Home Territorio Titti Nuzzolese incarna Frida Kahlo

Titti Nuzzolese incarna Frida Kahlo

2575


Download PDF

Intervista esclusiva alla bravissima attrice partenopea

Il 31 marzo e il 1 aprile, ore 20:00, al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, via dei Mille, 60, sarà in scena il reading teatraleFrida Kahlo. Lettere d’amore e di dolore, testo e regia a cura di Mirko Di Martino. Interpreti Titti Nuzzolese e Riccardo Polizzy Carbonelli, che nella seconda serata sarà sostituito da Nico Ciliberti, affiancati da Laura Tramontano e con Sergio Naddei alla chitarra.
La rappresentazione, ricordiamo, fa parte di ‘Napoli Città che sorprende’, la serie di eventi organizzati per le festività pasquali dall’Amministrazione comunale.

L’attenzione per lo spettacolo è altissima tanto che, da giorni, c’è già il sold out. La produzione Teatro dell’Osso sta provando ad aggiungere altre date per assicurare alle più di 4.000 persone interessate all’evento postato su Facebook di poter assistere alla rappresentazione.

Dopo aver intervistato il regista, ci rivolgiamo alla protagonista femminile, Titti Nuzzolese, nelle vesti della grande pittrice messicana, per farci raccontare il suo approccio ad un personaggio così affascinante, dall’animo forte, indebolita, più che dal corpo precario, dalla sua tormentata storia d’amore con il celeberrimo artista del Messico rivoluzionario, Diego Rivera.

L’analisi che Di Martino ha fatto sulla Kahlo, attingendo da lettere e documenti originali del tempo, fa emergere una figura di donna ed artista che va al di là di una drammaturgia romanzata in cui a volte si vuole ingabbiarla. Come l’attrice si è avvicinata a colei che è diventata anche icona di stile, chiediamo.

Ho sempre avuto una conoscenza di Frida abbastanza stereotipata, collegandola alla lotta del femminismo, essendo stata lei una delle prime attiviste.

Mi piace molto la chiave di lettura che le ha dato Mirko Di Martino; l’ha umanizzata, rendendola ‘semplicemente’ donna, non simbolo di qualcosa. Quando ho letto il testo ho capito di dovermi approcciare a lei in modo diverso, al di là dell’emblema che incarna, immaginarla con tutti i suoi sentimenti di essere umano fragile con paure e debolezze. Una donna che mostra con orgoglio le disgrazie che le sono accadute per esorcizzarle e, in questo tratto caratteriale, mi riconosco anch’io.

Il rapporto Frida-Diego, contraddistinto da momenti di forte pathos, come è stato affrontato dall’attrice.

Quando ho letto per la prima volta il copione mi sono stupita di come fosse singolare il legame tra i due coniugi. Mirko, attingendo da fonti assolutamente reali, ha sviscerato profondamente la loro relazione, scovando gli elementi che hanno influenzato la loro attività artistica. Attraverso i documentari e i quadri si capisce bene che lei avesse una sorta di idolatria nei confronti del suo uomo, ma lo studio di Di Martino ha mostrato, in modo evidente, la sua personalità complessa.

Da un lato, lei era una roccia che ha saputo fare della sua disabilità e del gravissimo incidente subito, che ha segnato profondamente il suo fisico, un punto di forza nella sua espressione artistica. Il sacro fuoco della pittura era in lei così dominante che è riuscita ad imporsi a livello internazionale come artista in un momento in cui le donne non erano affatto considerate.

Dall’altro, era una assolutamente fragile, sottomessa a Diego. Le donne in questo sono superlative, riescono ad avere un cuore grande che supera tutto, anche a rischio di soffrire profondamente per amore.

Credo che solo alla fine della sua esistenza ne abbia preso del tutto coscienza. Celebre è la sua frase:
‘Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego’.

Non ti aspetti che una persona così energica possa essere poi così vulnerabile nei confronti di un uomo.
È pur vero che oggi, con l’emancipazione femminile, è facile dire ‘non mi comporterei così verso il mio uomo’, ma bisogna pur sempre trovarsi nelle situazioni e solo allora si può sapere come si agirà.

L’impegno di un reading rispetto al ‘puro’ teatro è, ovviamente, diverso, ma non certo meno intenso. L’attore deve riuscire ad essere coinvolgente ed emozionante aiutandosi solo con la parola a differenza di ciò che accade durante la recitazione in cui si ha l’ausilio anche della gestualità. Quali le differenze di approccio ad una lettura rispetto alla performance teatrale.

Occorre la grande consapevolezza di avere a disposizione un gesto limitato. Il teatro, nella sua completezza, è fatto di azione e parola. Nel caso del reading, abbandonata l’azione, bisogna dare un’importanza superlativa alla parola, cercando di analizzare e trasmettere tutte le emozioni.

