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Storicità del diritto 2 – Prima parte

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Paolo Grossi (aprile 2006)

In un momento di grande mobilità e di grosse rapidissime mutazioni sociali, in cui il presente e vigente è perennemente superato da una corsa continua, Paolo Grossi sottolinea come sia indispensabile avere piena consapevolezza della linea storica in cui siamo immersi. Lo storico del diritto può, meglio di altri, chiarire qualcosa ai naturalisti su questa “globalizzazione giuridica”. paolo_grossiLo storico del diritto, quale signore della linea storica, in un momento di frenetica mobilità, è forse il più capace, il più idoneo ad offrire il senso di quella linea. Questo non è certo tempo di solitudini per il singolo giurista. Egli deve operare nell’ambito della sua specialità approfondendola, ma avendo coscienza dell’unitarietà della scienza giuridica. “Lo storico è l’opposto del necrofilo, è colui che sente vivo il colloquio passato/presente e pone in dialettica i due momenti per sottolinearne le rispettive insopprimibili tipicità”. La crisi odierna non è affatto crisi del diritto; il diritto non è mai in crisi; in crisi è invece il modo con cui potere e forze politiche hanno ridotto il diritto con la colpevole complicità dei giuristi. Grossi insiste ancora sul concetto dell’odierna crisi delle fonti, cioè dei modi con cui il diritto stesso si manifesta, con cui lo abbiamo obbligato nella modernità, a manifestarsi nella vita sociale. Crisi, quindi, di un certo modello di diritto e di un certo tipo di giurista. L’illuminismo e la rivoluzione hanno ridotto il diritto ad una sorta di eccessiva semplicità, anzi di semplicismo, limitando, costringendo e sacrificandone la dimensione giuridica. È da qui che discende il mito del legislatore, del principio di legalità inteso nella maniera più rigida e stringente possibile. La legge è la fonte che ha assorbito tutta la varietà e multiformità del diritto destoricizzandolo. In quest’ottica, il giurista appare come un personaggio assolutamente devitalizzato, bisognoso solo di buoni strumenti logici, perché a lui è assegnata solo l’esegesi di un testo cartaceo autorevole. Secondo Grossi siamo ancora eredi di una scelta profonda che deriva da tali proposte illuministiche e che ha portato all’esilio dell’interpretazione/applicazione, proprio perché il “diritto si conchiude e racchiude nell’itinerario che va dal progetto parlamentare o governativo alla promulgazione della norma. La vita successiva della legge nel tempo e nello spazio, quella vita che le permette di incarnarsi, non ha rilevanza. Il processo di formazione del diritto è già compiuto. Il giurista, pigramente, accolse il non-ruolo che gli veniva imposto e, in un clima di legalismo e formalismo esasperati, si limitò a disegnare sulla base delle norme prodotte da altri una sorta di teoria pura, scarnificata perché affondante nelle astrattezze delle norme e non sulla carnalità dei fatti economici, culturali, sociali, lasciati interamente all’apprezzamento del legislatore”. Per lo storico, invece, il diritto non è solo una realtà legale e formale; è soprattutto una realtà impura, perché carnale, dimensione della storia umana e in essa si inserisce; è una realtà complessa perché complesso è il corpo vivente della società cui il diritto stesso si riferisce. Il ‘900 appare agli occhi dello storico del diritto, come un secolo estremamente fruttuoso sotto questo profilo, poiché nel suo percorso ha preso avvio la crisi fertile che permette dei recuperi che un cupo formalismo aveva prima impedito. È crisi del diritto come norma, come comando; ma è il momento di recuperi, di riscoperte. La riscoperta dell’essenza ordinamentale del diritto è l’insegnamento affrancatorio di Santi Romano. Puntare sul diritto come ordinamento significa spostare l’asse portante dell’ordine giuridico fuori dal legislatore, sottrarlo ad un soggettivismo accanito fino a ricomprendere e valorizzare quella dimensione oggettiva, sociale, economica, culturale che il diritto stesso è chiamato ad ordinare e con cui deve fare i conti per esaltare la dimensione essenziale del diritto, la storicità.

 

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.