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A buon rendere: la sfida di un’economia solidale

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Economia solidale


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Immaginate di essere in fila alla cassa del supermercato, con il carrello pieno di spesa. Davanti a voi c’è una signora anziana, con pochi articoli.

Vi sorride e vi dice:

Passi pure avanti, lei ha più fretta di me.

Voi ringraziate e rispondete:

A buon rendere.

Così, in poche parole, si esprime un concetto che va oltre il mero scambio di favori: si tratta di una filosofia di vita, basata sulla reciprocità, sulla cooperazione, sulla fiducia. Un concetto che, se applicato su larga scala, potrebbe cambiare il volto del mondo.

In un’epoca dominata dalla finanza narcisistica e competitiva del neoliberismo selvaggio, in cui il denaro è il fine e non il mezzo, in cui la logica del profitto prevale su quella del bene comune, in cui la disuguaglianza sociale è sempre più marcata, si fa strada l’idea di un’economia alternativa, che mette al centro le persone e i loro bisogni, che valorizza le relazioni e le reti, che promuove la solidarietà e la sostenibilità.

Un’economia che non si basa sul debito e sul credito, ma sul dare e ricevere, sul contribuire e beneficiare. Un’economia che non si misura in termini di PIL e di crescita, ma di felicità e di qualità della vita.

Un’idea così bella da sembrare utopistica? Forse sì, ma non per questo irrealizzabile.

Esistono già esperienze concrete di questo tipo di economia, che prendono nomi diversi: economia circolare, economia del dono, economia della condivisione, economia collaborativa.

Si tratta di pratiche che si basano su principi come la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo delle risorse, il risparmio energetico, la produzione locale, il consumo responsabile, la partecipazione democratica.

Si tratta di iniziative che coinvolgono cittadini, imprese, associazioni, istituzioni, che creano sinergie e innovazione sociale.

Certo, non si può pensare di sostituire completamente il sistema economico vigente con uno nuovo da un giorno all’altro. Ci sono resistenze, interessi, ostacoli da superare. Ma si può cominciare dal basso, dal quotidiano, dalle piccole cose.

Si può cominciare con un gesto semplice e gentile come quello della signora al supermercato. E con una frase come “a buon rendere”. Si può cominciare con una speranza: quella di costruire insieme un mondo migliore.

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Autore Raffaele Mazzei

Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.