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‘Io non sono granturco’ al Teatro Due

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'Io non sono granturco - Quando l'America sospese la democrazia'


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In anteprima nazionale il 5 febbraio a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

Mercoledì 5 febbraio, ore 21:00, al Teatro Due di Roma, andrà in scena, in anteprima nazionale, ‘Io non sono granturco – Quando l’America sospese la democrazia’, scritto da Antonio Mocciola, regia Giorgia Filanti, con Serena Borelli e David Marzi.
Nell’anno che ha cambiato la storia del mondo, il 2001, si svolge il dramma di Hassan Shafei, 30 anni, che finisce nel mirino dell’FBI per sospetto collaborazionismo con Al – Qaeda dopo le stragi dell’11 settembre, e – come tanti colpevoli, ma anche altrettanti innocenti – finirà nel carcere “preventivo” di Guantanamo in attesa di un processo che non arriverà mai. Sperimenterà le torture degradanti per “cavare” la verità, non diversamente da quelle che subivano le streghe nel ‘600, o gli eretici, o tutti i soggetti scomodi o pericolosi, o solo sospettati.

Sinossi
Nella prima parte Hassan, mauritano, residente in America da un anno, subisce un interrogatorio ficcante e destabilizzante da parte di un’agente dell’FBI, Gwenda Carter, una donna dura e cinica che ribalta il ruolo dei sessi con compiaciuto cinismo, mentre il ragazzo comincia a perdere le certezze di una legge giusta, essendogli negati avvocati e persino traduttori. Non avendo ottenuto risposte, visibilmente indispettita, l’agente lo ammanetta e gli impone delle cuffie auricolari, consegnandolo all’arresto preventivo.
Nella seconda, ormai privato di tutto, dagli abiti civili ai documenti, incatenato e con una cuffia alle orecchie che lo isola – ma che lo inonda anche di stordente musica alle orecchie come pervasiva tortura – racconterà frammenti del suo isolamento, e sprazzi della sua vita passata.

Non poteva che essere una donna acuta – meglio, acuminata – come Giorgia Filanti a dirigere questo mio tentativo di raccontare il disagio, lo sgomento, lo sperdimento di un uomo reso fragile dalle circostanze di fronte ad un altro essere, che perde – ma solo a intermittenza – l’elemento umano.
In un’angosciante altalena di speranze e terrore, si perde il senso di una giustizia giusta, e saltano tutti gli equilibri, a cominciare – perché no – da quelli sessuali, in cui l’estremo pudore mediorientale si scontra frontalmente con il disinibito cinismo occidentale.

Nei postumi dell’11 settembre 2001, come conseguenza dell’aumentare del livello di minaccia alla sicurezza nazionale, più di 700 individui furono detenuti con il sospetto di attività terroristiche.
515 erano stranieri ed in seguito deportati
4 erano cittadini americani
A tutti è stato negato un giusto processo.
Antonio Mocciola

Note di regia
In ‘Io non sono granturco’ scritto magnificamente da Antonio Mocciola, ho potuto utilizzare i miei elementi stilistici di regia: lavorare per improvvisazione e costruzione di immagine, utilizzare la musica come elemento drammaturgico che permette all attore di acquisire strumenti maggiori e avere maggiori possibilità nel processo creativo. La sfida è stata agire con la mia regia su un testo molto ben strutturato e riuscire lo stesso ad avere una grande libertà espressiva.
Giorgia Filanti

Sound designer Fefo Forconi
Light designer Fabio Settimi
Aiuto regia Francesca Consiglio
Foto di scena Marco Lausi
Grazie alla collaborazione della Ka.st di Caterina Guida

Info e prenotazioni
329-8136968
caterinaguida1985@gmail.com

Teatro Due
vicolo dei Due Macelli, 37
metro A Spagna
Roma

 'Io non sono granturco - Quando l'America sospese la democrazia' - foto Marco Lausi

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