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Riapre ‘In Loco. Il museo diffuso dell’abbandono’

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'In Loco. Il museo diffuso dell'abbandono'


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Il primo museo in Italia che racconta 70 immobili in disuso sul territorio romagnolo tra fabbriche, conventi, colonie, chiese e ville combinando memoria e tecnologia

Riceviamo e pubblichiamo.

Scelto tra le iniziative più meritevoli dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza e già segnalato dalla guida Lonely Planet, ha riaperto in queste ore anche ‘Il museo diffuso dell’abbandono’, progetto unico in Italia dell’Associazione Spazi Indecisi di Forlì, sede del centro visite.

Un invito all’esplorazione dei luoghi in disuso in maniera immersiva e innovativa, combinando esperienza, memoria e tecnologia.

Gli interessati possono cominciare consultando il sito www.inloco.eu, dove si può anche scaricare la APP dagli store digitali, che servirà per conoscere in diretta la storia dei luoghi, e prenotando una visita alla mail inlocomuseo@gmail.com.

Al momento attivo in Romagna, si tratta di un progetto di valorizzazione pensato per essere replicato in altri contesti culturali e geografici del nostro Paese, che conta un patrimonio di centinaia di migliaia di edifici dimenticati, fra cui 50.000 palazzi storici, 20.000 edifici ecclesiastici e 5.000 borghi.

Il punto di partenza ideale per intraprendere il viaggio è il centro visite di Forlì, situato nella palazzina uffici del deposito delle corriere SITA-EXATR in via Ugo Bassi 16. Qui è possibile ascoltare i primi approfondimenti storici, vedere un plastico del museo e assistere alla presentazione degli itinerari.

La collezione, composta da 68 tra ville, conventi, colonie marine, edifici industriali, parchi di divertimento e chiese è una selezione della ricerca e della mappatura fatta da Spazi Indecisi che ha portato all’individuazione di 250 luoghi abbandonati.

L’obiettivo è portare alla luce una ricchezza che solo se resa visibile, raccontata e connessa alle comunità ha possibilità di essere recuperata e rigenerata.

Spiega Francesco Tortori, tra i fondatori del Museo:

In Loco è il tentativo di scegliere quali di questi luoghi, oggi dimenticati, portare nel futuro, non salvandone e conservandone i muri, ma valorizzando in prima istanza il patrimonio immateriale che racconta caratteri peculiari del territorio.

Oggi la “collezione” del museo è composta da luoghi in abbandono di eccezionale valore storico-culturale. Abbiamo cominciato nel 2011 con una mappatura del territorio, scavalcando cancelli, scattando fotografie, intervistando persone, riaprendo le serrature arrugginite ma anche organizzando eventi e mostre in questi stessi luoghi per riportarli a nuova vita.

Un immenso patrimonio culturale che rischiavamo di perdere per sempre. Tutto questo non lo abbiamo fatto da soli, ma con il contributo di tanti appassionati che, attraverso il sito, hanno segnalato luoghi, inviato foto, condiviso visioni e idee.

L’iniziativa dell’Associazione Spazi Indecisi ha ricevuto il plauso della Fondazione Italia Patria della Bellezza, la cui missione è rimettere al centro il valore del patrimonio culturale, artistico, monumentale e paesaggistico del nostro Paese, identificando e sostenendo le realtà impegnate nella valorizzazione della Bellezza italiana.

La Fondazione ha lanciato un bando per sostenere le attività di promozione, comunicazione e branding di progetti che si distinguano per la loro capacità di sviluppo delle realtà locali, andando a ricercare direttamente nei territori gli esempi più virtuosi.

Afferma Alessia del Corona, Direttrice della Fondazione:

Il Museo diffuso dell’abbandono ha colpito subito la nostra attenzione per la profondità del pensiero e per la capacità di individuare una nuova chiave interpretativa, oltre che per lo sforzo di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, di riscoperta della memoria e della tradizione in ottica rigenerativa.

Abbiamo trovato in loro dei veri ambasciatori di bellezza.

Presentato ufficialmente l’anno scorso, il progetto nonostante la pandemia che ha fermato tutti i musei in Italia ha accolto grazie al sito e alle APP dedicate ben 36.000 visitatori virtuali, oltre a circa 2.500 reali, persone che hanno potuto in tutta sicurezza esplorare e scoprire il patrimonio in abbandono dietro casa, un valore che raccontato attraverso foto, documenti, testimonianze e multimedia dona una nuova consapevolezza dell’evoluzione socio-culturale.

Per visitare Il Museo diffuso dell’abbandono ci sono ben sette itinerari di viaggio rivolti a tutti coloro che vogliono conoscere la storia del territorio che va da Imola (BO) a Cattolica (RN), una guida turistica alternativa in continua evoluzione che rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc, fruibili unicamente in loco tramite una APP che accompagna i visitatori alla scoperta del museo diffuso.

Scaricabile gratuitamente, l’applicazione contiene le mappe GPS degli itinerari, le schede degli spazi, ma anche i racconti dei protagonisti del passato e tutte le informazioni utili ai visitatori, documentari, video 3D, sonorizzazioni, etc., una volta arrivati nelle vicinanze dei luoghi.

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