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‘Al Pagone alla prova’ a Classico Contemporaneo

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'Al Pacone alla prova'


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In scena il 26 agosto al Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.

Sabato 26 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli, nell’ambito di Estate a Napoli 2017, rassegna Classico Contemporaneo – IV edizione, direzione artistica Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, organizzazione Teatro dell’Osso in collaborazione con Aries Teatro ed Eventi, andrà in scena ‘Al Pagone alla prova’, tratto da ‘L’Avaro’ di Molière, di Massimo Maraviglia con la Compagnia Asylum 2017, istruttori di squadra Massimo Finelli, Caterina Leone, Ettore Nigro, regia Massimo Maraviglia.
Produzione Asylum Anteatro ai Vergini, durata 1h 15′

Al Pagone fa rima con Arpagone e assonanza con Al Capone. Una riscrittura in salsa farsa de ‘L’Avaro’ di Molière, una delle più belle e conosciute commedie di carattere che la storia della drammaturgia ci abbia regalato.

Esiste ancora nella realtà odierna un avaro simile a quello disegnato da Plauto e poi da Molière? Forse sì, ma perché parlarne? O Forse no. Quegli avari lì avevano un rapporto quasi infantile col denaro, compenetrati nella loro ossessione, in fondo, non potevano davvero danneggiare nessuno.
Al più irritare o, nella migliore delle ipotesi, far sorridere.

L’immaginario collettivo di oggi è più abitato da boss che da avari. Non sono la stessa cosa ma entrambi hanno un rapporto malato col denaro, seppure declinato in modi assai diversi. I secondi esprimono puro – direi quasi innocente – amore per il denaro; i secondi vanno alla ricerca esasperata di una ricchezza che, nei casi estremi raccontati dalla cronaca, diviene anche potere di vita o di morte sugli altri.

Dunque se l’avarizia è originariamente paura esasperata di perdere qualcosa, l’avidità che sembra averla sostituita è l’incontrollata pulsione verso un potere pericoloso perché fine a se stesso, esattamente come quello ricercato dagli anti-eroi che abitano non solo la realtà ma anche le più recenti fiction di successo, che non muovono riso, se non involontario, a volte, e che raccontano con gravità pari a quella della realtà, la realtà stessa.

Al Pagone è un micro-antidoto contro la serietà con cui sembra quasi che cinema e televisione vogliano rendere omaggio agli anti-eroi. Un racconto farsesco dell’umana cretineria, così come piace a Molière.

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