è concessa alcuna libertà.

In psicanalisi si dice che la dipendenza sia un residuato della condizione infantile e in filosofia viene considerato un ulteriore aspetto. Si punta il dito contro la vulnerabilità stessa, dovuta ad una condizione di dipendenza, la quale ci fa sentire in pericolo e privati della nostra libertà. È da questa condizione che, a detta di Nietzsche e altri filosofi, sorgerebbero l’aggressività e l’odio.

Sembra assurdo, ma l’odio diventa una risposta all’amore, un amore che consideriamo minaccioso quando consapevolizziamo di esserne diventati succubi.

Piccole liti, a causa di questo, possono tramutarsi in tragedia, in un crescendo senza fine o, peggio ancora, con una fine drammatica.

Tolstoj, in Anna Karenina, ci insegna che l’odio, se non controllato, può distruggere sia la persona amata che noi stessi.

Per difenderci dall’amore, perciò, ci ritroviamo a dover scendere a patti sia con la dipendenza, scatenata dal bisogno di tenerci stretti il partner, sia con l’aggressività che viene risvegliata dalla dipendenza stessa.

I compromessi, però, in amore, funzionano ben poco, perché più è forte la passione amorosa e più è forte la propria vulnerabilità e più è forte la vulnerabilità e più è forte il desiderio di volersene liberare, poiché insopportabile è la condizione di chi si disistima.

Che cosa succede, allora, in molte coppie che non riescono a trovare un equilibrio interiore?

Viene annichilita la passione amorosa e questa nuova trasmutazione sembra portare ad una condizione ancor peggiore. L’adrenalina da combattimento si esaurisce ma rimane una disistima cronica nei confronti di se stessi e del partner.

Si tira avanti, ci si trascina a tentoni, mettendo alla porta ogni entusiasmo.

Forse sarebbe meglio amarsi e odiarsi alternativamente con misura, piuttosto che vivere in quello stato di indifferenza ottenuto per porre fine ad ogni conflittualità?

Resta aggiornato sui Programmi Gayatri 

Print Friendly, PDF & Email

Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.