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‘Addosso’: intervista ad Antonio Mocciola

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‘Addosso’: un’immagine potente per un messaggio potente!

Fare il giornalista ti consente di incontrare persone e personaggi delle più svariate sfaccettature; oggi, nella Napoli primaverile, ho incontrato Antonio Mocciola, scrittore, giornalista, attivista, conduttore televisivo, autore teatrale, studioso reiki e ayurvedico.

Nel suo studio professionale, davanti a una tazza di caffè fumante, da lui stesso preparato, Antonio Mocciola mi ha concesso questa “sobria e piacevole chiacchierata”, così come farebbero due amici di vecchia data.

In tale clima amichevole, chiedo ad Antonio l’idea che ha generato la sua ultima creatura ‘Addosso: le parole dell’omofobia’, edito da iemme edizioni di Napoli.

Per veicolare un messaggio potente avevo bisogno di un’immagine potente; quale cosa migliore, se non il corpo nudo; nudo e candido come una bandiera bianca, di resa, da imbrattare con queste frasi cercate e trovate nella mia memoria, nella rete e nei vari canali mediatici. Frasi omofobe dichiarate da politici, ecclesiastici, cantautori, imprenditori e personaggi pubblici vari.

In effetti, ‘Addosso’ è un libro fotografico, dal forte impatto visivo, che non fa sconti a nessuno e ti sbatte la realtà in faccia, “nuda e cruda” com’è. E, a dire il vero, non è il corpo nudo che lascia il segno nel lettore, bensì, la frase scritta sul corpo, che aggancia l’attenzione e, attraverso un meccanismo intuitivo e consapevole, letteralmente “parla e racconta” dell’omofobia annidata nelle falle oscure della nostra società, dei nostri giorni!

‘Addosso’ ha avuto un tour promozionale costellato di numerose date e città: l’Italia da cima a fondo e tanta Europa, tra cui Parigi, Berlino, Bruxelles, e terminerà il prossimo maggio in due città molto diverse tra di loro: Innsbruck in Austria e Bolzano. Testo molto apprezzato dalle On.li Monica Cirinnà e Paola Concia.

Al libro di Mocciola hanno collaborato numerosi personaggi pubblici e non, donando alla platea lettrice i propri corpi nudi con su scritte le frasi omofobe più “celebri” degli ultimi anni. Forte ed essenziale, la collaborazione con il fotografo Carmine Miceli che ha curato con vera e propria maestria la parte fotografica; prezioso il contributo letterario del noto personaggio pubblico, da ultimo, giudice del programma televisivo condotto in RAI da Milly Carlucci, Ballando con le stelle, Fabio Canino, che fa da vera e propria ouverture al testo.

Degni di pregio letterario e cronistico, i tributi a cura di Mocciola, a personaggi in vista nel panorama artistico, oltre che attivisti di spessore per i diritti degli omosessuali, come Ivan Cattaneo, Giovanni Minerba, Ottavio Mai e Bruno Casini.

Il caffè nella tazzina termina, ma la primavera partenopea ci accompagna leggera in questa chiacchierata tra amici, da cui emerge “la persona dal personaggio”.
Il giovane autore lucano, potentino di origine, di Anzi, si racconta con naturalezza e genuinità.

Posso solo essere autore di testi teatrali e non attore: ho poca memoria e quindi non ricordo mai nulla, o quasi; e se so che devo ricordare, vado in panico.

Devo “manipolare” e devo solo scrivere: sono nevrotico e ansioso, pieno di paturnie e immagino le cose peggiori del mondo; sono spaventato a morte di base, però riesco, stranamente e paradossalmente, a infondere molta pace negli altri: un po’ come tutti i pazzi che riescono a tranquillizzare gli altri e non se stessi.

Come non apprezzare e amare una persona del genere, che mette a nudo se stesso, più di quanto non abbia fatto con la genialità con cui ha curato il suo ‘Addosso’.

