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Digitale: una metamorfosi senza ritorno – Parte due

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Quel mattino, al risveglio da sogni angoscianti, Gregorio Sansoni si rese conto che si era trasformato in qualcosa che non voleva più essere e decise che tutto doveva tornare come prima.
Guardò lo smartphone che aveva in mano e decise che non lo voleva più usare. Ripensò al libro di Orwell, ‘1984’, quello in cui si parlava del Grande Fratello, e giurò a sé stesso che il suo cellulare non sarebbe diventato il suo padrone.

Fece la doccia senza ascoltare musica o notizie e si limitò a guardare un notiziario su uno dei canali più importanti. Al termine, la voce che parlava ricordò che si potevano trovare approfondimenti sul sito e sulla app.

Gregorio, però, non poteva non lavorare. Si trovò quindi, costretto a collegarsi e, mentre era online, venne data la notizia della morte di un personaggio famoso.

Qualcuno si fermò per leggere le prime pagine che cambiavano continuamente con particolari del fatto. Una volta, pensò Gregorio, lo avrei letto il giorno dopo sulla prima pagina di un quotidiano.

Pausa caffè. Scese al bar la barista gli sorrise.

Un momento piacevole e una mosca bianca rispetto alla maggioranza delle persone che aveva gli occhi abbassati sul monitor mentre fotografavano i loro caffè per inviarli come messaggi di gruppo o pubblicarli sui social.

Ma poi anche lei, mentre serviva un altro cliente lanciò un messaggio vocale terminandolo con le parole:

Ascolta quando vuoi.

Come fa il destinatario, pensò Gregorio, a sapere che può ascoltare quando vuole se la frase è al termine del messaggio?

Doveva recarsi all’ufficio postale per una commissione ma, quando giunse, scoprì che coloro che non si prenotano con la app devono fare una fila a volte lunga; troppo quel giorno. Doveva tornare a lavorare. Domani avrebbe prenotato online con anticipo.

Per pranzo decise di andare in un ristorante vicino. La sua nuova vita senza cellulare doveva essere celebrata. Il cameriere gli disse che il menu era consultabile solo tramite il codice a barre. Niente carta, perché non era una scelta green.

Gregorio non si arrese e si recò al vicino supermercato, dove acquistò ciò che gli occorreva. Al momento di pagare si trovò davanti solo casse elettroniche. Eppure, una volta c’erano delle ragazze che avevano un bel sorriso.

Non gli bastavano i contanti, così pagò con la carta di credito che, menomale era sulla app della banca sullo smartphone, altrimenti avrebbe dovuto prelevare dal bancomat.

Già da quella macchina che parla e dice anche arrivederci, ma che non è umana e non puoi chiedergli come sta e se ha ancora quel dolore alla spalla.

Il cellulare squillò. Era suo padre anziano. Da quando era vedovo aveva bisogno di assistenza e, proprio quel giorno gli comunicò che aveva finito le medicine, aveva chiamato il medico e aveva la prescrizione, ma non sapeva come scaricare la ricetta dematerializzata sulla quale c’erano i codici.

Dopo il lavoro Gregorio si recò, quindi, dal padre per stampare la ricetta e il genitore gli chiese di aiutarlo per prenotare la visita di rinnovo della patente prossima alla scadenza. Aveva provato a telefonare, ma le voci registrate lo avevano rimandato al sito della Motorizzazione.

Quella sera convinse i soliti due amici ad uscire per un aperitivo e li informò della sua decisione di non usare più il telefono e le connessioni.

Venne sommerso dalle risate di chi aveva pensato ad uno scherzo e dall’ironia di chi lo chiamò cavernicolo. Ma lui era deciso.

Gli dissero che avrebbe dovuto scriverlo sui social e Gregorio stava effettivamente per farlo, ma capì il controsenso della cosa. Gli amici vollero fare un selfie da postare e mandare sui gruppi WhatsApp. Gregorio si rese conto di essere iscritto a quasi cinquanta di questi di cui, molti, con decine di sconosciuti.

Quella sera, dopo la cena, mentre guardava la TV cercando di non uscire dall’offerta dei canali analogici, pensò che sarebbe bello lanciare davvero una sfida così.

Ma il TG della notte gli ricordò che il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale aveva promosso nuove iniziative per le future città guidate dall’intelligenza artificiale e che le auto di domani sarebbero state guidate da un computer e avrebbero riconosciuto automaticamente le strade.

Gregorio andò alla finestra e cercò di guardare le stelle.

Mandò un messaggio alla ragazza che avrebbe voluto frequentare e conoscere meglio, dicendole quanto sarebbe stato bello guardare le stelle insieme.

Lei rispose inviandogli il link di un sito che forniva immagini perfetto del cielo stellato abbinate a musiche emozionali.

Gregorio Sansoni iniziò a piangere e, finalmente, capì che poteva resistere. A differenza dei computer lui poteva ancora piangere e provare emozioni.

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Autore Gianni Dell'Aiuto

Gianni Dell'Aiuto (Volterra, 1965), avvocato, giurista d'impresa specializzato nelle problematiche della rete. Di origine toscana, vive e lavora prevalentemente a Roma. Ha da sempre affiancato alla professione forense una proficua attività letteraria e di divulgazione. Ha dedicato due libri all'Homo Googlis, definizione da lui stesso creata, il protagonista della rivoluzione digitale, l'uomo con lo smartphone in mano.