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The Angels’ Share, storia di speranza e riscatto

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La “parte degli angeli”, the angels’ share, è quel 2% di alcol che ogni anno evapora inevitabilmente dalle botti di whisky facendone perdere un frammento dello spirito. Da tale affermazione prende titolo e spunto il film di Ken Loach, uno dei registi di denuncia per eccellenza. 

‘The Angels’ share’, distribuito in Italia come ‘La parte degli angeli’, è la storia di Robbie, un ragazzo di Glasgow che dalla tenera età è perennemente nei guai con la giustizia, per risse, violenza gratuita, ma soprattutto per una faida familiare che continua da generazioni e non risparmia nemmeno lui.

Per colpa di un scazzottata conseguente a questa faida Robbie viene condannato a svolgere 300 ore di lavori socialmente utili: ha evitato di tornare in galera grazie al cambiamento che pare in lui stia avvenendo da quando è fidanzato con Leonie, una ragazza dolce e determinata che sta per dargli un figlio.

Aiutato da Harry, il coordinatore dei lavoratori socialmente utili, Robbie inizia a comprendere la necessità di dover mutare radicalmente modo di pensare e stile di vita specialmente per quel bambino appena nato e a cui promette di non fare mai più ciò che lo ha messo nei guai in passato.

A scontare la “condanna” con lui ci sono Rhino, Albert e Mo con cui, grazie a Harry, condivide un’esperienza che gli cambierà la vita: la visita ad una distilleria.

La passione per il whisky porta Robbie a studiare tutto quello che riguarda la lavorazione e il mondo che ruota attorno ai liquori riuscendo a coinvolgere anche gli altri tre compagni di “condanna”.

Nonostante le buone intenzioni pare che i guai non vogliano lasciare in pace Robbie che, da un lato viene minacciato e inseguito da coloro che vogliono vendicarsi in nome della famigerata faida, dall’altro si trova a fare i conti con l’inesistente considerazione del padre della sua fidanzata per cui è un poco di buono che, per il bene di tutti, è meglio vada via da Glasgow dimenticandosi di Leonie e il bambino.

Combattuto tra l’istinto della strada che lo porterebbe ad affrontare chi vuole battersi con lui e la promessa fatta al figlioletto, Robbie, proprio nel momento in cui sta per mollare tutto accettando i soldi che gli offre il padre di Leonie per andarsene via, decide di prendere in mano la situazione e di organizzare un colpo gobbo con Rhino, Albert e Mo. Stavolta, la passione per il whisky dovrà essergli d’aiuto per quella che vuole sia l’ultima azione illegale della sua vita.

Ken Loach cambia tono alla sua narrazione classica e dà vita ad una commedia dolceamara che, conservando la drammaticità di base degli argomenti centrali della storia, si sviluppa con molto umorismo e con tratti da fiaba moderna; una fiaba sociale naturalmente, perché si parla di riscatto e di speranza.

La voglia di raccontare questa storia è venuta a Loach dopo aver letto i dati tragici della disoccupazione giovanile nel 2011, e di risposta ad una società che pare voler emarginare e vietare un futuro alle giovani generazioni “Ken il Rosso” ha voluto girare un film che mostrasse, magari in modo paradossale, che deve essere data una possibilità a tutti, anche a chi, agli occhi dei più, non la meriterebbe.

Per tale motivo ha voluto che i protagonisti di ‘The Angels’ share’ fossero ragazzi difficili, con una vita segnata, e la sceneggiatura, scritta con il fido Paul Laverty, è tesa a dimostrare che ci possono essere eventi fondamentali come la nascita di un figlio che modificano radicalmente il modo di pensare e di essere di una persona che, dal momento in cui deve occuparsi di un altro individuo, vede in maniera diversa il proprio passato, presente e soprattutto futuro. Ma tale visione e tale cambiamento possono esserci solo se viene data loro una possibilità.

A rappresentare al meglio l’ispirazione e l’intento del film è stato scelto da Ken Loach come protagonista un ragazzo senza alcuna esperienza di recitazione e Paul Branningan ha ripagato la fiducia con una naturalezza ed una intensità che trapelano durante la visione di ‘The Angels’ share’ e che derivano dalle storie vissute in prima persona dall’attore esordiente che è arrivato ad incrociare la strada prima dello sceneggiatore Paul Laverty e poi di Loach perché inserito in un progetto di recupero per ragazzi con passato burrascoso.

‘La Parte degli Angeli’ ha ricevuto il Premio della Giuria al Festival di Cannes e, ad essere premiata oltre all’opera in sé con i pregi tecnici e l’abilità narrativa che rende apprezzabile una sceneggiatura che non cala mai di tensione, è stata la voglia di leggerezza di Ken Loach, una necessità di cambiamento a suo avviso rivoluzionario quasi ad esorcizzare il periodo nerissimo che attraversa la società contemporanea, tutto questo rimanendo ancorato ad un profondo neorealismo che si prende carico di raccontare la condizione difficilissima della gioventù moderna.

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Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.