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Zootecnica montana, successo workshop a Castelnuovo di Garfagnana (LU)

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Zootecnica montana


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Allevatori e pastori i protagonisti del progetto LIFE

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Molti giovani tra cui numerose donne. Questo l’elemento rilevante e il segnale positivo usciti dal workshop appena concluso dal titolo ‘La zootecnia montana come strumenti per la conservazione della biodiversità – Buone pratiche, criticità e prospettive’ che si è svolto presso la Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo di Garfagnana (LU), organizzato dalla Regione Toscana, e svolto nell’ambito del progetto ShepForBio, coordinato da Dream Italia e cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea.

Alta, infatti, è l’attenzione delle nuove generazioni che sono interessate alla zootecnia e alla pastorizia come attività economiche scelte anche per la possibilità di essere a contatto con la natura.

Due le tematiche emerse: la pastorizia e l’allevamento estensivo sono attività ad elevato valore aggiunto ambientale, fondamentali e necessarie per la conservazione della biodiversità e capaci di generare servizi ecosistemici di cui tutta la comunità si avvantaggia, come la riduzione del rischio incendio, lo stoccaggio CO2, il miglioramento del regime idrogeologico e la conservazione del paesaggio.

Inoltre, la richiesta che il valore aggiunto ambientale venga riconosciuto e remunerato, una sfida che i soggetti pubblici dovranno accogliere per mettere in atto azioni che favoriscano queste attività a partire da una semplificazione amministrativa che agevoli la fase di commercializzazione dei prodotti caseari e dal supporto allo sviluppo di filiere territoriali investendo nella formazione e nell’innovazione tecnologica.

La Vicepresidente Stefania Saccardi ha detto:

La montagna ci insegna in silenzio.

L’agricoltura di montagna in generale negli ultimi decenni è stata considerata spesso a torto marginale, ma oggi gli elementi su cui si basa – integrazione con l’ambiente, multifunzionalità, tipicità – sono divenuti elementi fondamentali da offrire come modello a tutta l’agricoltura, per creare un impatto positivo sulla fauna selvatica e la biodiversità.

Ad esempio dà un contributo sostanziale per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici e fermare il consumo di suolo adottando tecniche di coltivazione e di allevamento più integrate con l’ambiente.

La zootecnia montana perciò, rappresenta un elemento essenziale per la preservazione dei territori rurali soprattutto nelle aree più marginali e la consideriamo fondamentale per il miglioramento dello stato di conservazione di alcuni habitat di prateria, come sta considerandola importante l’Europa, peraltro.

Mi fa piacere che siano i giovani e le donne a avvicinarcisi con maggiore entusiasmo, attenti all’innovazione, un segnale che ci dà buone prospettive per il futuro.

Durante l’intera giornata i contributi sono stati numerosi e qualificati, sia come singoli interventi sia nelle tavole rotonde dove sono state condivise testimonianze provenienti oltre che dalla Toscana, anche da Liguria, Emilia-Romagna, Marche ed Umbria, tramite funzionari dei settori competenti, di amministratori di riserve naturali e da parte degli stessi allevatori.

Circa cento i partecipanti, in rappresentanza di molti portatori di interesse pubblici e privati, tra i quali: esponenti di aree protette e parchi naturali; allevatori e imprenditori agricoli; rappresentanti di associazioni agricole, di associazioni ambientaliste e di consorzi di valorizzazione e di tutela, ricercatori universitari ed esperti del settore.

Nel pomeriggio i tre gruppi di lavoro hanno offerto l’opportunità ai partecipanti di approfondire alcune tematiche, come: conciliare le esigenze della zootecnia con le necessità di conservare l’ambiente naturale e adattare le pratiche di allevamento alle conseguenze generate dal cambiamento climatico; valorizzare le filiere produttive montane.

Sul sito del progetto saranno a breve disponibili gli interventi e il materiale del workshop.

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