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ISAB – Lukoil di Priolo (SR): a quando le certezze?

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UGL Chimici


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Interlocutorio il tavolo istituzionale al Ministero

Riceviamo e pubblichiamo.

Un confronto aperto ma che non ha diradato le nuvole, né sciolto i dubbi, quello che si è tenuto questa mattina, 23 maggio, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per aggiornare le parti sull’iter relativo alla compravendita dello stabilimento del settore petrolchimico ISAB – Lukoil da parte di GOI Energy.
A presiedere il tavolo il Ministro Adolfo Urso, che ha ricordato l’impegno del governo per scongiurare la chiusura degli impianti, che avrebbe generato conseguenze disastrose sul piano occupazionale e del tessuto sociale stesso di tutto il territorio siracusano, ripercorrendo, altresì, le ultime tappe della raffineria, che si è trovata in una condizione di produttività non più praticabile, dovuta alle sanzioni imposte a causa del conflitto russo – ucraino.

L’UGL Chimici ha ringraziato innanzitutto il Ministro Urso, la Sottosegretaria Dott.ssa Bergamotto e tutte le istituzioni presenti e coinvolte, per l’impegno profuso, almeno fino ad oggi, ribadendo la posizione del sindacato.

Hanno spiegato il Vice Segretario Generale UGL Luigi Ulgiati e il rappresentante della Segreteria dei Chimici Sante Palladinelli:

Il sindacato ritiene che siano maturi i tempi per la presentazione di un piano industriale che fotografi le intenzioni, gli investimenti, sia in termini economici che in termini di strategia, da parte della società acquirente.

Auspichiamo che il piano preveda dettagliatamente la piena efficienza degli impianti e la produzione dei prodotti lavorati, ma soprattutto che venga garantita la stabilità dei livelli occupazionali ed il mantenimento del management.

L’ISAB, come più volte sottolineato da tutti i presenti, compreso il massimo rappresentante del Dicastero, viene ritenuta un asset di assoluta importanza per l’economia del territorio e nazionale, nonché per l’area geografica stessa.

Hanno sottolineato Ulgiati e Palladinelli:

Un indebolimento della struttura potrebbe causare un effetto domino, e quindi generare conseguenze negative anche sulle aziende dell’indotto.

Occorre dare garanzie a tutti i lavoratori diretti, ai lavoratori delle società appaltatrici, per sé stessi e per le loro famiglie.

Il piano industriale dovrà prevedere anche indicazioni ben precise riguardo il processo di decarbonizzazione che, per le linee guida fornite dall’Europa, risultano inappuntabili, ma che, per la complessità dell’argomento stesso e per la fase realizzativa lasciano più di qualche perplessità.

Indicazioni ed elementi sulla transizione energetica e su come il sito di Priolo intenda attivarla, così come l’abbassamento dei costi relativi ai certificati verdi che oggi rappresentano una spesa importante per l’azienda.

Poi la depurazione dell’area industriale per la quale è necessario trovare soluzioni convincenti ed efficaci quanto coerenti.

In ultimo, l’UGL Chimici ha chiesto che il tavolo istituzionale continui ad essere attivo per le interlocuzioni e per la verifica dei vari step, auspicando che lo stesso diventi un forum non più di crisi ma di monitoraggio.

Nelle prossime settimane verrà stabilita la data di un successivo incontro nel quale

si spera che possa finalmente venire illustrato un piano industriale che delinei il destino di lavoratrici e lavoratori e di un’intera comunità.

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