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Carlo V, miles christianus

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'Ritratto di Carlo V a cavallo', di Tiziano, 1548, Museo Nacional del Prado, Madrid


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Carlo e Tiziano

Dopo un corteggiamento durato 18 anni, Tiziano, che poco amava allontanarsi da Venezia, raggiunse la corte di Carlo V ad Augusta dove realizzò il ritratto equestre che celebra la vittoriosa battaglia di Mühlberg combattuta il 24 aprile 1547 contro l’esercito protestante della Lega di Smalcalda.

Il fiero imperatore del Sacro Romano Impero in sella al suo cavallo bardato è raffigurato come miles christianus ed erede della tradizione romana: non a caso, proprio come San Giorgio, il cavaliere cristiano per antonomasia, impugna la lancia, che è anche simbolo del potere imperiale. Non tutti sanno, però, che in realtà l’imperatore rimase lontano dal campo di battaglia a causa di un attacco di gotta.

La gotta
Questo male afflisse per gran parte della sua vita l’intemperante Carlo, il quale, secondo il racconto dei cronisti, beveva birra ghiacciata a colazione e amava la buona tavola. Si racconta che l’imperatore fosse insaziabile e che mangiasse qualunque cibo gli venisse messo davanti. Quando fu in viaggio verso il monastero di Yuste in Estremadura, dove si ritirò dopo l’abdicazione, fece un’indigestione di ostriche ma, nonostante ciò, il giorno dopo si fece servire selvaggina.

Sui suoi domini non tramontava mai il sole
Figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza, ereditò un accumulo di corone che mai nella storia si era visto. Alla morte dei genitori, a soli sei anni era erede della Castiglia, dei Paesi Bassi e dell’Aragona; morto il nonno Massimiliano I, riuscì a farsi eleggere imperatore, prevalendo su Enrico VIII d’Inghilterra, Francesco I di Francia e Federico il Saggio di Sassonia.

A soli venti anni si ritrovò a regnare sui Paesi Bassi, la Spagna, la Franca Contea, la Sardegna, l’Austria, l’Italia Meridionale, la Sicilia, mentre le Americhe divenivano terra di conquista spagnola. Sul vastissimo impero di Carlo V, che estendeva su tre continenti, si diceva che mai tramontasse il sole.

I conflitti
Il suo impero non conobbe mai pace: prima l’accoglienza ostile delle Cortes in Spagna per i suoi legami con la corte fiamminga e la rivolta dei comuneros, poi il permanente conflitto con la Francia di Francesco I di Valois, la crisi religiosa della Riforma che spaccò l’Europa, e il pericolo ottomano.

Il sogno di una monarchia cristiana universale fallì: non riuscì a fermare la Riforma, sostenuta dai principi tedeschi, né concluse la guerra contro la Francia.
Quando Carlo abdicò nel 1556, l’impero asburgico fu diviso tra suo figlio Filippo II di Spagna, che ottenne Spagna, Paesi Bassi, Regno delle Due Sicilie, oltre alle colonie americane, e suo fratello Ferdinando I d’Austria.

La morte
Ritiratosi nel monastero di Yuste, morì, probabilmente di malaria nel 1558. La sua salma fu trasportata, sedici anni dopo, nel monastero dell’Escurial, fatto costruire dal figlio Ferdinando.

Per saperne di più
F. Chabod, Carlo V e il suo impero, Torino 1964.

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Autore Carmelo Cutolo

Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.