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Positano Teatro Festival 2018 – III giornata

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'Scarrafunera', ph. Gianni Biccari


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Il 28 luglio ‘Scarrafunera’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Positano Teatro Festival.

Sabato 28 luglio, alle 21:00, il palcoscenico della terza giornata del Festival di Positano (SA) sarà la piazzetta di Monterpertuso che si infiammerà con il surreale e iperbolico ‘Scarrafunera’ di Cristian Izzo, diretto ed interpretato dal coinvolgente Roberto Azzurro, affiancato dal tenore Antonio Della Mura e accompagnato al piano da Matteo Cocca.

Siamo tutti ancora un po’ animali. Siamo tutti un po’ esseri umani. Da questa riflessione parto, dopo aver interpretato alcuni esseri umani che sembrano stare al di sopra di altri esseri umani, alcuni esseri umani insomma speciali – Pier Paolo Pasolini, Oscar Wilde, Boni de Castellane – e dunque stavolta divento lo “Scarrafone”.

E finalmente, senza ricorrere al favoloso Gregor Samsa di Kafka, eccone un altro, senza nome, ma fatto di versi. E, nell’intento di diventare altro sulla scena – un “altro” apparentemente così lontano da noi – quando ho “incontrato” ‘Scarrafunera’ di Cristian Izzo, mi sono reso conto che poi così tanto lontano non ero.

Infatti lui stesso dice:

“Una scarrafunera è un nido di scarafaggi. Ed è qui che rifletto su una somiglianza naturale tra l’uomo e lo “scarrafone”, che non ha nulla a che vedere con i ben noti cliché riguardanti lo schifo, il ribrezzo provocati da questo antipatico essere vivente e più vicina a quanto detto da Joyce in ‘Dubliners’, o da Dickens in ‘Hard Times’.

L’essere umano, come lo scarrafone, non si percepisce come componente di una collettività, ma si concepisce come principio e fine di un Universo a sé stante, ed in questo continuo affermarsi e prevaricarsi di “ego” ipertrofici crea un movimento spastico, violento, convulso e continuo, pur restando sempre immobile, nello stesso punto”.
E mentre lo “Scarrafone” si sospende tra l’Abisso e il Cielo, tra Demonio e Santità, tra insomma la musica di un pianoforte folle e la voce di un canto assurdo, assistiamo agghiacciati e basiti al suo evolversi, mutarsi e vivere.
Roberto Azzurro

Foto Gianni Biccari

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