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‘Exploding Plastic Warhol’, seconda settimana di repliche al TRAM

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Exploding Plastic Warhol


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In scena dal 12 al 15 ottobre a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.

Dal 12 al 14 ottobre, ore 21:00, e il 15 ottobre, ore 18:00, presso il TRAM, via Port’Alba, 30, Napoli, andrà in scena la seconda settimana di repliche dello spettacolo ‘Exploding Plastic Warhol’, drammaturgia e regia Mirko Di Martino, con Orazio Cerino, Titti Nuzzolese, Angela Bertamino, Antonella Liguoro, Dario Tucci, produzione Teatro dell’Osso in collaborazione con Vissi d’Arte Festival.

Il TRAM si trasforma in un locale underground della New York degli anni della Pop Art per accogliere l’ultimo grande spettacolo di Andy Warhol. Le superstar della Factory sfilano davanti al pubblico per raccontare il successo e il fallimento, l’arte e la droga, la musica e il denaro: le contraddizioni che resero grande l’arte di Warhol e distrussero le vite di chi gli stava intorno.

Chi è Andy Warhol? Il più grande artista del Novecento, ovviamente. Oppure no? È forse il pittore più famoso della pop art? O è l’icona della New York degli anni ’60? Chi è davvero Andy Warhol? Mai nessun artista è stato così famoso come lui e mai nessuno è stato così criticato e osannato, incompreso e deriso, adulato e strapagato, amato e odiato.

Tutti conoscono i dipinti di Warhol, i suoi barattoli di zuppa Campbell, le sue Marylin, le sue scatole Brillo, i suoi fiori e le sue mucche. Ma non basta: tutti conoscono anche Andy Warhol, anzi, la sua immagine è forse perfino più famosa delle sue opere. Eppure, in lui c’è qualcosa che sempre sfugge, qualcosa che si ancora si nasconde al di sotto della parrucca bionda, dietro gli occhiali da sole, oltre le pose da divo.

Warhol ripeteva sempre:

Se volete conoscere Andy Warhol, tutto quello che dovete fare è semplicemente osservare la superficie di tutto quello che mi riguarda e mi circonda, le mie opere, i miei film e me stesso. Eccomi qua, non c’è nulla di più di quel che si vede.

Aveva ragione, ma non diceva la verità: Warhol lavorò tutta la vita a costruire un’immagine di se stesso che fosse il più vicina possibile a come lui voleva che fosse. Nella sua figura, verità e menzogna si confondevano continuamente: gli aneddoti biografici ben presto cominciarono a rincorrersi e a contraddirsi, le storie che lo riguardavano si svilupparono, crebbero, si gonfiarono. La realtà diventò leggenda, l’artista diventò mito.

A trent’anni di distanza dalla sua morte (22 febbraio 1987), abbiamo pensato di raccontare Warhol a partire da Warhol, mescolando la sua biografia reale e quella inventata.

Non si butta via niente

diceva Warhol riguardo alle sue creazioni: noi facciamo lo stesso. Utilizziamo i suoi scritti, le sue opere, e ciò che tanti hanno scritto di lui, nel bene e nel male.

Ne viene fuori un ritratto complesso di un uomo alle prese con le sue paure, di un artista innamorato del successo, di un’icona che riuscì a creare un prima e un dopo Warhol, un “before/after”, riprendendo il titolo di uno dei suoi primi dipinti.

Ma uno spettacolo che racconta Warhol non può non interrogarsi su quale sia il modo giusto di raccontarlo: sono passati trent’anni dalla sua morte, ma la suggestione della sua arte resta ancora fortissima.

Il nostro spettacolo è contamina arte, parola e gesto in un gioco “dentro/fuori”, “vero/falso”, in cui il pubblico potrà riconoscere, oppure no, l’uomo che tutti conoscono.

Dichiara il regista:

Siamo felici di poter inaugurare la seconda stagione del TRAM con uno spettacolo dedicato a Warhol che ci permette di unire arte, teatro e cultura. Si tratta di una tappa importante per noi perché rappresenta il primo spettacolo nato e realizzato appositamente per il TRAM, con un allestimento suggestivo e non convenzionale che si avvale della collaborazione prestigiosa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Proviamo a raccontare Warhol al di là di Warhol, cerchiamo l’uomo che si nascondeva dietro la maschera, l’artista che indossava ogni giorno il costume da star.

Warhol lavorò tutta la vita a costruire un’immagine di se stesso che fosse il più possibile vicina alla sua immagine pubblica.

Cercò di diventare più famoso dei suoi stessi dipinti, e ci riuscì, ma a costo di sacrificare una parte importante della sua vita.

Lo immaginiamo, allora, in un serrato confronto con alcune delle persone che vissero con lui negli anni Sessanta per periodi più o meno lunghi: Edie Sedgwick, Freddy Herko e Valerie Solanas.

Erano le sue Superstar, personaggi insoliti, artisti ed emarginati che per un breve periodo risplendettero di luce intensa, per poi spegnersi tragicamente. Warhol li usò per i suoi scopi e li abbandonò quando non gli servivano più, o forse furono loro a servirsi del suo successo.

Ma a quale prezzo si diventa un artista famoso? A cosa bisogna rinunciare per ottenere ciò che si vuole? Sono le domande a cui proviamo a dare risposta con questo spettacolo.

Gli attori recitano su una lunga pedana, alta venti centimetri, che attraversa in lungo tutto il TRAM, dall’ingresso fino al palcoscenico. Il pubblico è seduto su due file di sedie disposte lungo i lati della pedana.

Warhol, sempre in scena, incontra volta per volta le tre Superstar, che raccontano in tre momenti la propria storia e il proprio rapporto con Warhol. Una figura che indossa il costume di Marilyn, la Marilyn di Warhol, il modello della Star, rappresenta un’intensa accusa a Warhol, la voce forse del suo inconscio che lo obbliga a confrontarsi con le sue colpe.

Per saperne di più si rinvia alla recensione.

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