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Venezuela, il bel Paese del mondo reagisce all’inquinamento ambientale

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Venezuela, inquinamento ambientale


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L’utilizzo incontrollato delle risorse naturali, la consistente arretratezza di mezzi e infrastrutture provocano un rilevante danno interno. Il Paese reagisce con un piano a medio-lungo termine e con un processo educativo in corso di attuazione

Il Venezuela è un Paese splendido. Un territorio di 912.050 kmq dove vivono 27.227.930 di persone all’ultimo censimento del 2011 e, da stime del 2022, 28,4 milioni.

È il più caraibico dei Paesi andini, con una costa di più di 3.800 km di mare tropicale; alte montagne che superano i 4.500 metri sul livello del mare e il Pico Bolivar che raggiunge i 5.007; il Salto Angel, la cascata più alta del mondo con un salto di 979 metri; Los Medanos de Coro, il deserto con dune sabbiose di oltre 20 metri, velocemente mosse dal Coro, che in lingua Arawak, parlata dai nativi della zona, significa “vento”; Los Llanos, le pianeggianti savane che si trovano in un’enorme depressione compresa tra le Ande a ovest, la costa a nord, che la divide dal mare Caraibico, e dalla Guyana a sud.

In Venezuela l’Amazzonia si estende principalmente nella zona meridionale del Paese, attraversata dal fiume Orinoco, ed occupa la maggior parte degli stati di Bolívar e Amazonas, i due più vasti dell’intera nazione, che, insieme allo stato di Delta Amacuro nel nord ovest e ad una piccola porzione dello stato di Apure nel sud ovest, si estendono per 491.389 kmq, ovvero più del 50% del territorio nazionale.

In questa regione la densità abitativa è bassa, circa 20 abitanti per chilometro quadrato, e la popolazione che vi risiede rappresenta solo l’8,5% del totale. Tuttavia, qui sono presenti ben 24 popoli indigeni del totale esistenti nel Paese.

Il Venezuela è ricco di risorse naturali. Le rinnovabili, come le numerose foreste, laghi, lagune, fiumi e una ricca fauna. Le non rinnovabili, quali idrocarburi e carbone. Detiene anche un elevato potenziale idroelettrico. È dotato da ogni punto di vista che, purtroppo, rileva un certo degrado ambientale dovuto all’inquinamento.

Si tratta, tuttavia, di una condizione recuperabile se attuati con tempestività gli interventi di recupero per il bene non solo del Paese, ma di tutta la Terra.

L’inquinamento ambientale, del resto, è un fatto comune condivisibile con molti altri, in occidente come in oriente, e richiede interventi globali a tutela del nostro Pianeta.

Le principali contaminazioni riguardano:

  • Acque e bacini idrografici
  • Rifiuti
  • Aria
  • Minaccia fauna selvatica
  • Disboscamento e vegetazione naturale
  • Deterioramento del suolo

Acque e bacini idrografici subiscono il processo di urbanizzazione che porta la popolazione dalle campagne verso i centri urbani; la crescita industriale; l’attività mineraria e petrolchimica.

La carenza di una sufficiente struttura di impianti per il trattamento delle acque reflue, comporta la generazione di un rilevante deposito di rifiuti solidi e liquidi con infiltrazioni nei corpi idrici.

Inoltre, le discariche pubbliche non sono adeguate all’accelerata crescita della popolazione nei centri urbani, nelle piccole città e nei paesi. Così i rifiuti vengono depositati in qualsiasi parte a cielo aperto. Nonostante le difficoltà, dai rifiuti sono recuperate significative quantità di plastica, carta e cartone.

La grande concentrazione urbana, i numerosi impianti petrolchimici e del cemento comportano una rilevante contaminazione dell’aria. Tuttavia, sono i veicoli a svolgere un’azione di inquinamento atmosferico molto elevato.

Seppur già dal 1989 sia stato avviato un programma di riduzione del contenuto di piombo nella benzina, il parco autoveicoli è obsoleto e innalza di molto l’inquinamento da polveri e gas di scarico.

Inoltre, non di secondaria importanza la consolidata abitudine a respirare aria inquinata da parte delle persone, che non considerano quanto sia dannoso anche per la salute, e non solo per l’ambiente, inalare sostanze tossiche da gas di scarico, viaggiando a finestrini aperti incolonnati nel traffico o procedendo in marcia persino al seguito di un camion che produce un denso e nebbioso fumo nero da lasciare traccia sul volto dei conducenti e loro accompagnatori.

Non solo, e in nome di cosa sarebbe bene comprenderlo, ma è consuetudine l’accensione del veicolo che poi rimane in sosta molti minuti per strada e a ridosso di abitazioni, rendendo l’aria irrespirabile nel raggio di metri.

Si assiste ad una profonda non educazione non solo ai fini del contenimento dell’inquinamento atmosferico, ma ad una preoccupante inconsapevolezza tecnologica di base, tale da rendere noto che da decenni i veicoli, di qualsiasi genere, non necessitano di preriscaldamento.

Unitamente al processo di urbanizzazione e sviluppo industriale, l’attività agricola è una notevole causa di inquinamento per l’uso di sostanze chimiche, l’erosione di foreste e il prosciugamento di fiumi e torrenti.

Di conseguenza, molte specie animali sono a rischio di estinzione, quali il giaguaro, la tigre cunaguaro, la lontra, l’orso dagli occhiali, il cachicamo gigante , la tartaruga di Arrau, l’alligatore dell’Orinoco e il fenicottero.

Invece, il disboscamento e la riduzione della vegetazione naturale sono la conseguenza di agricoltura itinerante, sfruttamento del legname, sviluppo urbano, costruzione di vie di comunicazione e strutture sociali. Inoltre, gli incendi, a volte per autocombustione e a volte intenzionali, devastano decine di migliaia di ettari di macchia.

La conseguenza dei predetti agenti infestanti, provoca un diffuso degrado del suolo con una cospicua perdita della qualità del terreno coltivabile.

Il Venezuela è attivo con piani di intervento per la bonifica a medio e lungo termine e ha stipulato accordi con Canada, Israele, Giappone, Unione europea. Nella scuola è attuata una consistente educazione ambientale, in compartecipazione con la cittadinanza, per il miglioramento della generale qualità.

Tutti i Paesi del mondo sono oggi consapevoli che, complessivamente, rimane ancora molto cammino da compiere, ed è noto quanto sia difficile creare la convinzione che un comportamento responsabile sia inevitabilmente necessario.

Quello educativo è un processo lungo, che dipende da quanto una singola persona acquisisce il senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente che l’umanità ha ricevuto in dono. Un bene comune, che non appartiene ad un singolo individuo, ma è il singolo individuo che contribuisce a mantenere l’ambiente sano, con un cosciente e responsabile comportamento da unire a quello di tutti.

Così, paradisi tropicali come il Venezuela, con giungla, savana, páramo e deserto, quattro grandi formazioni difficilmente compresenti in un unico territorio geografico di Nazione, manterrà la bellezza che le è propria e che tutti potranno ammirare.

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Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.