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Quale spazio, oggi per lo storico del diritto

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Paolo Grossi (1999)

Paolo Grossi esorta a mutare atteggiamento psicologico: troppo spesso gli storici del diritto italiano hanno “lo spirito del cantuccio”, si appartano compiacendosi dei essere emarginati. La “mentalità del cantuccio” va eliminata perché è il primo impaccio paralizzante negativo per lo storico del diritto italiano.paolo_grossiSecondo Grossi occorre sfruttare fino in fondo la crisi in cui si dibatte il giurista di diritto positivo, in cui la scienza giuridica si trova. Sta crollando una vecchia mitologia per il giurista di diritto positivo e con questa mitologia, un universo giuridico che era concepibile e concepito nella forma più semplice: un universo di leggi, di testi autoritari rispetto ai quali l’unica funzione dell’interprete e dell’applicatore era l’esegesi. Oggi dietro questo universo di testi ci sono realtà effettive fino a ieri compresse e sacrificate, che ora incalzano: il giudice, la Corte Costituzionale, il mondo della prassi. L’universo giuridico si fa incredibilmente più complesso. Quelle vecchie partizioni fra diritto privato e diritto pubblico che avevano retto fino a ieri, oggi sono messe in dubbio: domina uno scetticismo profondo. All’unità del diritto non può non corrispondere l’unità della scienza giuridica. Lo Stato, giuridicamente, conta sempre di meno; lo Stato è sempre meno quel referente essenziale che era apparso ai costruttori del diritto moderno. Oggi si parla continuamente di transnazionalità. In questo momento di veloce mutazione, di riscoperta di complessità prima sepolte, di unità multidisciplinare, lo storico del diritto funge da coscienza critica del vigentista, perché per le sue competenze professionali, in quanto storico, è percettore della complessità, interprete della vita, portatore di una visione complessa dell’universo giuridico, decifratore dell’esperienza come realtà globale, insofferente allo statalismo. Il carattere autenticamente demitizzatorio che lo contraddistingue, la sua capacità relativizzatrice, lo rendono la coscienza critica del giurista di diritto positivo. Il senso della storicità del diritto si identifica in un sentimento della complessità dell’universo giuridico, della sua unitarietà, della sua insofferenza a proiezioni soltanto statuali, del suo divenire rapidissimo; è in tutto questo nodo problematico che lo storico del diritto può inserirsi in modo fertile. In linea coi tempi, occorre liberarci dell’aggettivo “italiano” e misurarci in un campo transnazionale, nella storia giuridica europea medievale e moderna. È nell’esperienza giuridica medievale che è possibile cogliere il “moderno” e il “post-moderno”. Oggi, la civiltà medievale offre delle dimensioni di straordinaria attualità; ogni storico è un uomo del presente e, in quanto tale, egli può far storia, contemplare e comprendere il passato. Lo storico del diritto per Grossi deve avere un’intensa dimensione comparativa, porre in contatto dialettico la interpretatio iuris creativa dei giuristi medievali con l’interpretazione dei moderni. Il diritto non è un’isola galleggiante, è invece radicatissimo nella società. Il giurista, rispetto ai cultori del diritto positivo, ha un compito più arduo: immergere il dato giuridico nella dialettica incessante fra ieri ed oggi. La tecnica giuridica è uno strumento straordinariamente espressivo: la tecnica colta non come cifra misteriosa, ma come strumento appropriato per leggere il mondo sociale e metterlo a fuoco sotto il profilo giuridico. Nel mondo accademico, didattica e ricerca sono in simbiosi perfetta. La didattica è strumento di formazione di un discente, gli fornisce la capacità di un’autogestione scientifica mettendolo in possesso di un patrimonio di principi, concetti, schemi categoriali, strumenti tecnici che lo rendono agguerrito ed autonomo sul piano culturale. Lo storico del diritto dovrebbe solo avere l’accortezza di puntare didatticamente su grandi temi: Stato, sovranità, legalità e codificazione, pubblica amministrazione, sottolineando come grazie ad essi, la teoria dei giuristi ha costruito radici e colonne portanti fondamentali di tutto l’edificio politico e sociale. Secondo Grossi, occorre un mutamento di psicologia, essere la coscienza critica del giurista del diritto positivo, bandendo le solitudini.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.