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L’Aura non c’è?

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Aura


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Viaggio tra le bufale del Mondo Olistico

Oggi, per merito delle neuroscienze, sappiamo che coloro che credono di vedere l’Aura delle persone, un alone di luce energetica che può essere anche di vari colori, in realtà, hanno un “difetto di percezione visiva” notoriamente chiamato sinestesia.
Vedasi il libro: ‘Cosa sappiamo della mente’ del neuroscienziato indiano Vilayanur S. Ramachandran, ed. Mondadori oppure facciasi – ma si può dire facciasi? è ormai fuori uso, ma sapete che se non faccio un po’ il bambino mi annoio a scrivere! – una sana ricerca in Google.

Ma come? E l’aureola che circonda la testa dei Santi? Naturalmente è simbolica, ma vallo a spiegare a chi, ormai, si è fissato leggendo troppo senza nessun senso critico. Ma come? E la macchina che fotografa l’Aura? Quella che sforna la tua immagine stampata con tutti i colori intorno alla tua faccia e al tuo corpo? Ohhh certo!

Chiesi ad uno psicologo che ne possedeva una e faceva fotografie ad una modica cifra di 50.000 delle vecchie lire:

Per cortesia mi puoi scattare cinque foto una dopo l’altra?

Naturalmente non a pagamento visto che si trattava di verificare l’attendibilità della macchina, dal momento che mi aveva chiesto di fare una valutazione dei colori in relazione all’interpretazione simbolica dello yoga.

Ebbene, nel giro di nemmeno trenta secondi risultò che avevo, intorno al mio volto fotografato, ben cinque diverse combinazioni di colori, tutte contrastanti tra loro, come se avessi, a parere dell’esito conseguito, cinque caratteri completamente differenti l’uno dall’altro.

Chiesi quindi di nuovo allo psicologo:

Scusami, ma questo come si spiega?

Tentò un’improbabile risposta arrampicandosi sugli specchi:

Beh, sai, a seconda dello stato d’animo i colori possono variare…

Potete immaginare il mio sgomento; sono certo che anche voi gli avreste posto la mia stessa successiva domanda:

Ah dottò! Ma ti pare che in meno di trenta secondi io abbia potuto cambiare stato d’animo per ben cinque volte? Suvvia! Non ritieni piuttosto che le combinazioni dei colori siano pre-impostate e che, quindi, escano a casaccio di volta in volta?

Più avanti, in via del tutto confidenziale, lo psicologo mi disse di aver pagato quel macchinario ben undici milioni di lire e che ormai aveva la necessità di rifarsi della perdita economica subita per essersi lasciato fregare dal fornitore e che, in fondo, con sole 50.000 lire, dava soddisfazione a tante persone che avevano bisogno di credere in qualcosa e che in ogni caso, comunque, se non lo avesse fatto lui, questo bizzarro reportage fotografico, sia nelle fiere come nel proprio studio, l’avrebbero comunque fatto altri, magari facendosi pagare di più.

Machiavellico benefattore! Beh, caro dottore, vada avanti lei che a me scappa da ridere – ci sarebbe da piangere – e si cerchi un altro per l’interpretazione dei colori poiché a me, di abbindolare la povera gente, con la scusa di doversi rifare per essere stato a propria volta abbindolato o, più ancora, per dare un contentino a chi ha bisogno di una nuova fede, non garba affatto.

Non farebbe prima, coscienziosamente, ad ammettere di essere stato un pollo – in fondo sarebbe bastata la verifica da me richiesta quando si presentò il fornitore del macchinario – e magari conservare nel suo salotto la “speciale macchina fotografica” con un bel biglietto incorniciato con la scritta: “La prossima volta, prima di buttar via soldi, fermati a pensare!”?

Macché! Aveva già preso impegno con una famosa fiera del naturale e dell’olistico dove sarebbe stato in ottima compagnia con altre ingegnose invenzioni costosissime e altrettanto fasulle.

Meglio prender nota anche oggi:

Le fiere sono fatte per vendere prodotti e le verifiche sono nate per accertarsi che i prodotti siano validi.

Ho sviluppato un buon senso critico? Sono in grado di fare domande appropriate e chiedere spiegazioni e dimostrazioni sulla validità del prodotto?

Oppure accetto tutto senza pormi alcun quesito, solo perché il prodotto soddisfa il mio piacere e le mie illusioni?

Preferisco una bugia piacevole piuttosto che una verità scomoda? Ho il coraggio di affrontare l’interlocutore e di far valere i miei diritti di acquirente, o sono disposto a comprare a scatola chiusa, senza quel sano scetticismo che potrebbe salvarmi da enormi fregature?

Soffermarsi a pensare, a volte, può essere faticoso ma certamente con un atteggiamento critico e riflessivo ci si risparmia il rancore contro se stessi che, puntualmente ci attende al varco, quando sopraggiunge la comprensione di essere stati tanto ingenuamente raggirati.

Prendi nota:

Il signor rammarico non ti potrà restituire i soldi perduti. Bene che vada ti impedirà di spenderne altri, ma perché non impedirselo già da ora, acquistando, del tutto gratuitamente, un pacchetto di consapevolezza?

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.