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Ventimila beghe familiari, Atto III

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Ottima performance di Massimiliano Cataliotti e Sara Missaglia

Una serata all’insegna del garbo e del miglior umorismo di un tempo, quello di Antonio Amurri, in una cornice inusuale e accogliente: si potrebbe riassumere così la cena-spettacolo di ieri tenutasi alla Galleria Salotto Cerino a Pozzuoli, terzo appuntamento della rassegna ‘Ventimila Beghe Familiari’ allestita da Progetto TEATRIS, alla quale abbiamo assistito.
L’intuizione di Massimiliano Cataliotti di selezionare brani dalle opere di Amurri ‘Come ammazzare la moglie e perché’ e ‘Come ammazzare il marito senza tanti perché’ e fonderli in un unico spettacolo, si è rivelata estremamente efficace e suggestiva.

I battibecchi coniugali che l’autore anconetano seppe raccontare con frizzante umorismo e divertito disincanto, hanno trovato scenario ideale nella Galleria Salotto Cerino, associazione culturale che si propone come ideale continuazione dell’omonimo ma non più attivo salotto del poeta napoletano Salvatore Cerino.

Ottimo esperimento, dunque, complici l’atmosfera intima dell’ambiente e, soprattutto, l’indiscutibile bravura dei due interpreti, ossia lo stesso Massimiliano Cataliotti e Sara Missaglia, uniti da un sodalizio artistico e da un affiatamento lampante.

D’altronde il Progetto TEATRIS porta, fin dai suoi esordi, il linguaggio del teatro in contesti inusuali, spesso attingendo ad opere poco conosciute, quando non pressoché introvabili, proprio allo scopo di suscitare nello spettatore una suggestione inedita che nasca dalla sinestesia di diversi stimoli, alla ricerca di nuovi equilibri artistici.

La qualità ulteriore dello spettacolo offerto è, però, un’altra ancora e bisogna darne atto agli artisti: oltre il piano d’immagine più esteriore, quello della gustosa rappresentazione, il pubblico che ha assistito a ‘Ventimila beghe familiari’, ne siamo certi, non ha potuto restare immune da un retrogusto antico di domestico ‘Amarcord’, di nostalgia – se ancora questo temine si può adoperare senza apparire stucchevoli ai più – di un tempo passato in cui le buone maniere e il garbo non erano considerati dalla tv nostrana anacronismo ipocrita, ma cifra stilistica di cui spesso la qualità si serviva.

A chi vi scrive è parso, durante la pur divertente rappresentazione, di rivedersi bambino quando, dopo il bagno serale, ci si ritrovava sul divano davanti alla tv, rannicchiati sulle ginocchia di mamma e papà, incantati dagli sketch di Paolo Panelli e Bice Valori o dei Sandra e Raimondo nazionali. I reality e le isole dei famosi, con tanto di sedicenti Vip aviotrasportati, erano ancora lontani. E non se ne sentiva per niente la mancanza.

Foto di Eleonora Pistone.

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Autore Michele Ferigo

Michele Ferigo, napoletano, classe 1976, si occupa d’arte da sempre. È musicista, compositore, disegnatore e film-maker.