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Yemen: Houthi cambia i curricula scolastici

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Gli insegnanti chiedono uno sciopero generale

Il Sindacato degli insegnanti yemeniti ha invitato tutti gli educatori nelle aree controllate dalle milizie Houthi a partecipare ad uno sciopero generale e interrompere il lavoro amministrativo ed educativo a partire da sabato 29 ottobre, per protestare contro le modifiche apportate ai programmi scolastici dalla milizia filo iraniana.

In un comunicato il sindacato ha spiegato che le modifiche apportate ai curricula mirano alla frammentazione del tessuto sociale e all’annullamento dell’identità nazionale. Lo sciopero è dovuto anche alla mancata erogazione da anni degli stipendi degli insegnanti.

Nel comunicato il sindacato ribadisce il rifiuto categorico delle modifiche apportate dal cosiddetto Comitato Supremo dei curricula della milizia Houthi ai curricula scolastici impregnati di idee settarie ed esprime il suo rifiuto di imporre slogan politici agli studenti da cantare nelle scuole, in riferimento all’imposizione degli Houthi al “il grido” nell’assemblea mattutina invece che all’inno nazionale.

Il sindacato ha chiesto la fine della politica di esclusione arbitraria e di licenziamento di insegnanti ed educatori nelle aree sotto il controllo della milizia filo iraniana e la sostituzione dei volontari della formazione che non hanno nulla a che fare con il processo educativo.

Nella sua dichiarazione, il governo di Sana’a non riconosciuto a livello internazionale ha chiesto di revocare la decisione di licenziare 8.000 insegnanti tra i 160.000 dipendenti pubblici che sono stati licenziati arbitrariamente dagli Houthi per motivi politici e di sostituirli con elementi affiliati o fedeli alla milizia.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.