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Cose che nessuno sa, di Alessandro D’Avenia

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Titolo: Cose che nessuno sa
Autore: Alessandro D’Avenia
Editore Mondadori
Collana: Scrittori Italiani e stranieri
Prezzo: € 19

Alessandro D’Avenia, scrittore, insegnante e sceneggiatore. Frequenta il Liceo Classico a Palermo, dove ha come professore di Religione Padre Pino Puglisi, dal quale sarà profondamente influenzato e alla cui figura dedicherà il suo romanzo Ciò che inferno non è.
Laureatoalessandro-di-avenia nel 2000 alla Sapienza di Roma in Letteratura Greca, consegue il dottorato di ricerca in Lettere Classiche e insegna Greco e Latino al Liceo. Il suo romanzo d’esordio è ‘Bianca come il latte, rossa come il sangue’ (Mondadori, 2010), da cui viene tratto l’omonimo film prodotto da Rai Cinema, alla cui sceneggiatura partecipa in prima persona.

Nel 2011 viene pubblicato ‘Cose che nessuno sa’ (Mondadori), mentre del 2014 è ‘Ciò che inferno non è’, sempre per Mondadori. I suoi romanzi sono tradotti in più di venti Paesi.

Il 6 dicembre 2012 ha ricevuto il Premio Internazionale Padre Pino Puglisi per “l’impegno mostrato a favore dei giovani”.

‘Cose che nessuno sa’ è una storia di crescita di tutti i protagonisti anche se diversissimi di età e di esperienze.
La protagonista è Margherita, quattordicenne, che sta per cominciare una nuova tappa importante per la sua vita, il liceo, ed ha semplicemente paura. Ne parla con il padre il giorno del suo compleanno, durante l’ultima gita in barca con lui. L’uomo se ne va di casa, si rende irreperibile per la famiglia e comunica la sua decisione con un messaggio sulla segreteria telefonica che verrà ascoltato per caso dalla ragazza mentre sta giocando con il fratellino Marco.

Il dolore incombe forte e potente su di lei, si sente monca senza suo padre e, inconsciamente, ne accusa l’incolpevole madre Eleonora.

Eleonora aprì le ante dell’armadio e il vuoto si riversò all’esterno. La figlia era rannicchiata nell’angolo svuotato, col corpo attorcigliato intorno al dolore: una conchiglia a spirale, un nautilus costruito in perfetta proporzione geometrica dalla sapienza del tempo intorno ad un centro. Chi conosce il dolore ne riproduce l’eco per tutta la vita, come le conchiglie fanno con il mare.

La testa di Margherita era sparita tra le braccia, uscivano solo i capelli neri. Non aveva occhi sua figlia.

Le si sedette accanto e cercò di abbracciarla, ma la conchiglia non poteva essere abbracciata se non a costo di essere strappata via dello scoglio e dispersa in balia della corrente.

È con questa grande sofferenza interiore che Margherita inizia il liceo, dove incontra persone che diventeranno molto importanti per lei.

L’amica Marta che l’avvolge di gioia e di affetto insieme alla sua chiassosa, amorevole e rumorosa famiglia che la accoglie a braccia spalancate.

Giulio, un ragazzo più grande che brucia le tappe della vita, anche lui ha dentro il grandissimo dolore di essere stato abbandonato dai genitori.

Infine, lui, il giovane professore d’italiano, che insegna con amore, in modo non tradizionale, e intende spingere i ragazzi a cercare se stessi, piano piano, leggendo i libri con passione. Attraverso la lettura in classe dell’Odissea, resa attuale e moderna dal docente, lei si riconosce in Telemaco, che parte alla ricerca di suo padre. Le sembra quasi che il libro sia stato scritto apposta per lei e trova la spinta per provare a rintracciare il suo amatissimo padre scappato dalla famiglia.

La letteratura lo costringeva a origliare se stesso, come se dentro di lui ci fosse una porta dietro la quale qualcuno bisbigliava segreti che lo riguardavano. E questa stessa porta voleva farla scoprire ai suoi alunni.

Strapparli dal vagare dei pensieri superficiali, dai pensieri dettati da effimere reazioni emotive, per costruire un luogo, una stanza, dove il sussurro di se stessi diventa percepibile, come il mare nelle conchiglie. Ma solo la bellezza sa trovare la strada per condurti per mano in quel luogo dove parli con te stesso e ascolti te stesso.

La letteratura ti costringe a dare del tu ai tuoi pensieri e a scoprire se sono veramente tuoi.

Dicevamo è un romanzo che parla di crescita, di consapevolezza di se stessi, ritrovata dopo dolorose vicissitudini.

Il professore, giovane uomo innamorato dei libri e della letteratura, che non riesce ad uscire fuori dal guscio e darsi all’amore per la sua Stella.
Eleonora, la madre della protagonista, donna smarrita dal giorno dell’abbandono di suo marito, non sa creare un punto di incontro con Margherita, che preferisce rifugiarsi dalla saggia ed amorevole nonna materna Teresa.
I due ragazzi, Giulio e Margherita, che, crescendo, capiscono che si diventa uomini e donne pian piano, senza doversi per forza bruciare le ali.

Infine, il padre scappato senza aver avuto nemmeno il coraggio di dire addio alla sua famiglia, per vigliaccheria o per paura, che si appoggia ad un’altra donna per sentirsi vivo; invece, magari sarebbe bastato parlare con la sua Eleonora che non ha mai smesso d’amare, riamato.

Un percorso doloroso per tutti, ma inevitabile. In alcuni casi la sofferenza è fondamentale per una presa di coscienza di se stessi senza veli e scuse.

I turbamenti, i sensi di colpa e la voglia di dare la colpa a chi rimane, tipica dei figli di genitori che si separano.

L’unica che riesce a dare una sorta di continuità alla famiglia è la nonna Teresa, con le sue massime siciliane sulla vita e il cibo preparato con grande amore.

L’autore racconta una bella storia che fa riflettere e fa capire che non basta parlare, bisogna essere capaci anche di ascoltare e farsi ascoltare in profondità. Una storia forse diretta ad adolescenti, con tutti i drammi e le tragedie tipiche di quella difficile età, ma importanti da leggere anche a chi ha superato quella fase problematica della vita e che, come me è dall’altro lato della barricata, essendo mamma di una ragazza giovanissima.

Una vicenda semplice, lineare, narrata con la maestria, la profondità nei sentimenti e nell’uso della parole che io avevo già apprezzato ed amato nel suo libro “Ciò che inferno non è”.

La trama
Margherita ha quattordici anni e sta per varcare una soglia magica e misteriosa: l’inizio del liceo. Un mondo nuovo da esplorare e conquistare, sapendo però di poter contare sulle persone che la amano. Ma un giorno, tornata a casa, ascolta un messaggio nella segreteria telefonica: è di suo padre, che non tornerà più a casa. Margherita ancora non sa che affrontando questo dolore si trasformerà a poco a poco in una donna, proprio come una splendida perla fiorisce nell’ostrica per l’attacco di un predatore marino. Accanto a lei ci sono la madre, il fratellino vivace e sensibile e l’irriverente nonna Teresa. E poi Marta, la compagna di banco sempre sorridente, e Giulio, il ragazzo più cupo e affascinante della scuola. Ma sarà un professore, un giovane uomo alla ricerca di sé eppure capace di ascoltare le pulsazioni della vita nelle pagine dei libri, a indicare a Margherita il coraggio di Telemaco nell”Odissea’: così che il viaggio sulle tracce del padre possa cambiare il suo destino.

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Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.