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Tato Russo riscrive Pirandello

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Il geniale artista napoletano in scena con “Il fu Mattia Pascal”

Continua l’inarrestabile successo de Il fu Mattia Pascal di Tato Russo. Tappe imminenti: Trento dal 14 al 17 gennaio, Brescia dal 20 al 24 gennaio e Teramo dal 27 al 28 gennaio. Qualunque sia la città in cui si esibisce c’è sempre il pienone. Ma a guardar bene non è “solo” la grandiosità dell’opera ad essere premiata dal pubblico. Il segreto del successo risiede nella genialità dell’artista partenopeo che riesce a “reinventare” in modo originale i grandi classici della letteratura internazionale.

Che si tratti di Plauto, Shakespeare, Manzoni, Dostoevskij o, come in questo caso, Pirandello, la sua rielaborazione è sempre intelligente, ironica, profonda, accattivante, coinvolgente, efficace. Sì, perché il Maestro, con grande sensibilità, sa cogliere, sintetizzare, trasmettere in modo empatico ogni testo che mette in scena.

In questa pièce, tratta dall’omonimo capolavoro del drammaturgo siciliano, le tre unità aristoteliche del teatro, considerate canoni di perfezione della tragedia classica, non vengono affatto rispettate. Niente unità di tempo, spazio e azione. Ed è un bene. La storia avvince proprio nel suo continuo altalenarsi di intrecci e luoghi che non avrebbero senso se non spalmati in un lungo lasso temporale.

La trama si dilata nel corso di anni che vedono Mattia, il protagonista, trasformarsi in quell’Adriano in tutto e per tutto diverso da lui. Il cambio d’identità non porterà all’epilogo sperato, anzi, risulterà più pesante di un macigno, tanto da far sembrare la condizione iniziale meno pesante, auspicabile. Ma tornare indietro non significherà per Mattia trovare una situazione familiare cristallizzata. Tutt’altro. Il fiume della vita scorre impetuoso e inesorabile e lui è ormai alla deriva, senza un’ancora di salvezza, imprigionato in una vita-non vita. La moglie ormai “vedova” ha contratto un nuovo matrimonio e quella figlia è il simbolo della “vera famiglia”, che ancora una volta intrappola.

I luoghi sui cui Tato Russo si sofferma, a differenza del romanzo, sono “solo” tre: Miragno, il paese d’origine da cui il protagonista fugge e a cui è costretto a tornare dopo un peregrinare inutile e disastroso. Montecarlo, città della sua fortunosa rovina che gli regala sì una succulenta vincita al casinò e la scoperta dell’esistenza del “suo” cadavere, ma è anche l’inizio della sua tragica caduta. Roma, città in cui scopre il vero amore, quell’Adriana che sarà costretto a lasciare a causa della sua condizione atipica d’inesistenza.

Per certi versi “mai nato, mai morto” o, se si preferisce, rinato, ma non rigenerato, creduto morto due volte, ma pur sempre morto in vita.

Il fallimento della condizione umana, la trappola della forma, i vincoli, le maschere, l’apparenza, il relativismo, la crisi dell’identità dell’uomo, la frantumazione dell’io: tutto e molto altro è “Il fu Mattia Pascal”.

La trasposizione che ne fa Tato Russo è semplicemente strepitosa, unica, imperdibile.

Lo spettatore torna a vedere le sue rappresentazioni perché sa che c’è dell’altro da scoprire, nuovi spunti d’analisi, nuove riflessioni.

Tato Russo in scena è magnetico, carismatico, eccelso. Non si riesce a staccargli gli occhi di dosso. La sua voce fuori campo, poi, altrettanto sublime. Il cast che lo affianca di tutto rispetto.

Le due ore di spettacolo scivolano via troppo velocemente, impossibile distrarsi anche solo per un secondo. Nel lasciare la sala, l’emozione che pervade l’animo è immensa, indescrivibile. E per chi come noi adora il teatro, il sorriso sulle labbra rimane ben oltre la fine dello spettacolo.

Sul palco con Tato Russo, nella duplice veste di Mattia-Adriano, i valenti attori Renato De Rienzo, Salvatore Esposito, Marina Lorenzi, Peppe Mastrocinque, Carmen Pommella, Francesco Ruotolo, Caterina Scalaprice, Massimo Sorrentino, Katia Terlizzi, Lorenzo Venturini.
Le scene sono di Tony Di Ronza, i costumi di Giusi Giustino, le musiche di Alessio Vlad.

Gli appuntamenti con “Il fu Mattia Pascal” di Tato Russo sono a:

  • Trento, Teatro Sociale, il 14 – 17 gennaio ore 20:30, dal giovedì al sabato alle ore 20:30, la domenica alle 16:00.
  • Brescia, Teatro Sociale, dal 20 al 24 gennaio 2016, dal mercoledì al sabato ore 20.30, la domenica alle 15.30.
  • Teramo, Teatro Comunale, dal 27 al 28 gennaio 2016, mercoledì ore 21:00, giovedì 28 gennaio 2016 – ore 17:00 e ore 21:00.
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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.