È necessario, quindi, ricercare i giusti registri, le pause, i respiri per far sì che ogni espressione vocale si trasformi, in modo efficace, anche in azione.
Credo per l’attore sia anche un’occasione per misurarsi con se stesso cercando appunto, attraverso il solo strumento vocale, di arrivare al pubblico.

Le bellissime musiche di Sergio Naddei, un compositore che ammiro molto, e il sublime suono della sua chitarra, ci aiuteranno a creare e rendere ancor più suggestivo il tutto, riportandoci, per certi versi, al tempo di Frida.

Le videoproiezioni dei suoi dipinti, poi, strettamente legate alle letture, ci faranno immergere, ancor di più, nel suo affascinante universo.

Il reading, rispetto al teatro, è una bellissima opportunità per un attore, ma al contempo, è una scommessa temibile.

La curiosità a questo punto è tanta e chiediamo come sarà la sua pettinatura, dato che la Kahlo aveva un’attenzione particolare per acconciature con fiori e trecce colorate, capi ed accessori originali e variopinti ed uno stile che fondeva elementi messicani e cosmopoliti che continuano ad ispirare, ancora oggi, designer internazionali. Trattandosi di un reading, che tipo di caratterizzazione del personaggio ci sarà da un punto di vista della presenza scenica.

Avrò solo un costume che ricorderà l’atmosfera più che la pittrice in sé, ma conoscendo Mirko, che è un vulcano di idee, non mi sorprenderei se introducesse, all’ultimo, qualche altro elemento. Ad esempio, non so ancora in cosa consisterà esattamente il mio trucco.

La forza dello spettacolo è tutta nel racconto, nella voce, nella vera essenza di Frida, ma occorre anche considerare che la sua immagine è forte e, in questo senso, stiamo ancora valutando quanto essa sarà preponderante. Di certo, sarò una donna messicana, ma con gli occhi azzurri, a meno di lentine scure.

La collaborazione più che fruttuosa con l’autore nonché regista dello spettacolo, Mirko Di Martino, è consolidata nel tempo. Abbiamo avuto modo di assistere più volte a pièce in cui entrambi erano coinvolti e traspare, tra loro, una forte intesa personale oltre che professionale. Chiediamo a Titti qualche dettaglio in più sul loro sodalizio.

Ci conosciamo da vent’anni, dalla nostra prima accademia teatrale a Napoli, e siamo sempre rimasti in contatto, per poi ritrovarci a Roma dove io ho vissuto e lavorato per dodici anni. Oltre a stimarlo profondamente come valido autore e regista lo ritengo, ormai, un amico insostituibile a cui chiedere consigli anche sulla vita privata, un fratello maggiore.

Quale, invece, il rapporto che Titti ha con gli altri attori con cui condivide quest’avventura.

Riccardo Polizzy Carbonelli è stata una piacevole sorpresa nella vita. Lo conosco da un paio d’anni, grazie ad amicizie in comune, ed è una persona dolce e piacevolissima. Ci ha aperto le porte del suo cuore e noi abbiamo fatto lo stesso con lui, consolidando il legame d’affetto.

Progettavamo da tanto di lavorare insieme, ma dato che, fortunatamente per lui, è sempre presissimo, non eravamo mai riusciti a concretizzare. Ora che è stato possibile collimare i tempi, considerando anche che il reading prevede una serie di prove più gestibili rispetto a quelle di uno spettacolo teatrale canonico, abbiamo esaudito il nostro comune desiderio. Sarà con noi solo la sera del 31 marzo, dati impegni pregressi, mentre il 1 aprile sarà sostituito dall’egregio Nico Ciliberti.

Non era affatto facile trovare un attore che potesse reggere il confronto con Riccardo, ma Nico è sicuramente la persona più adatta. Oltre ad avere una voce stupenda e toccante è anche un regista bravissimo e molto competente. Sono felicissima di stare sul palco con entrambi.

Laura Tramontano impersonerà, invece, Judith Barreto, l’infermiera che ha curato Frida nell’ultimo periodo della sua vita. È una ragazza dolcissima, molto disponibile, un’ottima professionista che lavora parallelamente come attrice e regista ed è una brava cantante. È stata anche assistente alla regia di Mirko in un progetto teatrale per mattinate scolastiche. Ci è sembrato doveroso includerla, data la sua preparazione.

I pochi fortunatissimi che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti delle prime due date assisteranno ad uno spettacolo decisamente intenso ed originale che non mancheremo di documentare debitamente.

In attesa di conoscere le successive serate di rappresentazione, non appena saranno ufficializzate dalla produzione, provvederemo ad intervistare anche l’altro protagonista per conoscere anche il suo punto di vista.

Non resta quindi che aspettare il debutto di ‘Frida Kahlo. Lettere d’amore e di dolore’ per goderci questa interessante sperimentazione teatrale in cui reading, videoproiezioni e musiche raccontano un fruttuoso rapporto artistico e sentimentale di due grandiosi pittori che dalla loro vita hanno tratto continua ispirazione.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.