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Melanoma: in Campania 1.100 nuove diagnosi nel 2019

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Paolo Ascierto


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A Napoli la decima edizione del ‘Bridge’, convegno internazionale con più di 200 esperti

Le ricerche condotte all’Istituto Pascale di Napoli segnano la via della lotta al melanoma anche nel resto del mondo. Lo dimostrano gli studi sul microambiente tumorale: oggi è possibile far diventare caldo l’ambiente in cui le cellule malate vivono, per migliorare l’efficacia dell’immuno-oncologia.

Un approccio positivo, che ha dimostrato di funzionare anche in pazienti che non rispondono all’immuno-oncologia, oltre il 30% di risposte nei pazienti che hanno fallito un precedente trattamento con anti-PD-1/PD-L1.

I dati sono presentati al convegno internazionale Immunotherapy Bridge, organizzato dalla Fondazione Melanoma, che si svolge dal 5 al 7 dicembre a Napoli, Hotel Royal Continental, con la partecipazione di più di 200 esperti da tutto il mondo.

Afferma il prof. Paolo Ascierto, Presidente della Fondazione Melanoma e Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli:

I risultati ottenuti sbloccando il ‘freno’ del sistema immunitario, costituito dai recettori CTLA-4 e PD-1, sono importanti e, considerando tutti i tumori, circa il 50% dei pazienti risponde alle terapie immuno-oncologiche che, utilizzate da sole o in combinazione, hanno profondamente modificato lo standard di cura del melanoma e di altre neoplasie.

Vogliamo aumentare l’efficacia dei farmaci immuno-oncologici per superare i meccanismi di resistenza, che impediscono a circa il 50% dei pazienti di beneficiarne. Una delle chiavi si trova nel microambiente tumorale, cioè nell’ambiente in cui le cellule malate vivono.

Il microambiente caldo, infiammatorio, risponde alle terapie immuno-oncologiche perché contiene cellule del sistema immunitario, quello freddo invece sviluppa resistenza perché è privo di infiltrato linfocitario.

Le strategie immediate della ricerca mirano proprio a modificare il microambiente freddo, ad esempio utilizzando proteine che giocano un ruolo chiave nella difesa dell’organismo, Toll-Like Receptor Agonist, in sequenza con un’altra molecola immuno-oncologica, ipilimumab.

Nel 2019, in Campania, sono stimati 1.100 nuovi casi di melanoma, 600 uomini e 500 donne. Al convegno internazionale, che costruisce un “ponte” della ricerca che unisce Napoli con tutto il mondo, è stato invitato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Lo scorso ottobre, infatti la Regione è stata la prima in Italia, su richiesta del Direttore Generale del ‘Pascale’ Attilio Bianchi, a fornire gratuitamente a tutti i pazienti la combinazione di due molecole, nivolumab e ipilimumab.

Un anno fa, la terapia era stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, ma lasciata in fascia C, impendendone così la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

Sottolinea il Prof. Ascierto:

Si è creato in questo modo un grave danno per i pazienti colpiti da melanoma, soprattutto per i cittadini con metastasi cerebrali, circa il 40% del totale, per i quali questa combinazione ha evidenziato risultati importanti: il 70% delle persone è libero da recidiva a 2 anni.

Spiega il Dott. Attilio Bianchi:

Ringraziamo il Presidente De Luca per la sensibilità e l’attenzione dimostrate. Recentemente proprio il ‘Pascale’ è stato identificato come primo istituto in Italia per il trattamento del melanoma. Vogliamo mantenere questo primato e i pazienti hanno il diritto di accedere subito alle terapie salvavita.

L’immuno-oncologia rappresenta una delle priorità del nostro Istituto, che vanta un’esperienza che non ha eguali a livello internazionale. Circa il 20% dei nostri pazienti viene da fuori Regione a testimoniare l’eccellenza raggiunta.

Afferma il Prof. Ascierto:

Le due vie verso cui si sta indirizzando l’immuno-oncologia sono il trattamento adiuvante, cioè subito dopo la chirurgia, con l’obiettivo di evitare le recidive, e quello neoadiuvante, prima della chirurgia, per poi interrompere la cura una volta raggiunta la risposta completa.

Nel melanoma avanzato, grandi progressi sono stati realizzati anche grazie alle terapie mirate, efficaci in presenza di una mutazione genetica.

Continua il prof. Ascierto:

Il primo step nel trattamento della malattia metastatica è la valutazione dello status mutazionale. Il 40-50% dei melanomi cutanei presenta una mutazione del gene BRAF, alterazione che identifica quei pazienti che possono beneficiare del trattamento con la combinazione di terapie mirate, ad esempio encorafenib / binimetinib, dabrafenib / trametinib e vemurafenib / cobimetinib, in grado di prolungare la sopravvivenza globale.

Sottolinea il Prof. Gerardo Botti, Direttore Scientifico dell’Istituto partenopeo:

Nell’ultimo decennio, al ‘Pascale’, sono state condotte più di 120 sperimentazioni sul melanoma, per un totale di oltre 3.000 pazienti coinvolti. L’immuno-oncologia rappresenta oggi lo standard di cura non solo nel melanoma ma anche in altre neoplasie in stadio metastatico: dal tumore del polmone non a piccole cellule, al linfoma di Hodgkin, al carcinoma a cellule renali fino a quelli della testa e del collo e al tumore di Merkel.

E sono in corso studi sulle neoplasie gastrointestinali, della vescica, del fegato, del seno, dell’esofago, e in molte altre.

Ricerche che verranno approfondite nelle due giornate dell’‘Immunotherapy Bridge’ e il dibattito scientifico proseguirà, dal 5 al 7 dicembre, con il convegno ‘Melanoma Bridge’, entrambi realizzati in collaborazione con la società internazionale per lo studio dell’immunoterapia nel cancro, SITC, Society for Immunotherapy of Cancer.

Interverranno alcuni dei più importanti esperti al mondo, tra cui Bernard Fox, responsabile del Laboratory of Molecular and Tumor Immunology presso il Robert W. Franz Cancer Research Center di Portland, Oregon, USA, Jerome Galon, Direttore della Ricerca presso il National Institute of Health and Medical Research di Parigi, e Claus Garbe, Professore di Dermatologia alla Eberhard – Karls University di Tubinga, Germania.

Per celebrare i dieci anni del ‘Melanoma Bridge’, giovedì 5 dicembre, dalle 21:00 alle 23:00, Agorà Morelli, si esibirà la Checkpoints Band, gruppo musicale formato da immunologi e immunoterapisti della SITC, fra i membri della band, anche il Premio Nobel 2018 per la Medicina James Allison. Inoltre, la Scuola Italiana di Comix ha realizzato un fumetto dedicato proprio alla band.

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Autore Nicola Maffulli

L'autore più citato in ortopedia, il Professor Nicola Maffulli, è superspecializzato in traumatologia sportiva. Ha pubblicato più di 1.200 articoli su riviste scientifiche e 12 libri e ha descritto oltre 40 nuove tecniche chirurgiche in chirurgia del ginocchio, piede e caviglia e chirurgia sportiva, molte delle quali sono state ampiamente adottate in tutto il mondo. Atleta in gioventù, il suo sogno di andare alle Olimpiadi è stato realizzato a Londra: ha guidato un gruppo di sette chirurghi ortopedici per le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Londra, ed ha poi organizzato i servizi medici delle Universiadi 2019. Giornalista pubblicista, risponde ai lettori alla mail ortopedicorisponde@expartibus.it su problematiche di natura ortopedica e traumatologica.