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Il mese di dicembre a Napoli

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E pe ca lu lupine se ‘nzerraje
Maria a n’albere’ e pigne tuzzuliaje.

È questa una strofa di una celebre canzone: ‘La leggenda del lupino’, scritta dal maestro Roberto De Simone.

Pur essendo una creazione relativamente giovane, rientra nel repertorio classico natalizio di molti artisti napoletani. Essa racconta la fuga della Madonna con il bambino che, inseguita dai soldati giudei, chiede rifugio ad una pianta di lupino pregandola di nasconderla tra le sue foglie. Mi vengono i brividi ogni volta che la sento.

Nello stesso repertorio natalizio potrebbe rientrare anche la poesia di Ferdinando Russo ‘A madonna d”e mandarine in cui viene raccontato il castigo dato dal Signore ad un angioletto monello e l’intervento della Madonna accorsa per consolarlo. Altro capolavoro che mi provoca sempre tanta tenerezza.

Scommetto che vi piacerebbe sapere come entrambi vanno a finire, ma la mia spiegazione scritta non renderebbe giustizia alla musicalità e ai colori espressivi delle parole che solo ascoltate dal vivo si possono “sentire”.

Vi invito, dunque, a partecipare a qualcuno dei centinaia di spettacoli e concerti che nelle feste di Natale abbondano nelle chiese e nei teatri partenopei. Tra questi mi permetto di segnalarvi ‘Natalizia’ il 27 dicembre 2018 alle 19:30 che si terrà al Club 55 di via Toledo a Napoli. Uno spettacolo che mi vedrà interpretare alcuni classici del repertorio di Natale.

Il concerto prevede la partecipazione del complesso vocale e strumentale “Dimensione Polifonica” diretto dal maestro Biagio Terracciano per la parte musicale.

Ho preso a pretesto queste due storie perché in entrambe si parla della Madonna e di un frutto che a Napoli si trova in abbondanza.

Per voi ho scritto il seguente racconto ambientato in uno degli antichi mercati napoletani:

Avete mai visto i banconi di frutta o di pesce al mercato del Borgo di Sant’Antonio Abate o quello delle mura di Porta Nolana? Quei banconi che dai napoletani vengono chiamati ‘e puosti?

È d’obbligo per ogni napoletano perdersi in uno di questi bazar che nel periodo natalizio acquistano un’atmosfera speciale. Non quella classica del Natale che si può vivere un po’ ovunque, ma qualcosa di particolare che non vi so spiegare, qualcosa di alchemico.

Quando mi ci trovo faccio in modo che i miei piedi seguano da soli un cammino, senza una precisa meta, e mi facciano perdere tra le decine di puosti.

Mi piace sentire l’odore di centinaia di meloni Cantalupo, delle arance, dei mandarini, delle clementine che provengono dai tanti cesti multicolori ricchi anche di frutta esotica e fuori stagione.

Basta fare un passo e ti ritrovi al puosto affianco ricco di tutt’altra mercanzia, ritrovandoti magari tra centinaia di vongole, telline, patelle, fasulare, lupini e cannolicchi.

Sono frutti anch’essi, penso allora, figli del mare, ammassati gli uni sugli altri nelle spaselle come monete di un prezioso tesoro. Mi piace pensare che abbiano lo stesso valore di un bottino trafugato dai pirati.

In fondo, i pescatori sono solo dei miseri ladri che hanno strappato al mare i suoi frutti per venderli a chi li divorerà al sol fine di nutrirsi. Caspita! Eppure, ripensandoci, c’è tanta poesia anche in questo: morire per far vivere!

D’altra parte ci comportiamo in egual modo anche verso le mele, le arance, le pesche, anche loro della terra sono i figlioli e non sapendo se ce li ha donati lei o glieli abbiamo strappati noi, li divoriamo con l’unico scopo di nutrirci.

Napoli è l’Eden abbandonato da Adamo ed Eva dove i “luciferini” si sono insediati per diventarne padroni. Un paradiso delizioso dove i richiami a tornarvici sono belli, forti e generosi proprio come i diavoli che lo abitano!

L’articolo è tratto da ‘Tammurriata. Riti e Miti di una Sirena Millenaria’ di Cosimo AlbertiValtrend Editore.

Illustrazioni Marco Monty

'Natalizia'

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Autore Cosimo Alberti

Cosimo Alberti, attore con la tammorra, cantante, esperto di danze popolari e docente in seminari su balli della tradizione campana.