Sono completamente agnostico, ma credo nelle energie umane che riescono a trasmettere ciò che in quel momento cerchi tu; anche di quelli che ti distruggono risucchiandoti della tua stessa energia.

Non sono spirituale per niente e credo di non avere nessuna forma di spiritualità, anche se, paradossalmente, sento che il mio spirito si trovi nella nature delle cose.

Penso che si viva d’intuizioni, ma non bisogna affezionarsene: credo in effetti che con l’intuito si sbagli tante volte, perché quel qualcosa in cui riponevi fiducia intuitivamente, in realtà, è tutt’altro: io, purtroppo, sono una persona che ha bisogno sempre della prova del nove, del riscontro positivo.

Non sono mai consapevole, se non dei miei gusti, che sono precisi e vagamente ossessivi, da ben quarant’anni!

Sono attratto sempre dalle sesse persone: per tutto il resto poi, mi lascio attraversare: bisogna anche un po’ farsi sbattere dalla vita. Il mio rifugio sono la lettura, il calcio, i massaggi, certe atmosfere, certi gusti come il cacao, il confetto; gusti a cui mi affeziono molto: chissà, sarà perché sono del Toro.

Anche se credo che non ci sia nulla dall’altra parte, sono pronto a farmi sorprendere: cerco sempre l’Epifania!

Mi basterebbe un segno che mi facesse capire che in fondo c’è un senso a tutto quello che viviamo e vediamo: bambini che muoiono a sei anni e nazisti che muoiono a novantotto.

Per me, adesso, è tutto casuale, e non credo ci sia un disegno dietro tutto questo.

Non credo ai simboli, né ai riti, se non sotto l’aspetto antropologico; anche se amo tutto ciò che è nascosto, come la parte oscura di ognuno di sé.

Anche se amo tanto Franco Battiato, che è studioso e fautore dell’incarnazione, io non riesco a crederci e mi pongo di frequente la domanda: dove sta scritto? Chi me lo garantisce che sia così?

Credo comunque di aver avuto bisogno dell’ajurveda per dare concretezza, al mio senso tattile.

I minuti passano veloci, ma senza darci cognizione del “giusto tempo”, in cui questa piacevole conversazione tocca i temi più disparati. Mocciola è una persona molto comunicativa e carismatica e si lascia attraversare con estrema consapevolezza dalle domande che gli pongo.

Politica, economia, sistema previdenziale attuale, il potere mediatico e il tipo di messaggio che lo stesso vuole lasciar veicolare: Mocciola non si risparmia su nulla e dà sempre una risposta adeguata e congrua alla domanda.

Gli chiedo della fede e mi risponde con una domanda:

Io non mi affido, purtroppo, e tu, ti fidi dell’Amore?

Chi lavora di fantasia e scrive di fantasia è, in realtà, molto concreto!

Ciò che amo maggiormente fare è scrivere per il teatro: il mio narcisismo si esprime nella parola: e vedere altri che recitano ciò che tu scrivi è la mia soddisfazione

Ciò che odio è il pregiudizio, perché ti toglie il gusto di essere deluso: bisogna rischiare e, alla fine, magari ti piace.

Tanti gli impegni che ruotano intorno a Mocciola: la televisione, il teatro, la scrittura, l’esperienza ajurveda, ma ciò che lascia il segno di lui nel proprio interlocutore è l’onestà intellettuale e la genuinità spirituale con cui ha partecipato a questa “sobria chiacchierata” tra amici, nella delicata e fragrante primavera partenopea.

Nella dualità in cui viviamo costantemente, nulla è casuale, né gli incontri, né le vicende, e ogni cosa, dal respiro all’immagine, ha un senso: il nostro dovere, verso noi stessi, è quello di ricercarlo e, al contempo, essere sempre alla continua ricerca della propria e reale identità: sempre e comunque, nonostante tutto.

'Addosso - Le parole dell'omofobia', di Antonio Mocciola

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".