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Algeria: denunciata all’ONU l’espulsione di marocchini

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Accusa lanciata dal Comitato dei lavoratori migranti delle Nazioni Unite

L’Algeria è stata accusata dal Comitato dei lavoratori migranti delle Nazioni Unite di aver espulso decine di migliaia di lavoratori marocchini dal proprio Paese.

Ciò è avvenuto durante il dialogo interattivo del Comitato sui Lavoratori Migranti, organo del trattato incaricato di esaminare l’attuazione da parte degli Stati della Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie.

La riunione si è svolta il 28 marzo a Ginevra con la delegazione del Regno del Marocco. Dopo la presentazione della relazione, l’esperta del Comitato, Fatima Diallo, ha chiesto conto all’Algeria sulla questione dell’espulsione di migliaia di marocchini, da molti anni regolarmente residenti in quel Paese.

La Diallo, infatti, fa notare che migliaia di migranti marocchini sono stati espulsi dall’Algeria nel 1975, e si interroga, in particolare, sulle misure che sono state prese per la restituzione dei loro beni da parte dell’Algeria e il loro indennizzo.

Nell’ambito di questo dialogo, il Direttore degli Affari Globali presso il Ministero degli Affari Esteri, Ismail Chekkori, ha ringraziato l’esperto per l’interesse mostrato per questa tragedia umana e umanitaria, che ha visto l’Algeria espellere arbitrariamente 45.000 famiglie nel bel mezzo della festa religiosa di Aid el Adha.

Il funzionario marocchino ha aggiunto che la risposta di Rabat rientra nella solidarietà nazionale, che ha consentito l’integrazione professionale e l’accesso ai servizi sociali dei marocchini arbitrariamente espulsi dall’Algeria.

Tuttavia, ha insistito sull’attuale contesto delle relazioni del Marocco con l’Algeria, segnato dalla decisione unilaterale algerina di interrompere le sue relazioni diplomatiche con il Marocco, e ha chiesto al Comitato delle Nazioni Unite di esaminare la questione con l’attenzione necessaria, affinché sia ​​fatta giustizia.

Il Marocco, inoltre, ha presentato a Ginevra i fondamenti e i contenuti della sua esperienza pionieristica nel campo della gestione della migrazione, in particolare a livello di riabilitazione del quadro giuridico per la migrazione, l’asilo e la lotta alla tratta di esseri umani.

Lo ha affermato Younes Skoury, Ministro dell’Inclusione economica, delle piccole imprese, del lavoro e delle competenze, nell’ambito della 36a sessione del Comitato per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei loro familiari, in occasione dello studio del secondo rapporto periodico sull’attuazione della relativa convenzione internazionale, durante il quale ha passato in rassegna i successi accumulati a livello nazionale dal 2013.

Il Ministro ha ricordato il sostegno del Marocco agli sforzi internazionali e regionali relativi alla governance della migrazione, in quanto ha contribuito all’emergere di molte iniziative pionieristiche, come il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration.

Per quanto riguarda il continente africano, prosegue il Ministro, gli sforzi e le iniziative del Regno sono culminate nell’affidare, da parte dei leader africani, a Mohammed VI, la responsabilità di “fare da pioniere all’Unione Africana sul tema delle migrazioni”. Questo è avvenuto, nel gennaio 2017, durante il 28° Summit dell’Unione Africana, in riconoscimento degli sforzi del re in materia di migrazione nel continente africano a cui si aggiunge l’apprezzamento per la sua perspicace visione in tale campo, che ha portato alla creazione dell’Osservatorio africano per la migrazione, considerato un meccanismo pratico per mantenere ritmo con la migrazione e un’incarnazione tangibile del ruolo del Marocco come precursore continentale nelle questioni migratorie.

Il Ministro ha guidato una delegazione marocchina in rappresentanza dei vari settori interessati al tema della migrazione e ha indicato gli sforzi internazionali e regionali del Regno per gestire e far progredire il governo della migrazione come salvaguardare i diritti dei migranti.

Ciò si basa su una ferma volontà nazionale che è tradotta nella politica nazionale in materia di immigrazione e asilo, adottata dal Regno del Marocco nel 2013 sulla base della visione e delle direttive del re Mohammed VI, al fine di preparare una nuova politica migratoria secondo un approccio umano e multidimensionale.

Tale politica, afferma Scurry, si basa su assi integrati, che si occupano di riabilitare il quadro giuridico relativo all’immigrazione, all’asilo e alla tratta di esseri umani e sullo stabilire lo status giuridico degli immigrati, elaborare le richieste di asilo e sviluppare una strategia nazionale nel campo dell’immigrazione e dell’asilo.

In attuazione della visione nazionale in materia di migrazione e asilo, il Regno ha adottato dal 2014 una strategia nazionale per l’immigrazione e l’asilo, che mira a garantire l’integrazione di immigrati e rifugiati e facilitare il loro accesso ai diritti e ai servizi pubblici senza discriminazione e si basa sull’attuazione di programmi che coprono settori importanti come l’istruzione, la sanità, l’occupazione, l’assistenza legale e sociale, la gestione delle frontiere e la promozione della cooperazione internazionale e dei partenariati in questo campo.

A tal proposito, da rimarcare l’eccezionale processo di regolarizzazione dello status degli immigrati in Marocco negli anni 2014 e 2017 ha consentito di legalizzare circa 50.000 immigrati, oltre a rafforzare il quadro giuridico nazionale attraverso l’adozione della legge relativa alla lotta contro le tratta nel 2016.

Questo sforzo continua incessante, per completare i laboratori per la riabilitazione del quadro giuridico, lavorando per l’adozione di altre due leggi fondamentali, sull’ingresso e la residenza degli stranieri nel Regno del Marocco e l’immigrazione e sull’asilo e le condizioni per la sua concessione.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.